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Recensito incontra Luca Maria Spagnuolo in occasione della VI edizione di "Dante per Tutti"

Torna “Dante per tutti” l’iniziativa dantesca ideata da Luca Maria Spagnuolo e patrocinata dalla Società Dante Alighieri che porta la Divina Commedia e il Medioevo nel centro di Roma. La sesta stagione di “Dante per tutti” sarà nuovamente ospitata nella Cripta della Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone e prevede un ciclo di appuntamenti di lettura con commento della Divina Commedia a ingresso gratuito. Il primo appuntamento, Inferno I - La selva oscura - Le visioni dell’aldilà nel Medioevoè previsto giovedì 7 novembre alle 19.30.

- Siamo giunti alla VI edizione di una rassegna dantesca particolare, che nel tempo si è evoluta e ha riscosso sempre più successo di pubblico. Ci racconti dove è cominciato tutto?

Ho l’impressione che non sia mai cominciato tutto, ma che comunque sia sempre avvenuto. Mi spiego meglio. La mia iniziativa nasce da una esigenza che ho sempre sentito in me: “conosci te stesso”, come all’ingresso dell’oracolo di Delfi. Un’esigenza che non sarà mai soddisfatta in pieno e che ha come conseguenza la continua ricerca. Conoscere sé stessi significa, per me, scoprirsi come prodotto di una tradizione culturale. Ciò che faccio è ricercare questa nostra tradizione nella Divina Commedia e nella civiltà del Medioevo, e restituire così al pubblico il frutto di una ricerca che non potrà mai avere fine.


- Dante Alighieri è sinonimo di letteratura italiana: studiandolo da solo, con la passione e la curiosità di chi frequenta le biblioteche, risale alle fonti e studia i codici medievali, cosa hai scoperto del Poeta e della Commedia che difficilmente si riscontra a scuola?

Sono tra i fortunati che hanno avuto la ventura di avere una insegnante al liceo che riuscì a farmi appassionare alla Commedia. Credo che questo sia molto importante: la passione. Tuttavia la scuola non può e non deve dare tutto. Ciò che un livello successivo di studio dà, sia esso individuale o universitario, è una maggiore consapevolezza di ciò che si sta studiando. Nel caso della Divina Commedia, si tratta di inserire Dante nel suo contesto temporale, culturale e geografico. Limitare Dante al suo tempo significa scoprirne la sua grandezza.Luca Maria Spagnuolo


- Sei Laureato in storia dell'arte hai lavorato in gallerie in Italia e all'estero, che peso ha avuto questa tua formazione nell'evoluzione che il "format" Dante per tutti ha conosciuto dagli esordi a oggi?

Più che di “formazione” parlerei del peso che ha avuto in me l’amore e soprattutto la fede nell’arte. La fede per l’arte è un qualcosa che non si costruisce: o c’è o non c’è. Non si può essere tiepidi nella fede, anche questo ci insegnano i Vangeli. Nel mondo dell’arte contemporanea, dove ho lavorato, non sono riuscito a trovare questa abnegazione: il desiderio - cioè - di tutto abbandonare per seguire la Croce della bellezza. Non ho trovato ciò che cercavo e quindi ho deciso di fabbricarmi da solo gli strumenti della mia passione.


- Cripta della Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone e Letture d'Estate, questi i contesti in cui i romani ti hanno conosciuto e apprezzato. Dove ti piacerebbe portare il tuo Dante, cambiando magari contesto sia in senso geografico che di location?

Mi piacerebbe portare la mia iniziativa in altre città italiane. Sarebbe bello, poi, se il contesto ed il contenuto viaggiassero insieme. In Italia, infatti, mentre molti dormono il Medioevo è ancora ben vivo: come sarebbe, ad esempio, raccontare Dante e le leggende medievali nello splendido monastero di Fonte Avellana nelle Marche?
Inoltre mi piacerebbe poter esportare la mia iniziativa all’estero, magari attraverso le comunità italiane locali.


locandina- Cosa significa "perseguire l'originarietà e non l'originalità"?

Ciò che appare come nuovo non è ciò che è originale, ma ciò che è originario. In un certo senso l’origine ha già in sé il futuro. Sono sempre stato convinto di questo. Guardiamo la Divina Commedia: Dante nel I Canto dell’Inferno riconosce in Virgilio il suo maestro e il suo autore. Dante, quindi, scavalcando il suo tempo e ricollegandosi così all’origine di una tradizione culturale che sentiva come propria è riuscito a guardare avanti e a gettare le basi della nostra tradizione letteraria. È un concetto banalissimo questo, ma che oggi sembra dimenticato. Siamo davvero sicuri di essere moderni se leggiamo la Divina Commedia come una canzone rap? Non sarà forse vero il contrario, ossia che la nostra modernità risieda nella nostra antichità?


- Secondo il tuo parere, Dante è davvero "per tutti"?

Assolutamente no. Come tutto ciò che è grande, anche Dante richiede uno sforzo per essere compreso. Ciò che manca alla società attuale è proprio questo sforzo di comprensione del proprio passato. Il passato ha smesso di avere un futuro perché non lo sentiamo più nel presente. La mia iniziativa si chiama Dante per tutti, proprio per questo motivo: restituire a noi la presenza di Dante e del Medioevo.


- Leggende e visioni medievali arricchiscono i tuoi appuntamenti, insieme alle proiezioni dei Canti e di opere d'arte figurativa. È una mera scelta volta ad "alleggerire" la fruizione o, piuttosto, una tua idea di proposta artistica che abbracci più generi interconnessi e una necessaria crossmedialità?

È come il chiaroscuro. Inserire, durante gli incontri danteschi, appuntamenti dedicati alle leggende e al teatro medievale, vuol dire mettere in rilievo Dante collocandolo nel suo periodo storico. L’utilizzo della proiezione di opere d’arte assolve la medesima funzione.

Ed è lo stesso Medioevo, poi, ad aver prodotto il più sublime esempio di crossmedialità che io conosca, la Cattedrale: attraverso il linguaggio del numero, della geometria, della musica, della scultura e pittura cercare di parlare la lingua di Dio.


- Cosa intendi perseguire nel futuro più immediato? Cosa desideri come passaggio successivo per il tuo progetto?

Sono al lavoro su di un nuovo progetto sulla religiosità popolare nel Medioevo italiano. Vorrei raccontare il mondo minuto della devozione popolare attraverso brani anonimi in volgare italiano (laudi, preghiere, leggende, sacre rappresentazioni) adottando lo stesso “format” delle letture dantesche: proiezione di opere d’arte e lettura con commento dei brani analizzati.

Redazione

03/11/2019

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