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“Dai giovani vengono fuori le idee migliori”: Recensito incontra Mario Lavezzi

Un passaggio di testimone alla giovane musica. È la linea condivisa da cui nasce l’iniziativa “CampusBand Musica & Matematica”, ideata da tre nomi storici della nostra canzone italiana, Mogol, Franco Mussida e Mario Lavezzi. Un concorso nazionale dedicato a chi, oltre a impegnarsi sui libri, mette le mani su uno strumento per divertirsi con gli amici. Una sfida tra giovani talenti – sostenuta da MIUR, Siae e RTL – che permetterà ai dieci finalisti di esibirsi al Castello Sforzesco di Milano sognando un contratto con un’etichetta discografica e due borse di studio, una al CET di Mogol e una al CPM di Mussida. Noi di Recensito abbiamo raggiunto al telefono Mario Lavezzi, tra i più importanti produttori nostrani, per parlare non solo di “CampusBand” ma dell’importanza del confronto tra vecchie e giovani generazioni e della centralità della musica come elemento formativo.

Com’è nata l’idea di Campus Band?
“Di questi gruppi che nascono all’università ho fatto parte anch’io, quando suonavo con Tonino Cripezzi, attuale leader dei Camaleonti. Eravamo tutti studenti. Prima la musica si suonava prevalentemente dal vivo, e oggi nelle sale prove vedo tanti ragazzi. Allora mi è venuta l’idea di ricomporre e riproporre quel modo di fare musica, che dà sicuramente più risultati rispetto al mettersi davanti al computer a elaborare una canzone. Lo faccio anch’io, per carità, ma è ben diverso l’apporto che possono darti un bassista e un batterista. È un brainstorming, e la musica inevitabilmente viene meglio.”

L’età media dei componenti non deve superare i 25 anni, almeno due elementi devono frequentare i corsi scolastici. È da queste iniziative che si trova ancora il divertimento nel fare questo mestiere?
“Assolutamente. È dai giovani che vengono fuori le cose migliori, quelle più spontanee. Bisogna essere se stessi e non omologarsi – “è la musica che gira intorno”, come diceva Fossati – perché oggi, a parte le eccellenze, vedo una musica omologata.”

Il confronto con i giovani dovrebbe poi stare alla base di una società sana. Questo spesso non avviene.
“Certo. Io, Mogol e Mussida avevamo già dato, potevamo fermarci e invece no, vogliamo occuparci dei giovani e passare il testimone. È una delle tante iniziative della SIAE, come quella di togliere la tassa d’iscrizione per chi non ha ancora trent’anni. Ma non basta ancora, stiamo anche rinnovando il sito. La SIAE viene vista come un’agenzia delle entrate, invece dovrebbe si tratta semplicemente di diritto d’autore. Ma questo sfugge alla gente.”

C’è anche tanta disinformazione su questo tema.
“Sì. Si sta pagando il diritto d’autore su un’opera dell’ingegno. Ma questo non viene capito.”

Nietzsche diceva che “senza musica la vita sarebbe un errore”. È mai riuscito ad immaginare la sua vita senza musica?
“La vita di chiunque senza musica vorrei vedere come sarebbe (sorride, ndr). Uno si sveglia, chissà con quale umore, e accende naturalmente la radio. Magari quando sei innamorato, triste o malinconico ti capita di sentire una canzone che ti strugge ancor di più, ma è l’inevitabile potere emotivo che ha la musica.”

Si discute spesso delle lacune nel sistema scolastico soprattutto per quanto riguarda le materie musicali, sia a livello di programmi sia a livello di preparazione dei docenti.
“Questo contest è sostenuto anche dal Ministero dell’Istruzione, che ultimamente si è dichiarato molto sensibile al sostegno della musica nelle scuole, non solo più col flauto dolce.”

Già, ci sono passato anch’io.
“Ecco, appunto. La speranza è che la lezione sia qualcosa di più, che si cominci a suonare qualcos’altro. Alle elementari ormai i ragazzi hanno già il computer, ascoltano già la musica. Poi ci si sposta nelle scuole e tutto cambia, è una dicotomia. Proprio in Ministero ultimamente abbiamo trattato questo tema. Si mandano le circolari, ma in quanti sono sensibili? Poi c’è la burocrazia, e via discorrendo. Il concorso l’hanno inoltrato a tutte le scuole, ma in quanti l’avranno messo in bacheca? Allora ho chiesto di rinviarlo a fine maggio per farlo girare ancora. Mi hanno assicurato che lo faranno e penso sarà così, ho trovato persone valide."

Passare il testimone e sostenere i giovani, iniziative così non si vedono tutti i giorni.
“La disoccupazione giovanile è altissima, mi sembra fondamentale. Si tratta di un incentivo al tempo libero, perché non è detto che uno che sta studiando non possa avere una passione per la musica. È un valore aggiunto, è qualcosa in più. Negli anni Settanta c’era chi prima si laureava e poi diventava musicista, come Vecchioni, che ha poi deciso di concentrarsi sulla musica ma non ha certo smesso con la didattica.”

È comunque cultura.
“Certo, è inevitabile.”

Chi vincerà si aggiudicherà un contratto con un’etichetta discografica e una borsa di studio. Occasione più unica che rara visti i tempi che corrono, no?
“Sì, quanto meno per la pubblicazione dell’inedito e della cover che dovranno produrre. L’iniziativa sarà sostenuta da RTL che è tra i partner, così come dal Comune di Milano che offrirà il Castello Sforzesco per la sfida tra le 10 band. Non stiamo cercando di essere alternativi ai talent, ma chissà in futuro... Teniamo conto che i Coldplay e i Radiohead sono nati così.

Anche i Beatles, se vogliamo.
“In Inghilterra, in America e in Brasile le band che nascono in questo modo hanno poi un seguito straordinario. Quello che speriamo è che accada anche in Italia. Col sostegno del MIUR – io avevo già fatto un’iniziativa di questo tipo a livello regionale, adesso è in larga scala – siamo partiti con il numero zero. Abbiamo iniziato tardi perché la circolare è stata mandata a scuola il 20 gennaio, quando gli studenti guardano le pagelle e quindi pensano più a studiare che a suonare (ride, ndr). Il contributo SIAE è arrivato a dicembre. Ma ora andiamo avanti, e dal prossimo anno partiremo da ottobre, più compatti.”

Daniele Sidonio 13/05/2016