Il Maestro Giorgio Barberio Corsetti parlando di Fabio Condemi, allievo regista dell'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio d'Amico, ha affermato: «ha una mano delicata e consapevole. È attratto dalla poesia e ha una grande sensibilità nel percorrere le strade oscure di un linguaggio denso e turbolento, come quello di Pasolini». Ed è proprio di Pasolini il testo che Fabio Condemi ha scelto per il suo saggio di diploma. Lo spettacolo “Bestia da stile” debutterà il 9 novembre al Teatro Studio "Eleonora Duse" di Via Vittoria e vede tra gli interpreti gli attori diplomati dall'Accademia Gabriele Portoghese, Valeria Almerighi, Arianna Di Stefano, Paolo Minnielli, Xhuljo Pethushi e gli allievi Carmelo Alù ed Emanuele Linfatti. A pochi giorni dal debutto, Recensito ha incontrato il talentuoso regista, Fabio Condemi per intervistarlo.
Il 9 novembre debutta al teatro Studio "Eleonora Duse" lo spettacolo Bestia da stile con la tua regia. Vuoi raccontare ai nostri lettori come è nata l'idea di questo spettacolo?
“Lo scorso anno accademico io e altri miei colleghi, attori e registi, abbiamo fatto un laboratorio sulle opere di Pasolini, coordinato dal maestro Giorgio Barberio Corsetti. Ci siamo dedicati prima alla lettura dei testi, in seguito abbiamo presentato il nostro lavoro alla “Pelanda”. Il progetto consisteva in cinque studi diretti da cinque registi diversi guidati dal M° Corsetti, che ha offerto al pubblico l'occasione di assistere a “Bestia da stile”, “Porcile”, “Orgia”, “Manifesto per un nuovo teatro” e ''Carne e cielo', attraversando i bellissimi spazi della Pelanda. Il mio studio era, appunto, su “Bestia da stile” e , finito il lavoro sia io che gli attori abbiamo cominciato a chiederci come sarebbe stato provare a metterlo in scena integralmente. Da questo progetto è nata, dunque, l'idea di farne il mio saggio di diploma.
Pasolini non è un autore “facile”. Come ti sei avvicinato al suo testo?
“Il mio approccio è nato dall'amore che nutro verso questo autore, quindi non saprei dire se è un autore più o meno ''facile''.
Perché hai scelto di mettere in scena proprio questo testo di Pasolini? Cosa ti ha colpito maggiormente?
“Prima del laboratorio con il M° Corsetti avevo letto tante cose di Pasolini dal teatro ai saggi alle raccolte poetiche, ma non “Bestia da stile”.
Per curiosità ho cominciato a sfogliarlo e mi è sembrato un testo molto interessante. Pasolini in questo testo teatrale ha racchiuso tutta la sua biografia poetica e umana: raccontando di un poeta cecoslovacco, vengono rievocati vari episodi cardine della vita dello scrittore di Casarsa: le domeniche friulane, le passioni politiche e qulle poetiche, quella per Rimbaud su tutte, il dolore, come quello provocato dalla morte del fratello Guido,il rapporto con l'eros e gli incubi”.
Quali emozioni, sensazioni hai provato nel leggere Pasolini e anche nel portarlo in scena?
“È molto bello quando gli attori sono così vicini all'autore che stanno interpretando, in questo caso Pasolini e sentono come proprie queste parole così meravigliosamente disperate”.
Come è stato lavorare con il maestro Giorgio Barberio Corsetti ?
“Il M° Corsetti è stato un bellissimo incontro; ci ha guidati con una intelligenza e una competenza rare. Ha fatto in modo che ci confrontassimo con un grandissimo autore che, però, a differenza di altri affrontati in Accademia, è prima di tutto un poeta.
Questo, come regista e come attore, ti spinge a porti molte domande e a metterti un po' a nudo. Un altro grande insegnamento del Maestro è stato quello di averci consigliato, durante il periodo di laboratorio, di studiare il teatro di Pasolini partendo dai suoi film, dai suoi romanzi e dalle sue poesie per comprenderne la complessità e la ''disperata vitalità'' ”.
Pasolini voleva un teatro di Parola, soprattutto in questo testo. Per te, in quanto allievo della più importante Accademia di teatro italiana, cos'è il teatro, cosa rappresenta? Dai più importanza alla parola e quindi al testo o alla messa in scena?
“Non credo che le due cose siano così facilmente scindibili. Per quanto mi riguarda l'idea di mettere in scena qualcosa nasce in me sempre a partire da un testo, che non è necessariamente teatrale”.
In ultimo, come valuti la tua formazione in accademia, considerandola come esperienza formativa propedeutica a cominciare una carriera in un momento complicato per la cultura in Italia.
“In Accademia ci sono le persone, gli incontri, i maestri, i compagni. Queste cose sono state e sono molto importanti per me”.
Krizia Ricupero 6/11/2015