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Ad Arte, CalcataTeatroCinefestival 2016, uno sguardo alle realtà indipendenti: intervista ad Igor Mattei

In Italia, esiste un palcoscenico aperto a tutte le migliori compagnie indipendenti ed emergenti provenienti dal territorio nazionale. Il Bando AD ARTE CalcataTeatroCinefestival 2016, alla sua terza edizione, vuole essere un’occasione da non perdere per tutte queste realtà e creare un ponte verso la città di Roma. Infatti, oltre alla possibilità di mettere in scena il proprio spettacolo nell’ambito del Festival, il Bando concede anche l’occasione di esibirsi in un teatro della Capitale nella stagione 2016-2017. Per iscriversi al Bando, c’è tempo sino al 20 marzo 2016.
Il Festival nasce dall’idea, le forze e la passione dell’Associazione culturale Dillinger, per la direzione artistica di Igor Mattei e Marina Biondi. Abbiamo incontrato Igor Mattei che, in questa appassionata intervista, ci racconta cosa sia AD ARTE.
Il Bando di AD ARTE CalcataTeatroCineFestival si rivolge a tutte quelle compagnie emergenti e indipendenti che abbandonano i registri convenzionali e non si adattano alle esigenze del mercato. Da cosa scaturisce questa scelta?
“L'esigenza scaturisce dal nostro vissuto di artisti e dal vissuto di tanti altri nostri amici e colleghi che vedono sempre più mettere in primo piano le esigenze del mercato, della riuscita facile e dunque della scommessa meno rischiosa da parte di chi dovrebbe invece pensare un po' meno al mero profitto e alle proprie logiche personali di scambio: persone che confondono qualità con noia e dunque commercialità con superficialità.”

Esiste, secondo voi, una “dittatura” delle produzioni dei Teatri Stabili? Cosa implica accedere ai contributi ministeriali?
“Esiste eccome la dittatura degli Stabili e nonostante questa crisi in atto ha fatto venire giù l' intero universo teatrale e con esso quello lavorativo in piedi fino a qualche anno fa, la ripresa non guarda a nuove forme ma ancora alle vecchie, ma con meno soldi di prima o meglio con un accentramento delle risorse economiche in mano a pochi e con il conseguente venir meno delle risorse che male o bene permettevano fino a qualche anno fa la sopravvivenza anche di numerosissime realtà cultural-imprenditoriali più piccole, alcune delle quali oggi sono realtà consolidatissime che circuitano nel teatro più ufficiale. Una domanda su tutte? Perché non si ha mai o quasi notizia di audizioni dei Teatri Stabili, quando invece dovrebbe essere una regola la diffusione di tali audizioni? Trattandosi di teatri sostenuti dal nostro Stato.
Cosa implica accedere ai contributi? Per le piccole realtà come la nostra posso dire che implica addirittura la “paura” di vincere un possibile bando. La paura e l'impossibilità per le piccole realtà come la nostra -ripeto- di dover anticipare cifre che spesso non si hanno (obbligandoci a far ricorso a banche che spesso non finanziano piccole realtà) e che vengono poi saldate - previa rendicontazione - molto tempo dopo. Insomma un finanziamento può diventare davvero un cappio per chi non ha famiglie abbienti alle spalle o le spalle già coperte.”

Il teatro che promuovete attraverso AD ARTE CalcataTeatroCineFestival è un teatro di passione e tenacia. Quanta di questa perseveranza è necessaria per portare avanti un progetto come il vostro?
“Portare avanti un progetto come AD ARTE non è possibile senza passione, tenacia, professionalità maturata negli anni di lavoro e una gran dose di coraggio. Ma alla nostra prima edizione non avevamo scelta: bisognava decidere se continuare a fare il nostro mestiere (seppure in altra forma) o cambiare . E così abbiamo scelto di continuare a farlo, consapevoli non solo che avremmo fatto il nostro mestiere, ma che lo avremmo centuplicato per tutte le compagnie che avessero aderito, rischiando con noi (tantissime per fortuna) in questa avventura che aveva ed ha dell'incredibile, ancora oggi.”

Questa del 2016 è la terza edizione. Il panorama di compagnie che hanno partecipato al Festival che sorprese vi ha riservato?
“C'è stata un'edizione zero nel 2014 che però - forse anche per la voglia di rivalsa che Marina Biondi ed io avevamo - aveva già le caratteristiche di una prima edizione, a detta anche e soprattutto di coloro che vennero allora a farci visita. Solamente per fare i numeri: 4 giorni di manifestazione con 13 eventi, fra teatro e cinema, e presenza massiccia di ospiti (attori, registi, produttori) Questa forse è la sola cosa che questo momento terribile non ci ha tolto: la conoscenza di tanti colleghi e amici del settore.”

È possibile, dunque, fare dei bilanci sull’andamento e l’evoluzione del teatro indipendente in Italia?
“Non credo sia possibile fare un bilancio del teatro e del cinema indipendente in Italia. Almeno io non saprei farlo. So che io - quasi casualmente - l'ho scoperto e per certo so che esiste e che fa molta fatica a ritagliarsi uno spazio necessario, non solo per coloro che lo fanno.”

Pensate nelle prossime edizioni di aprirvi anche a realtà estere?
“Attualmente no, vogliamo restare lontani dall'esterofilia che da sempre ci contraddistingue cercando talenti Made in Italy da esportare magari nel mondo, invece di farli scappare per cercare di affermarsi altrove per poi tornare in Italia con la patente attribuitagli da paesi senz'altro meno miopi di noi rispetto ai talenti loro e altrui. Questo non vuole significare che, non appena avremo più forza (anche economica) per poter ospitare realtà, non ci piacerebbe farlo, anzi. Ma la momento vogliamo restare – ripeto - sul Made in Italy e su tutte quelle realtà produttive che magari, non avendo forza a sufficienza, si sono rivolte all'estero per cercare di co-produrre. Queste sono le realtà che ci piacerebbe avere. Ma forse riguarda più la sezione cinema che il teatro.”

A breve verrà pubblicato anche un bando per la sezione cinema. Anche per la macchina da presa valgono gli stessi discorsi fatti sino ad ora?
“Sì assolutamente. Con le dovute differenze legate ai due settori, le linee generali restano invariate anche per il cinema. Ci teniamo a dire che quest'anno avremo anche una sezione dedicata ai "corti", che forse, per restare nella logica che sottende al nostro festival, sono il vero corrispettivo cinematografico dei talenti teatrali che intendiamo sostenere. Fra l'altro, ci tengo a sottolineare che con la seconda edizione di AD ARTE 2015 abbiamo raddoppiato anche le location per la sezione cinema, riutillizzando l'antico granaio all'interno del Borgo, oggi sede dell'Ass. Cult. "Il Granarone", e inaugurandone una ex novo: una vera e propria bellissima arena, da noi battezzata "Arena del Gallo", appena fuori la piccola e unica porta d'accesso al borgo, confinante col parco naturale del Treja che abbraccia la rupe di Calcata, sicuro riparo per appassionati cinefili o semplici spettatori dalla calura estiva.”

Come nasce la scelta delle location?
“Beh, le location è il paese stesso, nella sua struttura architettonica, ad avercele suggerite e offerte. Due, per il momento, sono quelle per il teatro: il teatro alla greca in zona Capomandro, proprio a cerniera tra il paese vecchio e quello nuovo, fuori dal borgo antico, in una bellissima location, immersa nel verde del parco del Treja, e una al chiuso. Lo scorso anno all'interno dell'ex scuderia del palazzo baronale (sede dell'Ass. Cult. “L'Arte è...”), senza contare piazze, piazzette e strade: palcoscenici naturali per performance all'aperto di teatro di narrazione, di piazza e di musica e di danza. Raddoppiata dalla scorsa seconda edizione anche quella del cinema, come detto sopra.”

Non trattandosi di teatro, per così dire, “convenzionale”, qual è stata la risposta del pubblico? Che genere di spettatore si accosta al Festival?
“Crediamo che la qualità piuttosto che il nome più o meno conosciuto, che poi non sempre è necessariamente sinonimo di qualità per uno spettacolo, alla lunga ci ripagherà delle tantissime fatiche ed energie fisiche, mentali ed economiche, fidelizzando il pubblico, che saprà di poter trovare nel nostro festival qualità garantita. Il percorso in tal senso è stato ed è faticoso, ma si cominciano a vedere i primi risultati di questo nostro atto doppiamente audace, dal punto di vista di proposta culturale, in una zona che, fatta eccezione per Calcata, da sempre centro culturalmente propulsivo, grazie agli artisti che vi risiedono, non ha in generale puntato molto sul turismo culturale come risorsa economica.”

AD ARTE CalcataTeatroCineFestival è un progetto che ha tutte le potenzialità per svilupparsi in divenire. Quali prospettive avete per le prossime edizioni e quali risultati sono stati raggiunti nel corso degli anni precedenti?
“Rispetto agli anni precedenti e per quelli che sono stati i mezzi economici a disposizione, possiamo dire che i risultati sono andati ben oltre le più rosee aspettative, quanto a risposta di pubblico. Sono state raggiunte ben 5000 presenze alla seconda edizione, dando ovviamente una grande spinta all'economia del paese che nel mese di luglio subiva al contrario, in generale, un certo calo fisiologico. Abbiamo dunque contribuito alla valorizzazione del borgo di Calcata e, grazie alla promozione on e off line, anche di tutto il territorio del cosiddetto agro falisco. Le prospettive per il futuro? Procedere nel consolidamento di quanto già fatto e far diventare AD ARTE un vero avamposto verso Roma di proposta, diffusione e circuitazione di tutto quel teatro e cinema indipendenti di qualità, proveniente dal Nord e dal Sud Italia, e trasformare il paese di Calcata per 5, 7 o 10 giorni, magari, in una vera e propria cittadella dell'arte.
La prima volta che ho pensato ad un evento a Calcata mi sono chiesto che cosa mi sarebbe piaciuto trovare, da visitatore, a Calcata. Mi sono risposto: trovare una proposta culturale h24. Ecco, questo è l'obiettivo che Marina Biondi ed io stiamo tentando di realizzare: offrire al turista che arriva a Calcata a luglio, dalla mattina alla sera, unitamente all'offerta di ristorazione già abbondantemente presente, un motivo in più per venire e sostare un po' più del tempo di un panino o di un bicchiere di vino. Un'offerta culturale unica nel suo genere, per la durata di un'intera giornata, mille proposte di teatro cinema, musica, teatro danza, nuove emergenze musicali, presentazioni di libri oltre - nello stile tipicamente calcatese - a un'occasione di socializzazione spontanea in un magnifico teatro a cielo aperto.”

Federica Nastasia 21/02/2016