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Intervista con Chef Rubio: sapori, colori e street food tra cinema e tv

Dalla kitchen series al film, Chef Rubio conclude il successo della terza stagione di “Unti e Bisunti” raccontandosi sul grande schermo con “Unto e Bisunto - La vera storia di Chef Rubio”: una storia carnale, viscerale e succosa andata in onda a Natale in prima assoluta e in esclusiva su DMAX. Messo al mondo in una cucina, pronunciata come prima parola “magna” e dotato di un dono - il palato “insoluto”/assoluto - il nostro “rubicondo” eroe intraprende un viaggio in Italia e nel tempo, affrontando avvincenti sfide alla ricerca delle maggiori tradizioni gastronomiche e attraversando fiumi di birra nell’infinito e “sfondato” universo dello street food.
Protagonista del talent "I re della griglia", l’avventuroso ed eclettico cuoco pluri-tatuato è stato anche un giocatore di rugby, riscuotendo un grande seguito con la conduzione del programma "Il cacciatore di tifosi" e la partecipazione a “Rugby Social Club”.
Dal 20 gennaio Rubio ci porterà alla scoperta delle due opposte anime di alcune affascinanti città europee nel nuovo adventure game di Discovery Italia - “Il ricco e il povero”, in prima tv ogni venerdì alle 21.15 sul canale NOVE - dove sfiderà nuovi compagni attraverso una serie di episodi che vedranno Arisa a Copenaghen, Fabio Canino a Budapest, Francesco Pannofino a Siviglia, Massimiliano Rosolino a Porto e Carmen Russo ad Atene.
Recensito lo ha raggiunto per gustare con lui impressioni, sapori e colori del film, nonché di altri interessanti progetti. Mollate le posate... e servitevi a piene mani!

Con quali ingredienti, cinematografici e/o televisivi, è condito questo saporitissimo, speziato, “unto e bisunto” viaggio filmico nello street food?rubio1
“Come tutte le esperienze vissute finora, anche questa è stata molto interessante! Il film ha sancito la conclusione di un ciclo di puntate destinate alla tv, e a differenza di queste, inizialmente ho vissuto le riprese in maniera più distaccata. L’approccio è stato totalmente diverso perché la squadra era stata quasi totalmente cambiata, quindi il feeling con quella nuova era da rigenerare, da creare tutto daccapo. C’è stato poco tempo, ma comunque è stata un’avventura intensa, sono stati tutti molto bravi e ci siamo impegnati al massimo. Ne è uscito fuori un prodotto di qualità, dalla regia alla fotografia agli attori, tra i quali molti presi dalla strada. Non solamente dalle strutture istituzionali escono interpreti interessanti... e sono tanti i veri e propri talenti in giro!”.

Come si mescolano insieme gli elementi di fiction (già ampiamente presenti dalla terza stagione della serie) agli elementi biografici presenti nel lungometraggio?
“Sicuramente oltre la fiction qualcosa di vero c’è. Innanzitutto il fatto che assaggiassi ogni cosa fin da piccolo, sperimentando, stuzzicando e allenando il palato in maniera un po’ più sviluppata rispetto agli altri. Mi avvicinavo a tutti i miei “colleghi”, ma non solo, anche magari a gente appassionata come me, e lo facevo in modo sempre più consapevole. Il resto è molto romanzato ovviamente, rimangono alcune verosimiglianze o verità accennate, ma di vero in fondo c’è essenzialmente questo: il palato... e soprattutto l’amore per questo lavoro”.

Nel film, Chef Rubio viene proiettato in un futuro sconvolgente, arenato su una spiaggia del litorale laziale in completa solitudine. Come si vede, invece, Gabriele Rubini tra qualche decennio?
“Se potrò continuare su questa strada non dipenderà da me, ma da voi... da chi mi segue, da tutto il pubblico che mi ha apprezzato finora. Senza alcun dubbio, in ogni caso, seguirò sicuramente quello che mi piacerà fare... come ho sempre fatto. Come succede con il mio lavoro, con i miei piatti, con gli ingredienti...se mi vedi fare una cosa vuol dire che mi piace. Questa è la mia priorità! Se rimarrò in Italia? Questo Paese sarà sempre la mia base. Anche se in realtà io amo girare il mondo da sempre... non rimango mai fermo in un posto, mi devo muovere, devo partire per poi ritornare... poi alla fine qui ci ritorno sempre”.

La colonna sonora del film comprende un pezzo inedito di Frankie Hi-Nrg. Come coincide l’universo di Chef Rubio con quello narrato dal rapper? E, a proposito, che tipo di musica ispira la creazione delle tue opere culinarie?
“Ascolto di tutto - dal rock al raggae all’elettronica al rap – “tutto fa brodo”!
E’ stato molto divertente girare questa sorta di video con Frankie Hi-Nrg per chiudere il film. Per me era la prima volta, e scoprire come si lavora all’interno di un lavoro del genere è stata un’esperienza inedita, simpatica e molto piacevole”.

Frascati e i Castelli romani sono da sempre, a livello nazionale e internazionale, prestigiosamente e culturalmente legati a un paradiso dei sensi per l’ambito paesaggistico ed enogastronomico. Quanto sei legato alle tue origini e quanto hanno influito nell’approccio al tuo appassionante lavoro?
“Ai Castelli ci sono nato e cresciuto. Quei posti rappresentano una fetta importante della mia vita, qualcosa di prezioso che mi sono sempre portato dietro e che porterò con me per sempre. E’ un bagaglio che contiene tutti i pro e i contro della vita di provincia, ma nonostante tutto devo davvero tanto alle mie origini. Quando cerco di allontanarmi, magari in giro per il mondo, loro sono sempre lì e mi ricordano ovunque la mia appartenenza. Le radici, come dicevo prima a proposito dell’Italia, per me rimangono sempre la base fondamentale da cui ripartire”.

Rubio2Amnesty International Italia ti ha voluto come ‘ambassador’ ufficiale dell’intera campagna Write for Rights 2016, insieme agli altri artisti italiani che hanno aderito all’iniziativa dell’organizzazione per i diritti umani. Che traguardi si sono raggiunti quest’anno e che tipo di esperienza ha rappresentato per te?
“Abbiamo raccolto tante firme, spero di essere stato utile e che tutto ciò sia servito per risolvere molti casi posti in questione. O comunque almeno per sensibilizzare molta gente alle tematiche più urgenti. Spero che abbia contribuito a portare presso le giuste sedi le storie di queste persone, recluse ingiustamente o condannate a pene disumane per quanto commesso o no. E’ stata un’iniziativa interessante e spero di prendere sempre più parte ad esperienze del genere per collaborare a sensibilizzare l’opinione pubblica e dare voce a chi non ne ha”.

Nel frattempo è anche uscito in libreria il cookbook, edito da Rizzoli, che raccoglie tutti i migliori piatti delle tre edizioni di “Unti e bisunti”. Oltre alle 130 ricette “da leccarsi le dita”, cosa troveremo di te nel libro?
“Tutte le ricette di questi anni passati insieme sono raccontate attraverso riflessioni personali e commenti, che spero siano interessanti per chi legge. Magari con un pizzico di intimità, mischiate tra i prologhi e le sezioni principali trattate all’interno del libro, condite con le idee che riguardano eventuali primi, secondi, fritti, ecc., le mie considerazioni sono arricchite dal mio tocco personale. I piatti variano ovviamente dai più semplici ai più complessi, ma possono essere replicati da tutti... è bene che si sperimenti su qualcosa che ci appartiene”.

Vuoi anticipare qualcosa sul nuovo programma, in onda dal 20 ottobre sul Canale NOVE, “Il ricco e il povero”?
“E’ un programma che ha dei risvolti molto divertenti e comici, ma ci permette di mostrare a chi non può o non ama viaggiare, ma anche a chi pensa che non sia possibile viaggiare, che ci sono delle realtà molto interessanti al di fuori dell’Italia. E’ un adventure game girato in Europa e ovviamente c’è molto entertainment, ma può fare anche riflettere. Personalmente ho visto città che non avevo mai visitato e, sebbene abbiamo lavorato tanto, qualche cosa - come si dice a Roma - l’ho “spizzata”, e ho già tanta voglia di ritornarci”.

Dal film agli episodi televisivi, sei sempre al centro di ogni tuo programma. Hai mai pensato di partecipare come figura autoriale o firmare nuove sceneggiature per altri tuoi progetti?
“Per fortuna, finora mi hanno sempre lasciato un ampio margine di intervento sul prodotto scritto dagli autori. Anche la sceneggiatura (del film, per esempio) è stata sempre un buon canovaccio su cui poter facilmente improvvisare e modulare le mie battute in base alle circostanze e alla mia personalità. Appena avrò in cantiere qualche mio progetto o avrò l’opportunità di firmare una sceneggiatura, comunque, sarete i primi a saperlo...”.
Grazie!

Giulia Sanzone 19/01/2017

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