Assaggiare un vino e assaporarne il gusto è un viaggio, non soltanto della mente che pian piano potrebbe perdere un po’ della sua lucidità, ma anche metaforico. Un vino ci racconta della terra dalla quale proviene, delle sue sfumature, forze e debolezze. E il Brunello di Montalcino ci porta in Toscana, a circa quaranta km a Sud di Siena, in una zona collinare dal paesaggio incontaminato. È un rosso che ha cambiato il paese in cui è nato, sgorga da oltre duemila ettari di vigneto fino a produrre nove milioni di bottiglie circa l’anno. In un territorio così vasto le differenze possono essere percettibili, ma come sempre è l’annata a fare la gloria o la sfortuna di un vino. E questo non è di certo a basso costo.
Brunello di Montalcino Riserva 2012 ha quasi raddoppiato il suo prezzo perché sembra convincere tutti, amatori e critici. Quella di sei anni fa è stata una vendemmia “calda” che ha portato i produttori a estrazioni tali da assicurare un prodotto equilibrato e abbastanza fresco. Sono vini che possono già uscire dalle cantine ed essere bevuti subito con tranquillità; da conservare per almeno 5-8 anni. La sensazione di equilibrio si tocca con lingua, mentre la complessità aromatica è più accentuata. Un primato ampiamente riconosciuto tanto che è proprio un Brunello di Montalcino Riserva 2012, quello Duelecci Ovest di Tenuta di Siesta, a essersi aggiudicato il premio speciale di “Rosso dell’Anno” assegnato dalla prestigiosa guida “Vini d’Italia 2019” del Gambero Rosso.
Si spera che le vendemmie successive siano altrettanto “hot”. La storia del Brunello di Montalcino lascia ben sperare: si tratta di un vino longevo. Alla fine dell’800 Ferruccio Biondi Santi, forte dell’esperienza vitivinicola del nonno materno, diede vita al primo vigneto. E l’anno scorso il Consorzio ha celebrato i suoi primi cinquant’anni. Più invecchia e più acquista complessità e si arricchisce di profumi che ricordano sulle papille gustative il legno di rovere, le spezie, il pellame e le foglie di tabacco. E all'olfatto la salvia, l’eucalipto, il pepe nero, la vaniglia, la liquirizia, il caffè e il cioccolato fondente. Un naso allenato potrebbe individuare anche gli odori più fruttati come la ciliegia matura e i frutti di bosco. Una fragranza robusta, degna di sapori forti come quello della cacciagione e di sughi ricchi. Da abbinare, dunque, con carni rosse eventualmente contornate da funghi o tartufi. Questi piatti molto strutturati, infatti, possono essere accompagnati da un vino dal profumo molto intenso e penetrante, austero e nobile. Il Brunello trova anche abbinamento ottimale con i formaggi e con piatti della cucina internazionale sempre a base di carne o con salse corpose. Un compagno perfetto per tranquille conversazioni e serate all’insegna del relax.
Tommaso Chimenti 18/10/2018