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“Il nullafacente” di Michele Santeramo al Madre di Napoli

Il Madre - museo d'arte contemporanea Donnaregina di Napoli ha ospitato lo scorso fine settimana la prima Campanadello spettacolo Il Nullafacente, sarà presentato in un allestimento site-specific ideato appositamente, con la regia di Roberto Bacci e le musiche di Ares Tavolazzi.  Una rappresentazione che costituisce il secondo degli otto appuntamenti della rassegna Voci e altri Invisibili, prodotta e a cura di Casa del Contemporaneo, ideata per essere ospitata “fuori sede e fuori tempo”, in luoghi non teatrali ma in musei e fondazioni di arte contemporanea e concepita per dialogare direttamente con il pubblico attraverso un percorso comune di performance, incontri, proiezioni e letture.Il Nullafacente vede quale autore e attore Michele Santeramo, uno dei più importanti drammaturghi dell’ultima generazione. Santeramo è interprete sulla scena dell’uomo nullafacente, emblema della negazione di regole e comportamenti stabiliti, economici e sociali ma soprattutto psicologici. Il testo è una riflessione sul tempo, incastonata in un intreccio di situazioni comuni e minimali che si susseguono nella trama tratteggiata da una coppia non più giovane, il fratello di lei, un medico e il proprietario dell’appartamento in cui vive la coppia, in un’ordinarietà plasmata da acquisti al mercato, compleanni e bollette da pagare. A conferire eccezionalità alla vicenda subentra un tema delicato, quello della malattia terminale, e le implicazioni che genera, ovvero il modo in cui il protagonista affronta l’imminente e inevitabile morte della moglie: con una totale e radicale inazione, scelta come unica risposta sensata alla irrimediabile caducità della vita e alla conseguente futilità di ogni azione umana. Il ‘nullafacente’ è un “personaggio/maschera” che decide di andare controcorrente rispetto a tutto ciò che del mondo ci condiziona, a cominciare dal tempo, motore della nostra epoca che ci richiede una perenne efficienza, crea dipendenze, ci distoglie dal pensare alle cose che contano davvero. Infatti, come lo stesso Santeramo ha dichiarato ai nostri microfoni: “In un tempo che richiede presenza, prestanza, efficienza, ritmo, lavoro, programmazione, qui c’è uno che non fa niente (…) Questo testo è il tentativo di mettere in scena un pezzo della vita di questi personaggi, ciascuno con la sua ossessione, il suo punto di vista, il suo comportamento. Scriverlo è stato ed è ancora, per me, il continuo e quotidiano riflettere su cosa sia giusto fare per stare bene”. 
La regia di Roberto Bacci, che cura anche lo spazio scenico, si mette al servizio della parola e della densità concettuale del testo e costruisce, tra pochi oggetti di scena, una sapiente geometria di movimenti. In scena, oltre a Santeramo, anche Silvia Pasello, nei panni della moglie malata, Francesco Puleo, il cognato del nullafacente, Vittorio Continelli, il padrone di casa e Tazio Torrini, nel ruolo del medico. Anche questi ultimi maschere, paradigmi, simulacri di necessità trascurabili, tre intrusi che irrompono nella casa della strana coppia ciascuno con le proprie ossessioni e il proprio punto di vista, divisi dai diversi comportamenti ma uniti dalla stessa comune morale.

Davide Antonio Bellalba  26/02/2018

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