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Una festa al Capitol per il tredicesimo numero di Fabrique du Cinéma

Fabrique du Cinéma è una rivista trimestrale, arrivata ormai al terzo anno, in grado di farsi portavoce del giovane cinema italiano. L’organizzazione di questo vasto progetto crossmediale ha pensato bene di celebrare l’ultima pubblicazione con una festa che ha visto le più disparate attività, incontri e anteprime nell’elegante Capitol Club di Roma, durante la sera dell’8 aprile.
L’evento si è aperto con una tavola rotonda dal tema “Generi cinematografici, la loro scoperta ed evoluzione nel panorama italiano” dando voce a molti giovani cineasti tra cui Manuela Cacciamani e Stefano Lodovichi – produttrice e regista di “In fondo al bosco”-, Angelo Licata (“Closer”), Cosimo Alemà (“Zeta – Il film”), Gianluca Arcopinto (“Il nostro ultimo”), Giorgio Bruno (“Deprivation”). L’incontro ha fatto scaturire una profonda riflessione nella consapevolezza di un cinema italiano che forse sta riuscendo a trovare un disincastro dalla macchina delle sue classificazioni di genere. Un discorso fin troppo aperto che non può che lasciare l’impronta di un lungo cammino. Dopo la tavola rotonda si è passati al versante spettacolare della serata grazie alle presenze di Stella Egitto protagonista di copertina nell’ultimo numero, che ha presentato la serata, il magazine e anticipato alcune curiosità sull’ultimo film di Pif che uscirà nelle sale il prossimo 27 ottobre.
In primo piano l’anteprima di “Veloce come il vento” un film italiano di corse automobilistiche. Matteo Rovere ne è regista e co-sceneggiatore. Il personaggio di Accorsi è ispirato al pilota di rally Carlo Capone, ritiratosi dalle gare nel momento di ascesa della sua carriera.
La musica dal vivo ha lasciato all’intrattenimento il resto della serata. I Moseek emersi dall’ultima edizione di X-factor hanno dato vita ad un’ esibizione in cui alla musica si sono aggiunte luci, scenografie e presenza scenica teatrale. A seguire Frank Sent Us e l’esibizione di Effetto Domino. Ad affiancare e accompagnare lo scenario intrattenitivo, la serata ha visto anche un’esposizione tratta dal fumetto originale di “Lo chiamavano Jeeg Robot” scritto e curato da Roberto Recchioni, curatore editoriale di “Dylan Dog” e creatore di “Orfani”. I disegni di Giorgio Pontrelli e Stefano Simeone e i personaggi ispirati a quelli del film di Gabriele Mainetti, e in esposizione le quattro copertine realizzate da Leo Ortolani, Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua e Zerocalcare.
In più anche la fotografia, con gli scatti sul mondo del cinema Martina Mammola, Francesca Marino e Riccardo Riande.

Emanuela Platania 11/04/2016