Una cerimonia all’insegna del batticuore, magica come solo la notte degli Oscar può essere.
Questa 88esima edizione ha riservato grandi emozioni, come il ricordo dei grandi del Cinema scomparsi quest’anno sotto le note di “Blackbirds” dei Beatles cantata e suonata da Dave Grohl dei Foo Fighters: da Alan Rickman a, naturalmente, il nostro Ettore Scola, passando anche per David Bowie. O la toccante performance di Lady Gaga, candidata all’Oscar per la canzone “Till happens to you” e dedicata a tutte le vittime di stupro.
Un’edizione all’insegna anche della polemica: il presentatore Chris Rock non ha risparmiato battute sulla sterile provocazione lanciata da alcuni attori di colore, capitanati da Jada Pinkett, moglie di Will Smith, di boicottare la notte degli Oscar per la mancata candidatura di attori afroamericani. La risposta del presentatore e dell’Academy è stata una serie di sarcastiche battute (anche troppe a momenti) e un divertente video in cui sono stati inseriti in alcune scene dei film candidati agli Oscar degli attori di colore, tra i quali Whoopi Goldberg.
È stata anche la serata delle grandi sorprese, come i numerosi premi tecnici vinti da “Mad Max: Fury Road” di George Miller: scenografia, montaggio, sonoro, montaggio sonoro, costumi e trucco. Vincitore a sorpresa della categoria attore non protagonista Marck Rylance per “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg che ha spodestato il super favorito Silvester Stallone per il suo “Creed”, spin-off della saga “Rocky”: una possibilità mancata per Sly che difficilmente potrà di nuovo ambire alla statuetta.
Vittorie invece prevedibili quella alla miglior attrice Brie Larson per “Room”, ad Alicia Vikander come non protagonista per “The Danish girl”, a “Il caso Spotlight” come miglior film e ad Alejandro Gonzalez Iñárritu per le regia di “The Revenant”.
Ma è stata soprattutto la notte delle vittorie più attese e sperate, della rivincita di due grandi artisti, spesso, e ingiustamente, snobbati dall’Academy: Leonardo Di Caprio e il Maestro Ennio Morricone.
Il rapporto tra Di Caprio e gli Oscar ormai lo conosciamo tutti: riceve la sua prima candidatura a 14 anni per la strabiliante performance di un ragazzo ritardato in “Buon compleanno Mr. Grape”. Ma non basta a farlo vincere. Nel corso degli anni le nomination si succedono senza mai una vittoria che, il più delle volte, sarebbe stata meritata: da “Aviator” di Martin Scorsese, a “Blood Diamond” fino a “The Wolf of Wall Street”, in quell’anno battuto da Matthew McConaughey. È rimasta impressa a tutti l’espressione di sconforto negli occhi di Di Caprio mentre per l’ennesima volta si vedeva portare via la statuetta tanto agognata. Quest’anno finalmente è arrivato “The Revenant – Redivivo” di Alejandro Gonzalez Iñárritu (vincitore come miglior regista) per il quale Di Caprio si è letteralmente immolato: nove mesi di difficili riprese tra il Canada e la Terra del Fuoco, sfidando il freddo e la fatica. E poi un’interpretazione impeccabile come solo lui sa fare: rabbiosa e intensa. “And the winner is Leonardo Di Caprio” annuncia Julianne Moore: l’abbraccio alla migliore amica Kate Winslet in lacrime e poi finalmente la statuetta tra le sue mani. Nel suo discorso ha un pensiero per i nativi americani e per l’argomento che più gli sta a cuore: l’emergenza ambientale. E poi naturalmente la dedica alla sua adorata mamma. Un tifo mondiale, possiamo dire, per questo ragazzo prodigio che è riuscito a diventare negli anni uno dei maggior interpreti contemporanei.
Infine il Maestro, Ennio Morricone: una lunga carriera, sconfinate colonne sonore che hanno fatto la storia del Cinema e arricchito le nostre vite. “Solo” l’Oscar alla carriera: inspiegabili e imbarazzanti i mancati premi a storici e suggestivi capolavori come “C’era una volta in America”, “C’era una volta il West” o “Mission” per citarne solo alcuni. Ieri sera all’annuncio della sua vittoria, la platea del Dolby Theatre si è alzata per un lungo applauso, mentre il Maestro veniva accompagnato sul palco dal figlio: Oscar per la miglior colonna sonora per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino (il grande escluso). Commosso come un ragazzino, a dimostrare che la grandezza è fatta di umiltà e talento. La lucidità e la forza di un “giovane” 87enne. “Grazie per il prestigioso riconoscimento – ha detto con la voce quasi rotta dal pianto - un pensiero va agli altri nominati, in particolare a John Williams. Non c’è una grande colonna sonora senza un grande ispiratore come Tarantino ed il suo team che ringrazio per avermi scelto. Dedico questa musica e questo Oscar a mia moglie Maria”.
Orgoglio italiano in una lunga e indimenticabile notte.
Caterina Sabato 29/01/2016