Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 669

Matthew Lee, il concerto “PianoMan” è in arrivo allo Spazio Alfieri di Firenze

Il pianista, cantante e performer Matthew Lee, torna a Firenze con uno spettacolo in cui musica classica, pop, soul, swing ma soprattutto rock’n’roll convivono in una nuova essenza musicale. L’appuntamento con “The PianoMan”, il nuovo album uscito per Decca- Universal - la prestigiosa etichetta di cui sono stati protagonisti anche i Rolling Stones e Luciano Pavarotti- è per mercoledì 18 aprile allo Spazio Alfieri (via dell'Ulivo 6). Trentasei anni, pesarese trasferito a Milano, Matteo Orizi, il cui nome d'arte si è lasciato ispirare dal chitarrista inglese Albert Lee e dal pianista statunitense Jerry Lee Lewis, presenterà un vero e proprio viaggio nel suo universo sonoro, un mondo musicale in cui l’attenzione al vintage non rappresenta un atto nostalgico, ma semplicemente la volontà di recuperare valori che potrebbero andare persi per sempre. MatthewLee03 min«The genius of rock’n’roll», come l’ha definito la stampa internazionale, crea mix inconsueti di generi musicali in cui mescola i backbeat del boogie-woogie e della popular music degli anni Cinquanta e Sessanta, alle sonorità classiche della musica colta di Gershwin o Beethoven. Questo crossover tra generi anche lontanissimi e estremamente diversi, gli ha permesso in realtà di definire quella che è la sua caratteristica connotante, un "rock sul classic" in cui c’è sempre spazio per l’improvvisazione. E questa estemporaneità rappresenta un altro attributo importantissimo per comprendere la musica di Lee, un moderno Zanni della tastiera col suo bagaglio di canovacci, in grado di dare vita ogni volta a nuovi lazzi musicali, per un'esecuzione - e una rappresentazione - nuova ogni volta. Oggi Lee si fa portavoce di uno stile inconfondibile e tutto suo, merito tanto del talento quanto del percorso «arduissimo» che ha intrapreso per affermarsi. A undici anni, infatti, era entrato al Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro, dove ha iniziato a studiare il pianoforte, ma la musica classica non faceva per lui, tanto che «mi hanno radiato perché facevo questa roba qua» ha affermato. Così, lontano da quel mondo accademico, inizia a intraprendere le prime esperienze lavorative in radio e in tv. Il primo provino a diciotto anni, poi le esperienze a “Domenica In”, “Ci vediamo in Tv” con Paolo Limiti e “Speciale per me” con Renzo Arbore.
Quasi per caso, come nelle migliori delle occasioni, l’incontro con Red Ronnie e i Nomadi i quali, convinti dell’originalità del suo lavoro, decidono di produrre “Shake”, il disco di debutto.L’incredibile pianista in grado di suonare il piano anche coi gomiti, o dando le spalle al suo fedelissimo strumento, è diventato davvero un artista internazionale che rende omaggio a grandissimi del passato e crea nuovi arrangiamenti di autori italiani come Bennato o Concato dando un inedito e originale respiro “rocknrollista” a brani come “L’isola che non c’è” o “Fiori di Maggio”. Oltre ad aver vinto il CocaCola Summer Festival categoria giovani nel 2015, è stato nominato anche ambasciatore dell’aeroporto Charleroi per aver improvvisato una session che, postata in rete, ha immediatamente raggiunto milioni di visualizzazioni.  E a chi gli chiede di dare una definizione alla sua musica, lui risponde: «quando ti piace una canzone, ma dentro ci puoi mettere la tua vita».

Laura Sciortino

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM