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"Maristella", immagini, suoni e volti nel romanzo d'esordio di Daniele Galleni

In maniera diversa, tutti prima o poi ci lasciano da soli con noi stessi. Daniele Galleni, classe 1990, ha appena pubblicato con Il Foglio Edizioni il suo romanzo d’esordio, “Maristella”. Il protagonista è Luca; a lui l’autore afferma di aver lasciato in eredità molte sfumature del proprio carattere, tra cui l’avversione al silenzio. Eppure Luca non riesce né a esprimersi né a reagire, soffocato da un quotidiano monotono e poco soddisfacente. Cerca la solitudine all’Isola d’Elba, lontano dal fallimento di un amore fondamentale ma esasperante; esce di notte, contempla il rumore del silenzio, l’infinito del mare e il tempo che scorre.

Daniele Galleni 2È tra le note dei suoi cantanti preferiti che Daniele Galleni dà vita a “Maristella”. Mentre scrive, inventa, immagina storie e caratteri senza astenersi dal provare le emozioni dei protagonisti. Il giovane autore si esprime con sincerità attraverso parole che, nel loro veloce susseguirsi, costruiscono un intreccio niente male. Il lettore, arrivato d’un fiato all’epilogo con curiosità e affezione nei confronti dei personaggi, si accorge che non manca niente; “Maristella” si chiude così come deve chiudersi ma lascia sospesi nella voglia di riflettere positivisticamente sulla vita a trent’anni: a metà strada tra adolescenza ed età adulta, in equilibrio precario tra due mondi e alla disperata ricerca di identità. I trentenni di oggi fanno parte di una generazione che ascolta l’indie e si nutre di malinconia, ricordi anni ’90 e racconti della guerra. È così che i trentenni vivono: facendo i conti con un futuro che li mette in ginocchio prima ancora che possano provarci, soprattutto se frequentano la facoltà di lettere e scrivono poesie. Luca ha il potere di trasformarsi in note e risuonare nelle nostre orecchie mentre su Spotify è il momento di Motta e “La fine dei vent’anni”. Luca è in ognuno di noi: vede il mondo spaccato in due e lo disprezza fino a cercare riparo nella natura, dove crede di poter fare pace con sé stesso. Galleni, cresciuto in Versilia, parla volgendo lo sguardo al mare e non abbandona il linguaggio toscano che gli è proprio; come succede alle protagoniste di “Acciaio” di Silvia Avallone, vede l’Elba come terra perfetta da ammirare da lontano e da vivere per poi accorgersi che è una gabbia. L’unica risoluzione è riassunta in una parola, Tsundoku: leggere tutti i libri impolverati che, sul proprio comodino, formano un imponente palazzo prossimo a crollare. Incastrato tra disillusione e speranza, Luca trova la forza di tornare sui propri passi e di mettere il punto a un percorso giovanile fatto di amori ed esperienze ormai stagnanti. Reduce da una storia avventurosa, ammira le stelle cadenti e lascia entrare nuovi sogni nelle tasche dei propri jeans; del resto, non si può vivere senza desideri, significherebbe morire.

A ritmo di una scrittura veloce e ricca di dettagli, “Maristella” si spiega davanti agli occhi del lettore come un film. Suoni, immagini, profumi, emozioni, volti, selfie, turisti di passaggio in un ricordo così come a Piazzale Michelangelo, laddove tutto si muove ma la vista di Firenze è immobile. Da lassù il tempo si ferma e la città si libera da traffico, clacson, puzzo, serrande arrugginite, scritte a bomboletta che imbrattano i muri, ubriachi, folle, minimarket cingalesi, giacche a doppiopetto, cantieri. Una storia semplice ma a suo modo complessa in cui ognuno trova il proprio specchio o il proprio arcano freudiano. Letto in riva al mare, “Maristella” fa riaffiorare nella memoria sensazioni autentiche da personalizzare a seconda del proprio vissuto. Un viaggio rivelatorio tra le pagine di un libro fresco di stampa.

Benedetta Colasanti  17/07/2018

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