Fra i carrugi si muovono personaggi dalle vite intrecciate che cercano risposte, toccando il fondo.
«I rapporti sono complicati e alla fine è proprio vero che siamo tutti ricci. Abbiamo i nostri aculei e se ci avviciniamo troppo ci pungiamo, ma se ci allontaniamo troppo finiamo per perderci di vista. La vita diventa semplicemente un continuo avvicinarsi e allontanarsi cercando la giusta distanza.»
Il narratore è Manuel Bova, classe ’83 una sensibilità e un’attenzione fuori dal comune. Il linguaggio semplice e profondo, le storie realistiche. Viene indagato il femminile, la protagonista del suo ultimo romanzo Un millimetro di meraviglia è una donna, Nina. È stata una sfida dice, a cui non si è sottratto e che anzi ha voluto intraprendere con coraggio per mettersi alla prova. Atteggiamento non comune di questi tempi da parte di molti scrittori, spesso troppo impegnati a lodarsi. Si prende in giro da solo, scherza sul fatto che la tappa milanese del tour per presentare il suo nuovo romanzo sia saltata perché rischiava di far sfigurare un concerto di piazza programmato per lo stesso giorno.
Manuel è un esempio virtuoso di come dai social possa emergere un talento. Dalle sue parole si capisce che nel suo percorso umano ed evolutivo, il covid, i social e la scrittura siano stati una triade vincente, che anziché imporre una reclusione hanno favorito un’apertura successiva anche per lui. Lo scrittore genovese ci racconta infatti che la passione giovanile nel narrare storie delle vacanze e la vita dei suoi nonni, sia diventata un mestiere pubblicando su Facebook i suoi racconti durante la pandemia. Nel giro di poche settimane il numero di lettori è arrivato a 100.000. La sua esperienza ci dimostra anche che i giovani non hanno smesso di provare interesse nella lettura, hanno semplicemente cambiato il luogo in cui cercarla.
Arianna Piccoli 08/5/2024