Una notte di freddo e pioggia. A Le Havre, in Normandia, una donna entra in un commissariato pere autodenunciarsi. Ha ucciso il marito dieci anni prima.
Da un caso di cronaca apparentemente chiuso parte il romanzo di Jean Teulè, Le leggi di gravità, al Teatro Quirino di Roma fino al 14 novembre. Protagonista e regista Gabriele Lavia che, del racconto, realizza un atto unico. Sua compagna di questo viaggio notturno Federica Di Martino, che indossa i panni di una donna pronta a perdere tutto pur di non prendere atto dei propri fallimenti. Sul palcoscenico si alternano leggi di gravità diverse: quella fisica di nove e ottantuno metri al secondo e un’altra, non misurabile, la caduta delle coscienze, dopo i disastri delle proprie vite. Un turbine di pulsioni dell’anima induce un’assassina a voler essere arrestata e un tutore della legge a non assecondarla. Dialoghi, confessioni e silenzi, spingono lo spettatore a domandarsi chi sia veramente dalla parte della giustizia.
Elisa Sciuto 31/10/2021