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27 gennaio 2016: a Montecitorio la Memoria rivive attraverso il teatro

Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, vicino Cracovia, teatro di una delle tragedie più grandi della storia degli uomini. Ma le tragedie umane nella storia, appunto, sono state molteplici; se si volesse dare un senso più ampio, il giorno della Memoria potrebbe (e dovrebbe) commemorare chiunque abbia subito vessazioni e torture per motivi politici, religiosi, etnici, razziali, o anche solo per differenze di opinioni e idee. Questo fil rouge è alla base dell’idea di presentare proprio durante l’ultima Giornata della Memoria, il 27 gennaio 2016, l’opera teatrale “L’ultima Madre”, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo-inchiesta di Giovanni Greco sul tema dei Desaparecidos argentini.
L’incontro, alla presenza dello stesso Greco e promosso dal deputato PD Tommaso Currò, si è tenuto nella Sala “Aldo Moro” di Palazzo Montecitorio ed è stato aperto dal discorso del Vicepresidente della Camera dei deputati Marina Sereni. La presentazione si è articolata in tre momenti.
Il primo è stato arricchito da interventi di personalità che, in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con ciò che è stata definita la Guerra Sucia (Guerra Sporca); a partire da Enrico Calamai, a quei tempi vice console italiano in Argentina e ribattezzato “lo Schindler di Buenos Aires” per aver tratto in salvo più di trecento perseguitati dal regime di Videla, fino a Carlos Cherniak, ministro plenipotenziario dell'Ambasciata Argentina in Italia e ancora molto attivo nella ricerca di coloro che il dittatore argentino descrisse in maniera sprezzante “No están ni vivos ni muertos, están desaparecidos”. Proprio Cherniak ha ricordato, tra l’altro, come il giorno di inizio della dittatura coincida con quello dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo), rimarcando così quel filo conduttore che unisce o può unire tragedie di popoli diversi ma che hanno sempre, terribilmente, la medesima vittima: l’umanità.
Nella seconda parte, invece, sono stati esaminati gli interventi legislativi attuati dal Parlamento Italiano per agevolare il più possibile le operazioni di ricerca di chi non ha più un nome o un volto: li hanno illustrati i deputati Marietta Tidei, Fabio Porta, Mario Borghese, sottolineando come il nostro Paese abbia recentemente (e comunque in maniera tardiva) ratificato la Convenzione Onu sulle Sparizioni di Stato e collabori attivamente con l’Argentina per cercare di dare quei nomi e quei volti a migliaia di persone scomparse. Parole importanti, di cordoglio e impegno concreto per una risoluzione positiva, sono state spese anche per i protagonisti (loro malgrado) della grande emergenza che sta investendo e investirà l’Italia e l’Europa tutta negli anni a venire: i migranti, desaparecidos del XXI Secolo; l’augurio è che tali proclami non cadano nel dimenticatoio.
L’ultima parte, infine, è stata dedicata allo spettacolo teatrale che debutterà fra circa un mese a Messina, al Teatro del Mela (di cui il Direttore Artistico è Ninni Bruschetta), proseguendo poi in tournée sul territorio nazionale e, probabilmente, su quello argentino. Hanno preso parola la Prof.ssa Daniela Bortignoni, Direttore dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, e Giuseppe Ministeri, presidente dell’associazione DAF: entrambi gli istituti collaboreranno alla realizzazione dello spettacolo.
La chiusura è stata affidata a quattro attori che, con Giovanni Greco, hanno letto e interpretato un episodio riportato nel libro accompagnati da una voce che restituiva un Tango solo cantato, non suonato, ma di forte impatto emotivo: ieri 27 gennaio, oggi 27 gennaio, domani 27 gennaio.

Antonino Tarquini 30/01/2016

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