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Il Festival dei matti: appuntamento veneziano nel nome degli altri

Ritorna a Venezia, con la sua settima edizione, il Festival dei matti, che dal 13 al 15 maggio organizza sul tema della disabilità mentale vari eventi e spettacoli. L’intento è quello di far riflettere sulla diversità, sul considerare “altro” ciò che viene recepito diverso da noi, raccontando le sopraffazioni, gli abusi, le contenzioni, l’esclusione sociale, la miseria indotta di tutte quelle persone giudicate “matte” in un’attribuzione che è quasi sempre suona come una sentenza.
Molti gli spettacoli che “Nel nome degli altri” coloreranno la Laguna Veneziana in diversi luoghi, dal teatrino di Palazzo Grassi in Campo San Samuele, all’isola di San Servolo, fino all’Auditorium Santa Margherita e, infine, al teatrino e parco della Groggia a Cannaregio.
Non mancheranno dibattiti e conferenze autorevoli, come il Forum nazionale di Salute Mentale, l’intervento dello psichiatra Peppe Dell’Acqua in “Follie di guerra” e incontri con scrittori, registi e musicisti.festival02
Tra questi “Ognuno potrebbe” incontro con Michele Serra, giornalista e scrittore, “.... E tu slegalo subito” parole, immagini e disegni a sostegno della campagna del Forum di Salute Mentale contro la contenzione nei luoghi di cura e “Elettroshock”, reading da “Succubi e supplizi” di Antonin Artaud a cura di Pierpaolo Capovilla, fondatore del gruppo Il Teatro degli Orrori.
A chiudere l’evento lo spettacolo teatrale “De la trasgressione. Intorno alla scuola medica salernitana” della compagnia “Teatri di popolo”. Tutti gli appuntamenti, organizzati dalla cooperativa Con – tatto, sono a ingresso libero, fatta eccezione per quest’ultimo spettacolo di domenica 15 maggio. Tre giorni per riflettere, per approfondire il tema del disagio mentale che ancora oggi fa paura.
I manicomi sono stati chiusi. Le parole di Franco Basaglia “Da vicino nessuno è normale”, riprese da una canzone brasiliana, vengono stampate su borse e magliette, quasi a dire che il concetto è stato metabolizzato, parte integrante e riconosciuta della nostra società. A che serve allora un festival che si propone di dar voce agli “altri”, a quelle persone che voce non hanno?
Forse perché non bastano scritte stampate su una tela per padroneggiare un concetto. Servono dibattiti, eventi, occasioni come il “Festival dei matti”. Abbiamo bisogno di conoscere per capire la storia e il nostro presente. Abbiamo bisogno di informarci ancora, nel nome degli altri.

L’intero programma è consultabile al sito www.festivaldeimatti.org 

Angela Ruzzoni 03/05/2016