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"Cronache di una Rivoluzione": Ezio Mauro racconta la Russia del 1917 in quattro appuntamenti teatrali

Uno sgabello e un leggio occupano la scena del Teatro Argentina di Roma e dietro, sullo sfondo, scorrono immagini rigorosamente e per lo più in bianco e nero. A parlare è Ezio Mauro, giornalista, editorialista e per vent’anni direttore del quotidiano “La Repubblica”. Il cronista racconta la storia della Rivoluzione Russa, dei suoi personaggi simbolo e della portata del cambiamento che quegli eventi hanno avuto sul secolo scorso. "Sembrava un febbraio qualsiasi, solo più freddo e più affamato”, ma ha portato alla fine di una dinastia, di una società e di un’era. 

Quest’anno ricorre il centenario della Rivoluzione ed Ezio Mauro ne ha ripercorso le tappe principali in un ciclo di quattro puntate. Quattro domeniche, dal 22 ottobre al 12 novembre, per spiegare come il 1917, l’anno in cui i bolscevichi hanno preso il potere in Russia, ha inciso in Europa e nel mondo.
Mauro, corrispondente da Mosca per “La Repubblica” negli anni della Perestrojka e profondo conoscitore della Russia, è tornato su quei luoghi per realizzare un racconto volto a restituire al pubblico fatti e protagonisti. Una ricostruzione minuziosa di quegli avvenimenti pren­dendo il via dall’omicidio di Rasputin (avvenuto il 30 dicembre 1916 a San Pietroburgo) per approdare all’assassinio dei Romanov, l’ultima famiglia imperiale. Ne esce il racconto di una Russia che, allora come oggi, è al centro dello scenario europeo e mondiale. Sipari aperti con “Cronache di una Rivoluzione”, questo il titolo del ciclo di incontri.

Cuore drammaturgico della ricostruzione sono due treni che, a distanza di un mese, attraversano la Russia: sul primo viaggia Nikolaj Aleksandrovic Romanov, imperatore di tutte le Russie, l’ultimo Zar che sta scendendo dal trono tricentenario della sua dinastia per entrare nella tragedia finale; sull’altro, scortato dai suoi compagni bolscevichi, Vladimir Ilic Ulianov, Lenin, il primo rivoluzionario di Russia che sta per salire al potere prendendo la guida di una rivoluzione scoppiata nel suo Paese senza di lui, in esilio da 17 anni.
L’idea funziona, la platea è attenta a ogni singola parola; la narrazione teatrale si avvale delle qualità di un cronista, di filmati e fotografie d’epoca, di voci d’eccezione come quella di Ivano Marescotti e di musiche ad effetto. Un salto indietro nel tempo per approfondire dinamiche e bisogni, dare un volto e un’ambientazione autentici alle pagine dei libri di storia e cogliere gli aneddoti meno conosciuti.
Il progetto è anche editoriale con materiale in uscita insieme al quotidiano “La Repubblica”. Un’occasione per fondere storia, teatro e giornalismo.

Silvia Natella 13/11/2017

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