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Bologna omaggia Lucio Dalla il giorno del suo compleanno nell’abbraccio di alcuni tra i suoi più preziosi colleghi artisti

"Così mi distraggo un po’. Tre giorni con Lucio" è il nome della serie di eventi organizzati per celebrare il compleanno del grande cantautore bolognese scomparso sette anni fa. Dal 02 al 04 marzo spettacoli, mostre, proiezioni cinematografiche e visite alla Casa Museo Fondazione Lucio Dalla si sono susseguite arricchite dalla filodiffusione della musica del cantautore sotto i portici del Teatro Comunale di Bologna. Ed è proprio il Teatro Comunale la location scelta dagli organizzatori per l’appuntamento culmine della tre giorni, un grande spettacolo omaggio proprio nella data in cui Lucio avrebbe compiuto 76 anni.
Moltissimi gli ospiti d’eccezione, giunti a Bologna per interpretare le canzoni di un album simbolo della produzione del cantautore, Dalla del 1979. Quarant’anni dopo le celeberrime tracce del primo album scritto da Lucio come cantautore, padre della musica e delle parole, risuonano grazie all’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta dal fraterno amico e collaboratore, il maestro Beppe D’Onghia. Tra musica classica e pop si rimescolano le carte in tavola, anzi in partitura, com’era solito fare Dalla spaziando di genere in genere, accostando musica colta e musica profana, sperimentando sonorità e ambientazioni che ieri sera sul palco del Teatro Comunale hanno ripreso a vivere.
Frequento assiduamente il Comunale di Bologna da circa quattro anni e non mi era mai capitato di vederlo così colmo di gente. Nei giorni precedenti si era letto ovunque che l’evento fosse andato sold out in poche ore dall’inizio della vendita dei biglietti ma non credevo che il teatro sarebbe stato davvero così gremito. Dalla platea ai quattro ordini di palchi il teatro risuona di chiacchiericci e brusii, si percepisce l’eccitazione dell’attesa che precede i grandi eventi mentre i musicisti prendono posto sul palco sormontato da una grande luna bianca e da una moto, non una moto qualunque ma la prima della serie appartenute al cantautore, una Ducati 450 Scrambler degli anni ’70. Su un lato del proscenio poi uno schermo raffigurante una foto in primo piano di Lucio Dalla, che sembra guardare tutta quella gente e ridersela di sottecchi, sornione.
Dopo i saluti istituzionali la voce registrata di Dalla spiega l’anno 1979 in tutte le sue sfaccettature sociali, politiche e musicali. Poco dopo il maestro Beppe D’Onghia apre le danze e una dopo l’altra vengono suonate tutte le tracce dell’iconico album. Ogni brano vive di un’ambientazione diversa, alla quale sicuramente contribuisce la scelta del cantante assegnato. Comincia un emozionatissimo Gaetano Curreri con L’ultima luna, il pubblico partecipa battendo le mani e la splendida musica di Dalla diventa ufficialmente la protagonista assoluta della serata. Francesco Gabbani canta Stella di mare, alla quale segue il ricordo del poeta Roberto Roversi, anch’egli bolognese, tramite la lettura di una delle sue poesie datata 1979. Renzo Rubino interpreta La signora mentre sullo schermo laterale scorrono i titoli di giornale degli eventi più eclatanti di quell’anno, dagli attentati delle Brigate Rosse agli attacchi dei neofascisti, dall’inizio del quinto governo Andreotti alla formazione del primo governo Cossiga e ancora a papa Wojtyla. Prima dell’esecuzione di Milano, cantata da Giovanni Caccamo, la voce di Dalla spiega il fenomeno della città in ascesa in quel preciso momento storico. Foto_@Giorgio Bianchi - Comune di Bologna_DS74298.jpg
Primo momento particolarmente emozionante della serata, Anna e Marco con un’accorata interpretazione di Marco Masini restituisce sul palco la storia dei due ragazzi attraverso una coppia di giovani attori, stretti in sella alla Ducati. Scena spettacolare quella affidata a Luca Carboni, grazie a tre coppie di ballerini che danzano sulle note di Tango dapprima sul palco e in platea poi, sfrecciando come libellule fra gli spettatori. Il critico musicale Gino Castaldo omaggia Lucio con un contributo video in cui parla dell’omonimo album, delineandone peculiarità e ricchezze, affermando con una nota di malinconia come un lavoro discografico del genere oggi sia impensabile, poiché in Dalla «ogni canzone era un mondo a sè». È la volta dei due giovani, scatenati e divertenti de Lo Stato Sociale, in una versione giocosa e ritmata di Cosa sarà. Ci si avvia alla fine della serata, quando sul palco arrivano Graziano Galatone e Rosalia Misseri, due tra i più bravi performer del musical italiano (in scena con Dalla nella sua straordinaria versione teatrale di Tosca), accompagnati da Iskra Menarini, storica corista di Lucio. Insieme i tre cantano Notte ed è uno dei momenti musicalmente e teatralmente più alti della serata: un trio armonizzato alla perfezione ed eseguito in maniera molto sentita. In un altro contributo video Walter Veltroni regala uno spaccato di Lucio delineandone l’analogia con Federico Fellini nella capacità di immaginare attraverso l’arte ciò che non c’è nella realtà e conclude dicendo amaramente che «tempi come questi avrebbero bisogno di Lucio Dalla». Dulcis in fundo l’ultima traccia dell’album del 1979, sicuramente la più importante, la più conosciuta e cantata all’unisono da tutto il teatro è L’anno che verrà, interpretata da Ron

Il momento dei saluti vede avvicendarsi sul palco gli storici musicisti della band di Dalla, i membri della sua Fondazione e gli amici più cari, ma il pubblico non vuole saperne di concludere la piacevole serata e chiede a gran voce un bis che viene concesso in una versione corale e improvvisata de L’anno che verrà con gli artisti rimasti, nella partecipazione diffusa di platea e palchi. Un omaggio sentito, uno spettacolo organizzato con cura per uno dei più grandi cantautori italiani, con l’auspicio che possa diventare un appuntamento annuale per la città di Bologna.

Erika Di Bennardo 05/03/19

Foto: Giorgio Bianchi

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