Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

Print this page

Goodbye, Mr. Merrick. Ci lascia a 77 anni l’attore inglese John Hurt

Signora Kendal: Oh, Signor Merrick, lei deve venire, il teatro per me è il più bel posto del mondo! È la mia grande passione! Il teatro... È favoloso.
John Merrick: Favoloso... Oh, sì...
Signora Kendal: ...Ah, dimenticavo! Le ho portato un'altra cosa! [Porgendo il libro a Merrick]
John Merrick: Ohhh! Grazie...
Signora Kendal: Lo conosce?
John Merrick: No... Ma lo leggerò volentieri... Oh... "Romeo e Giulietta", ne ho sentito parlare... [Lo apre] ..."Che la mia mano profanasse la santità della vostra, in sé un dolce peccato, le mie labbra, come due pellegrini rossi di vergogna, sarebbero qui pronti ad attenuare con un bacio la ruvidezza di questo contatto"...
Signora Kendal: "Buon pellegrino, per dimostrare la tua devozione fai troppo torto alla tua cortese mano. Le mani dei pellegrini possono toccare le mani delle sante. Palmo contro il palmo, il bacio del fedele."
John Merrick: ..."Ma allora cara santa, lascia che anche le labbra facciano quello che fanno le mani, affinché la mia fine non si muti in disperazione."
Signora Kendal: "Le sante non si muovono, anche se esaudiscono quelli che le pregano."
John Merrick: ..."Allora non ti muovere... Allora non ti muovere mentre mi esaudisci. Dalle tue stesse labbra io sono assolto dal peccato delle mie"...Poi... Poi c'è scritto che si baciano.
Signora Kendal: "Resterà sulle mie labbra il peccato di qui sei assolto."
John Merrick: ..."Oh, com'è dolce... Riparare a ciò... Rendimi il mio peccato." [La Signora Kendal lo bacia sulla guancia]
Signora Kendal: Oh, Signor Merrick! Lei non è affatto un Uomo Elefante!
John Merrick: ...No?
Signora Kendal: No. Lei è Romeo. [Merrick versa una lacrima]

(The Elephant Man – David Lynch)

Incipit forse troppo lungo ma significativo per ricordare John Hurt, l’attore britannico che ieri, all’età di 77 anni, si è spento dopo una lunga battaglia contro un tumore al pancreas.

Perché questo passaggio di The Elephant Man? Perché forse, più di ogni altro, riassume la carriera di un attore straordinario che lasciò la propria anima al palcoscenico, soprattutto nel teatro shakespeariano, e mai si smarrì di fronte alla camera da presa, interpretando ruoli che restano indelebili tra le pagine della storia del cinema.

Nonostante la malattia, non ha mai smesso di recitare: l’ultima sua apparizione è in Jackie, con Natalie Portman, film dello scorso anno candidato a 3 Oscar. Riconoscimento che Hurt non ha mai ricevuto, andandoci vicino nel ’79 con Fuga di Mezzanotte di Alan Parker (per cui si aggiudicò un Golden Globe) e nell’81 con la pellicola di Lynch. Conquistò, invece, diversi BAFTA Awards, i principali premi cinematografici e televisivi britannici.

Nato nel 1940, da un’ex attrice e un matematico in una piccola cittadina mineraria del Derbyshire, in Inghilterra, Hurt studiò alla Grimsby Art School per compiacere i genitori che lo volevano insegnante di arte. Ma all’età di 20 anni decide di seguire le proprie aspirazioni e si iscrive alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra per intraprendere la carriera di attore. A 22 anni calca per la prima volta le scene a teatro, mentre il suo primo ruolo in un film arriva nel 1962, con The Wild and the Willing. Del 1966 è A Man for All Seasons, di Fred Zinnemann, adattamento della pièce teatrale di Robert Bolt, dove Hurt ottiene il suo primo ruolo importante che gli aprirà la carriera. Negli anni Sessanta e Settanta alternò cinema e teatro, recitando in alcune opere di Harlod Pinter e interpretando magistralmente anche Romeo in Romeo e Giulietta (ecco spiegato l’incipit).

In Inghilterra, a renderlo celebre all’inizio fu la tv, grazie alla sua interpretazione dello scrittore, modello e attore Quentin Crisp, icona gay britannica negli anni Settanta, nel film The Naked Civil Servant, per il quale Hurt si guadagnò un Emmy e un premio ai British TV Awards. Ma è nell’arco di tre anni, tra il 1978 e il 1980, che l’attore acquista notorietà a livello internazionale grazie a tre pellicole iconiche della storia del cinema: Fuga di mezzanotte, Alien e The Elephant Man.

Il pubblico più giovane (e gli inguaribili appassionati del genere) lo ricorderà per la sua interpretazione, nella saga di Harry Potter, di Garrick Ollivander, il riservato costruttore di bacchette magiche di Diagon Alley. Ma ai più attenti non saranno sfuggiti altri ruoli fondamentali della carriera di Hurt come quello ricoperto nella trasposizione cinematografica di 1984 di George Orwell – tra l’altro del 1984 – in cui interpreta il protagonista del romanzo, Winston Smith, e quello del cancelliere Adam Sutler in V per Vendetta (del 2005): due ruoli antitetici che segnalano una predisposizione dell’attore all’interpretazione di parti fortemente contrastanti tra loro.

Noto per i suoi personaggi drammatici, Hurt recitò anche in varie commedie – in varie interviste ammise che, per smorzare la monotonia, dopo vari film drammatici non disdegnava parti più “leggere” – e tra tutti ricordiamo il suo ruolo comico più celebre in Balle spaziali, celebre pellicola-parodia di film di fantascienza, in cui si prende in giro nel ruolo da egli stesso interpretato in Alien.
Un nuovo anno che, sulla scia di uno da dimenticare quale è stato il 2016, ci priva ancora di un attore indimenticabile che, come si legge anche nelle sue ultime interviste, affrontò la propria vita artistica e personale con uno straordinario ottimismo.

Goodbye, Mr. Merrick.

Federica Nastasia
28/01/2017