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“Twinkle Twinkle”: folk on the road per il duo Ilaria Graziano e Francesco Forni

Lug 13

Cosa succederebbe se si rinchiudesse una stella in un barattolo? Rispondono Ilaria Graziano e Francesco Forni, duo partenopeo di origine ma internazionale di vocazione, al terzo album: il 16 marzo è uscito “Twinkle Twinkle”, prodotto da Lamastrock/Goodfellas. Con la loro musica il duo viaggia: piega voci e strumenti alle suggestive sonorità di paesi lontani. Fuor di metafora, dal 17 marzo al 26 luglio fanno tappa in tutto il mondo, una tournée intercontinentale da Napoli a Torino, fino a Vancouver e Montréal, e ritorno nel vecchio continente a Londra e Amburgo. Sono presenti nei festival internazionali; sono stati coinvolti nella realizzazione di colonne sonore per il piccolo e per il grande schermo (da “Amore Criminale” a “Un fidanzato per mia moglie” inclusi film d’animazione come “Gatta Cenerentola”); hanno all’attivo collaborazioni con Roy Paci e con Michele Riondino a teatro (l’attore partecipa alla clip della track “Leftovers”).
Twinkle Twinkle artisti«Twinkle Twinkle, there you are / I’ll keep you safe in a jar» è l’incipit di “Be Mine” che, insieme al titolo, dà all’album l’intonazione generale, tra il favolistico e il nonsense. Gli inglesi le chiamano shaggy  dog  stories: niente a che fare con i cani, si tratta di storie con un elemento di incredibile al limite dell’assurdo, come l’inverno che dice buonasera in “La glace et la neige”. È quel gusto per il sarcasmo sottile che caratterizza tradizionalmente i sudditi della Regina, ma che è caratteristico di un modo di vivere più trasversale, di chi la vita la prende con filosofia e umore leggero. Non solo humour però, anche un pizzico di sensualità e carnalità mediterranea, come in “Solo un attimo” («dalla testa ai piedi ti ho baciata»), o in “Leftovers” («face the risk and kiss your lips»).
L’ispirazione per il disco nasce in tour. L’impressione di viaggio on the road è confermata dai ritmi country, folk e blues. È un progetto cantautoriale che accompagna la potenza delle parole alla presa diretta della musica: i motivi sono subito orecchiabili e ballabili. Per gusto vintage e attenzione all’acustica, si presentano come la versione italiana dei Florence and The Machine; per l’uso della chitarra e delle percussioni si avvicinano, invece, al tormentone dei primi anni 2000 “Black Horse and Cherry Tree” di Katie Tunstall. L’intesa perfetta tra i due artisti regala una musica calda e gioiosa, gli acuti di lei si mescolano alla chitarra di lui, la musica procede fluida e sicura dalla ballata al recitativo: con la voce si gioca e si sperimenta, con delicatezza, brio ed eleganza. Da ascoltare, cantare, ballare intorno a un falò in tutte le spiagge del mondo. Da riascoltare e cantare in inverno in attesa della bella stagione.

Alessandra Pratesi 10/07/2018

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