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Tim Blake allo Spaziottagoni per celebrare "Christal Machine"

Mag 10

All’interno dello Spaziottagoni il 7 maggio si sono celebrati i quarant’anni dell’album Christal Machine (1977). Opera d’avanguardia e di emancipazione pionieristica per la musica elettronica, che sfrutta le sonorità ancora fresche della strumentazione digitale. Nume della sperimentazione progressive e space rock - nonostante vicissitudini sfigate che lo hanno privato di una parte della sua strumentazione all’arrivo in aeroporto - il volto inglese di Tim Blake, solcato ormai dagli anni, ha lo sguardo sereno e la voglia d’intrattenere il suo pubblico di fedeli.

Blake ci ha fatto viaggiare attraverso questa musica tipicamente british rock per le corde elettroniche che ne hanno significativamente caratterizzato lo stile artistico. Ex membro dei Gong e attuale degli Hawkwind, Blake blakevanta anche una sostanziosa carriera solista. La sua sperimentazione all’interno del suono sintetizzato diventa quasi la parabola di un santone che paradossalmente sembra spiegare ai giovani come funziona il mondo dell’elettronica invertendone i canonici ruoli. Catturato dalla sua stessa musica, tutto quello che compone si riduce alla discretizzazione di ogni emissione. La chitarra è effettata dalla keytar, la tastiera a spalla, che riproduce la pennata con un colpo di tasto. Ma perché suonare la chitarra con una tastiera? Blake spiega che ormai viviamo in un’epoca dov’è necessario esprimersi e concepire qualunque mezzo per farlo. La tastiera è tanto veritiera e fedele ai suoni quanto fittizia, come può esserlo una chitarra piena di pedali ed effetti. Blake spiega il suo theremin, strumento di cui ancora è incerta la vocazione musicale, una specie di enigmatico sogno per cui il vero strumento sono i movimenti delle dita in rapporto alle onde elettromagnetiche generate da due antenne su un supporto che ne regolano altezza e intensità in base al movimento. Anche qui Blake racconta quanto possa discostarsi da una procedura normale quella del comporre con un simile strumento “difficilissimo da capire e suonare”.

Dopo una carriera immensamente variegata e piena di commistioni Blake cavalca ancora l’onda della musica, non stancandosi mai di mostrare passione e curiosità all’interno della sperimentazione contemporanea che lo rende tuttora un grande pioniere della composizione del suono digitale.

https://www.youtube.com/watch?v=2aAf_oMsz8U 

Emanuela Platania 10/05/2016