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“Tango sin Carmin”, Roma come Buenos Aires

Mag 15

Intenso, ardente, romantico. Il tango di Donatella Alamprese e Marco Giacomini arriva per la prima volta nella capitale e incanta il pubblico del piccolo Teatro Alba.
Tango sin carmin” non è solo un concerto, ma un vero e proprio spettacolo che porta in scena l'omonimo album, un progetto discografico che, come un viaggio, ci conduce dentro il genere argentino che ha conquistato il mondo.
Sulle note di una sola chitarra acustica, la voce della cantante lucana fa rivivere quell'atmosfera decadente dei vicoli della Capital Federal. Quando scende la notte e le strade si liberano dal ritmo martellante del traffico, a Buenos Aires le balere si popolano di quella musica che racconta le sue storie più intime, quelle taciute, non rivelate. La musica diventa l’atto liberatorio, la denuncia, il grido che non cambia le cose ma che allevia il dolore. La Alamprese fa rivivere quei brani dei grandi autori argentini che sono prima di tutto poesie, stati d'animo sotto forma di versi in rime dissonanti.
A ritmo di milonghe e vals, procede questa “narrazione in musica” in cui la morte, il dolore, la disillusione diventano d'ispirazione per testi che devono essere prima di tutto interpretati con la stessa commozione di chi ha vissuto quelle storie. E la voce potente di questa cantante si consuma abbandonandosi a quelle stesse emozioni e, senza arrendersi, senza darsi mai per vinta, vive nell'abisso delle sue più amare certezze.tangosincarmin2
I brani che raccoglie il “tango senza rossetto” hanno come protagonisti eroi tragici, uomini ma soprattutto donne che hanno attaccato la dittatura, denunciato la propria omosessualità, raccontato gli omicidi, la disperazione dell'amore. La musica si fa strumento che permette di rivelare un'innata forza d'animo che emerge in superficie quando si soffre, come in un naturale atto di autodifesa.
Passa tutto il ritmo, la dolcezza e il disincanto nell'esperienza “narcotizzante” di «archiviazione dei sogni» della grande Eladia Blàzquez, passa il concetto della fragilità della vita nell'idea che siamo come «foglie d'autunno» nella poesia di Saul Cosentino, poi passa il dolore per una separazione nel “Desencuentro” di Aníbal Troilo. Tra i molti brani, “Cuadrados y ángulos” è sicuramente uno dei pezzi dai significati umanamente più forti. Il celebre testo di Alfonsina Storni, femminista militante che morì suicida, racconta l'idea che tutto prende una forma specifica a contatto con il contesto in cui vive. L'anima, ma soprattutto le idee si cristallizzano, di conseguenza anche le lacrime si fanno più “rigide”, altrettanto immobili. Alla riproposta di tutte queste esperienze che portano la firma di nomi importantissimi del tango (tra cui anche due brani dello stosso Astor Piazzolla), si aggiungono i nuovi componimenti che sono nati proprio in occasione del nuovo album.
Dalla collaborazione con la poetessa argentina Marta Pizzo e gli arrangiamenti di Marco Giacomini, prende vita “El Puente”, uno sguardo “al femminile”- ma non solo delle donne - sul mondo. Tempo melodico e ritmo scandito si confondono e si fondono dando vita ad un'unica poesia. Qui la musica avvolge col tutto il suo calore, è un progressivo climax che porta “sempre più in alto”, che “sospende” come il ponte che lega due estremi, due coste di uno stesso mare.
Ad ogni modo, il tango resta la testimonianza storica e culturale di un paese dalle tante contraddizioni come l'Argentina. È un linguaggio che per quanto espressione di una tradizione specifica, è diventato il linguaggio di un lirismo universale. Donatella Alamprese e Marco Giacomini rappresentano veramente due testimoni di questa musica che racconta la nostalgia, la pasione, la rabbia e tutta la sensualità che vibra nell'aria di Buenos Aires.

Laura Sciortino 15/05/2016

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