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L’estrema unzione è stata data. Ora  Elio e le storie tese possono riposare in pace, dopo averci regalato quasi quant’anni di grandi musiche e aver segnato l’immaginario di almeno due generazioni, tra vitelli dall’infelice destino e fantasmi s(h)palmati. Nella serata del  29 giugno, a Barolo, all’interno della decima edizione del Collisioni Festival, si è tenuto infatti l’ultimo concerto della band milanese, che con quest’ultima tappa del Tour d’Addio si congeda dai palcoscenici. Il concerto-evento - trasmesso da RTL 102.5, ha trovato nella bucolica cornice di Piazza Colbert, e soprattutto nella partecipazione di un pubblico di fedelissimi, l’atmosfera perfetta per celebrare un’ultima volta la carriera degli Elii. Una memorabile festa mortuaria di circa tre ore e mezza cui hanno preso parte molti ospiti, tra cui Piero Pelù, Maccio Capatonda, Neri per Caso, The Kolors.
La scaletta ha replicato quasi totalmente quella del primo concerto d’Addio del Mediolanum Forum, con Servi della gleba e l’immancabile basso in slap di Faso in testa, seguita dall’altro classico Burattino senza fichi. Si sono poi susseguiti alcuni dei pezzi dall’animo più prog della band, come La vendetta del fantasma formaggino, Essere donna oggi o la delirante Cateto, brano dei primordi ripescato dopo molto tempo ma mai dimenticato dai fan più agguerriti di ogni età, che nel cantarne a squarciagola i verso hanno dimostrato tutta la loro affezione alla band. Brani dalla struttura complessa e che richiedono un’abbondante strumentazione, una caratteristica quest’ultima che ha reso ancora più penalizzante la pessima acustica della piazza, da cui però l’abilità tecnica degli Elii non si è lasciata scoraggiare. Eelst 1
Un altro aspetto meno convincente è stato il non sempre felice inserimento degli ospiti all’interno della scaletta che, dopo il consueto e scatenato disco medley, si è presa ampio spazio per far salire sul palco i vari amici e colleghi della band, rallentando però il ritmo dello show. Così, Pelù si è esibito al fianco di Elio in una parodia di Regina di cuori, ribattezzata Regime di cuori - c’è chi si aspettava piuttosto, e forse a ragione, un dissacrante duetto sulle note di Litfiba tornate insieme -, Filippo Graziani ha cantato Monna Lisa - scritta dal padre Ivan -, mentre la comica Geppi Cucciari ha tenuto un contest per decretare, a furor di pubblico, chi tra i The Kolors e Mangoni potrebbe essere l’erede di Eelst - con la vittoria schiacciante del secondo. Molto bene proprio i The Kolors, unitisi alla band per suonare Shpalman assieme al sopraggiunto Rocco Tanica, che nell’aprile del 2016 aveva annunciato il ritiro dalle scene live. La scorsa sera Rocco è tornato in forma smagliante per un paio di canzoni, tra cui la storica Cara ti amo e la recente - e malinconica - Il circo discutibile, scritta dallo stesso Tanica e con una finale riflessione sul tempo affidata alle parole e alla voce di Fellini. Per i presenti la sera del 29 giugno è stata anche l’occasione per assistere alla prima e unica esibizione su un palco del mestissimo Mariottide (alias Maccio Capatonda), in un esilarante “assolo di pianto” dedicato allo scioglimento del gruppo. Ha preso parte al concerto anche Ambri Piotta (nipote dello scomparso Feiez) come supporto all’esibizione di Dj Mendrisio (alias il batterista Christian Meyer) e Sir Oliver Skardy (voce dei Pitura Freska) che invece si è esibito in Uomini col borsello.
Dopo aver dato fuoco ai matusa e al governo sulle note di Supergiovane, dopo aver salutato i fan con la sanremese Arrivedorci, è infine giunto il momento dell’estremo commiato, affidato come tradizione vuole alla leggendaria Tapparella e ai cori del pubblico al grido di “Forza Panino!”. Quello del 29 giugno è stato sicuramente un concerto e un omaggio memorabile, l'ottima conclusione di una carriera che si chiude tra la commozione e la gioia. Tra la gioia, certo. Perché è vero che, come disse Ugo Foscolo, “sol chi non lascia eredità d’affetti/poca gioia ha dell’urna”.

Riccardo Bellini  30/06/2018

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