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Lunedì, 26 Marzo 2018 09:54

"Touché", l'indie rock secondo Mèsa

L’entità protagonista dell’album è toccata, colpita. Da cosa? Da un amore, dalla piega che ogni giornata prende, dalla vita. Mèsa è il nome d’arte di Federica Messa, cantautrice romana nata nel 1991. “Touché” è il suo primo album prodotto da Bomba Dischi.
«Ogni canzone è una stanza, un posto dove succede qualcosa di irripetibile: la verità». Questo è il motto di Mèsa, che vede la canzone come occasione per mostrare un punto di vista sincero del mondo, per esternare emozioni, per disegnare con parole e musica su una tela immaginaria. “Touché” è un’opera che esprime freschezza e leggerezza; a cantare è una voce dal timbro pulito ma che, come la poesia, si prende le proprie libertà e non si inserisce sempre perfettamente al contrappunto musicale. Il genere può collocarsi nell’ambito di quello che definiamo indie rock italiano, con qualche influenza dall’universo del jazz e l’elemento affascinante di sonorità dal gusto vintage come risultante di una registrazione volutamente sporca, ovattata, come quella dei nastri magnetici. A livello vocale ed estetico, Mèsa ricorda personaggi di spicco nel panorama musicale italiano contemporaneo come Levante, o figure più rock più navigate ma di grande successo come Paola Turci e Cristina Donà. Le sue parole raccontano vicende tipiche dell’indie: storie di ordinaria quotidianità presentate dal punto di vista di una ragazza che vede avvicinarsi “la fine dei vent’anni”, per citare il più noto collega Motta, e che non esita a rendere poeticamente interessante la propria vita. Tra dolcezza e grinta, Mèsa è portatrice di una femminilità che sprigiona energia tramite uno stile forse già sentito ma vestito di nuovo.

Le sue canzoni aprono le porte di un intero mondo. La ricchezza è soprattutto nella scrittura: tra i versi dei brani si leggono immagini di vita accompagnate, come in un film, da una colonna sonora che si ascolta volentieri e senza troppo impegno, leggendo un libro, viaggiando, passeggiando tra i vicoli della propria città.
L’album è composto da undici canzoni, e uno degli aspetti principali e ricorrenti dei testi è l’adozione un po’ mitica e bucolica di una natura che si pregna dell’essenza umana, di qualcuno che manca: «facciamo lunghe passeggiate sul lungomare del tuo silenzio come se il vento nei capelli fossi tu» (“Non me lo ricordavo”), «per ogni volta che l’ultima volta un nuovo cielo mi grida ti amo» (“La colpa"), «spostare i pianeti con la forza del pensiero» ("Un esercito orizzontale"), e lo stesso titolo “Oceanoletto”. Ogni canzone presenta caratteristiche proprie a livello musicale e ritmico ma lo stile omogeneo e il linguaggio quotidiano e metaforico, ricco di immagini ricorrenti, fanno di “Touché” un discorso continuo e coerente. Come Mèsa recita in “Il mare tra il dire e il fare”: «non smetterà questa voglia che resta come un ritornello nella mia testa, non smetterà questa voglia che resta se non sbatto la testa un po’ più forte domani…».

Benedetta Colasanti 26/03/2018

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