Uscito il 25 gennaio e al momento presentato nel loro omonimo tour che si concluderà proprio a fine aprile, "Sindacato dei sogni" è l’ottavo album dei Tre Allegri Ragazzi Morti. La band, ormai una conferma nel panorama dell’alternative rock italiano, formata da Davide Toffolo, Luca Masseroni e Enrico Molteni torna a distanza di tre anni dall’ultimo album Inumani, distribuito sempre dall’etichetta indipendente da loro fondata, La Tempesta.
Il titolo del cd è un esplicito riferimento e tributo alla band californiana Dream Syndacate, fondata nel 1981 da Stewe Wynn, uno dei massimi esponenti del movimento musicale Pasley Underground.
Riprendendo il sound psichedelico tipico di questa scena musicale, una sorta di degenerazione di alternative rock, i Tre Allegri Ragazzi Morti danno vita ad un disco dai richiami chiaramente sperimentali dove l’uso della chitarra funge da colonna portante.
Del resto negli anni Ottanta furono proprio i Dream Syndacate ad incentrare il loro suono sulle chitarre elettriche, richiamando a loro volta il rock dei Velvet Underground.
Tra le dieci tracce sono state selezionate Caramella, Bengala, Calamita e Una ceramica italiana persa in California come singoli.
Caramella, che apre il cd, vede la partecipazione di Nicola Manzan e sintetizza perfettamente la linea scelta per il disco, non solo per la natura psichedelica del suono ma anche per il testo sintetico. Calamita invece è un chiaro omaggio alla città di Pordenone a cui il gruppo è molto legato.
Con Bengala c’è un ritorno alla poeticità dei testi semplici tipici dei TARM e un’armonica accattivante ad accompagnare batteria e chitarra.
Una ceramica italiana persa in California, a conclusione del disco, non solo racconta qualcosa di più sulla copertina ma funge un po’ da chiave di lettura.
L’immagine sulla copertina del cd raffigura una ceramica di manifattura italiana, acquistata in California, e rappresenta tre gatti a cui Davide Toffolo ha prontamente aggiunto l’inconfondibile maschera dei TARM. La canzone è un vero e proprio viaggio sonoro, tra lo psichedelico e l’ipnotico, con qualche accenno di elettro funk.
Sindacato dei sogni, ad un primo ascolto distratto potrebbe sembrare un ritorno al sound originale dei TARM con l’aggiunta di elementi di novità. In realtà si tratta di un riavvicinamento passeggero a quel rock con cui li abbiamo conosciuti, ma con la consapevolezza che solo sette cd, tutti diversi l’uno dall’altro, possono dare. Il risultato, in ogni caso, è una texture sempre più variegata all’interno della quale però si riescono chiaramente a distinguere i segni contraddistintivi di un gruppo in continua avanscoperta.
Giulia Mirimich 15/04/2019