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Gran finale per l'OnStage! Festival: atmosfera effervescente con Piji Electroswing Project

Gen 29

Guardare al passato per suonare il futuro. Conservare la memoria attraverso atmosfere d'avanguardia e gusto vintage. È il sound tutto muscoli (e anche cervello) dell’Electroswing di Pierluigi Siciliani, meglio noto come Piji, protagonista in grande stile dell'ultimo atto dell’OnStage! Festival, la rassegna di teatro americano in Italia in programma all'Off Off Theatre.
Arrangiamenti digitali, soluzioni effettistiche, elettroniche. L’espediente perfetto per rimasticare un bagaglio musicale d'altri tempi e renderlo più fruibile alle tendenze moderne, taglienti, evitando di sconfinare nello sterile effetto revival. Un meccanismo che attinge dal repertorio saltellante post crisi del ’29, privo di ingranaggi difettosi, efficace, funzionale. Automatismi in grado di suggerire nuove maniere stilistiche ed espressive, che imbrattano gli stilemi del pop, suggestionano la sfera house, funky, a livello eterodirezionale. Una perfetta mescolanza di generi ed influenze, il punto di incontro tutt’altro che approssimato tra il sound retrò e l’immediatezza del presente. Piji conduce a sé, canta e incanta, si destreggia col piglio da crooner cantastorie. Narra fatti di casa nostra con tono irriverente, provocatorio, mattoide. PIJI b_n 2 (ph. Tamara Casula).JPGCon lui sul palco, Gian Piero Lo Piccolo (clarinetto), Egidio Marchitelli (live electronics & chitarra elettrica), Francesco Saverio Capo (basso), Andy Bartolucci (batteria) sapienti e navigati mestieranti, che danno lustro in toto alle studiate o imprevedibili divagazioni performative. L’artista presenta abitudini e vicende contingenti, comuni, di una ordinarieta’ che si tinge di follia, accelerata e poi sincopata a ritmo di swing. Un mondo tutto nostro a modo tutto suo, con la punta del compasso aperta per delineare a trecentosessanta gradi amore, politica, costume, osservati dalla lente stralunata dell’electroswing, costantemente alla ricerca di una via di fuga dall'amara realtà.
È un concert-show IMG_20190127_214540.jpgnel quale il sorriso è sempre un lusso da concedersi, più o meno consapevolmente, prima e dopo una spontanea riflessione. L’artista prende per mano il pubblico senza mai abbandonarlo, spiega con versi e note i segmenti di una scanzonata presa di coscienza che si fa interattiva, sdrammatizzata, consociante. Lo fa da vero entertainer, dando del tu al palcoscenico, vero e proprio habitat naturale, senza mai far rimpiangere la lezione di Django Reinhardt, Luis Jordan, Parov Stelar. Piji è un performer sui generis, conoscitore dei trucchi da cantante confidenziale, senza inganni. È l’eccezione alla regola che dimostra senza tema di iperbole, come saper tener perfettamente a loro agio due piedi in una scarpa. Riporta alla mente usanze arboriane, sembra voler fare l'americano con rap, dance e cubase, poi strizza l’occhio all’effetto nostalgia per non rischiare di restare in-trap-polato nelle sonorità all’ultimo grido. Il risultato è una soluzione artistica ben confezionata, lavorata di cesello. È un gioco serio, adatto a tutte le età. Un gioco dinamico, attivo, organizzato. E bello, perché non dura poco. Cosí, cala il sipario sulla riuscita settimana a stelle e strisce che ha accompagnato il pubblico dell’Off Off Theatre. L’appuntamento intanto, che si preannuncia ricco di sorprese, è rinnovato ad una prossima edizione a cavallo tra aprile e maggio 2019 negli Stati Uniti.

Francesco Caselli 28/01/2019

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