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Chitarre organetti e dialetti al Teatro Mongiovino. Successo per la rassegna Non è mica…la Ribalta!. I cantautori conquistano il palco.

Feb 27

ROMA - Alla Garbatella c’è un piccolo teatro. L’aspetto è semplice, la struttura esterna sobria e umile, ma varcata la soglia si è catapultati in un ambiente singolare, quasi fiabesco. Il Teatro Mongiovino è casa della famiglia Accettella e del loro Teatro delle Marionette, da sempre impegnato in eventi e laboratori rivolti a bambini e ragazzi ma da ottobre dell’anno scorso al centro di un progetto, in collaborazione con l’etichetta Non è mica Dischi, teso a riportare la musica a teatro e aprire le porte ad un pubblico più adulto. Grazie alla rassegna Non è mica…la Ribalta! la serata di venerdì 22 febbraio ha visto salire sul palco il duo formato da Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro, artisti esperti capaci di ridar voce alla musica popolare combinando i suoni della tradizione alle tendenze odierne, e il giovane musicista esordiente Danilo Ruggero, che ha suonato alcuni suoi brani in apertura dell’evento.
Una serata di elevato livello artistico, dedicata al panorama cantautoriale, con performance capaci di unire la poesia dei dialetti nostrani ad un accorto ed emozionante accompagnamento musicale, il tutto nella sognante atmosfera del Teatro Mongiovino.

Albertomarchetti1Il palco è spoglio, perché la musica non necessita di scenografia, ma è comunque colmato dalla qualità artistica degli ospiti esibenti. Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro emozionano e divertono, portando a teatro il disco Canti, ballate e ipocondria d’ammore che gli è valso la Targa Tenco 2017 per il miglior album in dialetto, in una performance in bilico fra un concerto e uno spettacolo. Il primo è musicista e interprete in dialetto napoletano, sebbene lucano di nascita, autore di testi poetici permeati da una forte appartenenza territoriale accompagnati dal suono di un’efficace chitarra. Il secondo, originario di Gaeta, siede invece dietro al proprio organetto (fisarmonica diatonica), antico strumento di cui si mostra esperto e innovatore, capace di unire il suono tipico di una certa tradizione popolare ad un impianto effettistico figlio di tempi moderni, fra loop station, delay e pedali wha wha. Il risultato di questa collaborazione, prodotto dalla casa discografica Squilibri, è un lavoro unico nel suo genere, afferente al mondo del teatro-canzone che artisti come Gaber resero famoso negli anni ‘70. 
In scena Loguercio e D’Alessandro parlano, si raccontano, dialogano con il pubblico. Un pubblico che sorride all’idea di un “vibrione innamorato” raccontato nel brano Ballata dell’ipocondria, si perde nella poesia rappresentata dalla traccia T’aspetto ccà, e si emoziona nella malinconica melodia e toccante testo di Cumpa’. Il loro disco, oltre ai riconoscimenti ottenuti, si conferma un lavoro complesso, capace di dare spettacolo grazie alle parole sussurrate a fil di voce ed espressive di Loguercio e il virtuosismo mai fine a se stesso di D’Alessandro, in una commistione di suoni ed emozioni che non ha potuto che concludersi con un caloroso applauso. Sul palco, fra ritmi folcloristici, lemmi napoletani e un sound acustico in bilico fra tradizione e innovazione, ha preso vita la poesia dei due artisti, una poesia d’amore, in tutte le sue forme, in tutte le sue possibili rappresentazioni ed espressioni.

Grande successo anche per Danilo Ruggero, giovane cantautore siciliano, secondo classificato della prima edizione del concorso Non è mica da questi particolari che si giudica un Cantautore, che ha presentato quattro brani tratti dal suo Ep d’esordio In realtà è solo paura e un inedito portato per l’occasione. L’artista, classe ‘91 nato a Pantelleria, ha aperto la serata con la sua chitarra e la sua energica voce, solo sul palco, senza accompagnamenti o ausili elettronici. Un suono pulito e senza sbavature; una voce profonda e intensa; brani in dialetto ma anche in italiano, tutti molto personali e per questo eseguiti con forte carica passionale. Lavori come Damu focu ai pinsera mostrano tutta la capacità compositiva di Danilo Ruggero che arpeggia sulle sei corde del suo strumento mentre la voce si spande lungo tutto il teatro. Mentre tracce come Lo Spazio lasciano intravedere quelle che sono le influenze più pop e moderne, insinuatesi nella sua melodia e nelle sue parole.

Una serata sicuramente riuscita nel suo intento di riportare la musica in un luogo con cui negli anni ha progressivamente perso i contatti. La musica a teatro vuol essere, per Non è mica Dischi e il Teatro Mongiovino, il modo di aumentare i canali di diffusione di artisti popolari, cantautori capaci spesso oscurati dalle normali vie di commercio del sistema musicale che prediligono altre forme artistiche. La rassegna, giunta alla sua quarta serata, ha già in programma per i mesi di marzo e di aprile altri due eventi.
Alla Garbatella c’è un piccolo teatro, ma al suo interno si esibiscono grandi artisti.

Lorenzo Bartolini 24-02-2019

Foto: Alberto Marchetti

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