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Noel Gallagher live al Rock in Roma: Oasismania alle Capannelle

Lug 27

(Stranded On) The Wrong Beach
Everybody's on the Run
Lock All the Doors
In the Heat of the Moment
Fade Away (Oasis cover)
Riverman
The Death of You and Me
You Know We Can't Go Back
Champagne Supernova (Oasis cover)
The Dying of the Light
AKA... Broken Arrow
Dream On
Whatever (Oasis cover)
The Mexican
Digsy's Dinner (Oasis cover)
If I Had a Gun...

BIS:
The Masterplan (Oasis cover)
AKA... What a Life!
Don't Look Back in Anger


Un minuto di silenzio, doveroso, per rispettare il bimbo di 4 anni morto alla stazione metro di Furio Camillo. Il pubblico delle Capannelle, euforico e ansioso di ascoltare Noel Gallagher, si dimostra educato, e per sessanta secondi non vola una mosca al Rock in Roma. Poi un lungo e sentito applauso. Lo spettacolo può cominciare.
Puntualità disarmante dell'ex Oasis, che alle 21.45 spaccate schitarra il primo accordo di (Stranded On) The Wrong Beach, seguita dagli ipnotici acuti di Everybody's on the Run, repertorio d'esordio dei suoi High Flying Birds. La scaletta è identica al live milanese del 6 luglio, e il pubblico romano sembra aver studiato. Il ritornello di Lock all the doors e In the Heat of the Moment – sarà pure il classico singolo, ma dal vivo è un gran pezzo – fanno da prologo al primo nostalgico momento Oasis, Fade away.
Spazio alla sperimentale Riverman, accompagnata da un trio di fiati come anche The death of you and me e You Know we Can't Go Back, durante la quale sui maxischermi vengono proiettate foto d'infanzia di Noel.
La mente degli Oasis è in forma, e lo dimostra al suo pubblico. Noel coglie in flagrante qualcuno che dalle prime file si allontana verso l'uscita e scherza: "Vai già via? Grazie di essere venuto! Come? Sei fatto? Etere? Oh, l'etere è meraviglioso! Almeno compra una maglietta".
Champagne Supernova si trasforma in un assolo del pubblico, The Chief si limita a suonare e a tenere il ritmo. Dal prato qualcuno intona Live Forever, lui risponde smargiasso: "Bella, eh? Chi l'ha scritta? Quale fottuto genio ha scritto quella canzone?". L'atmosfera è vibrante, e si fa ancor più esaltante con le stupende The Dying of the Light e Broken Arrow. Qui la vena più sentimentale di Noel si può scatenare, insieme all'estasi di chi ascolta. A questo punto, ci si aspetterebbe The Girl with X-Ray Eyes a completare il trittico emozionale, e invece Il Capo piazza Dream on, dal titolo evocativo e dal ritornello danzerino.
Poi il via a un finale dalla lacrima facile. Whatever, Digsy Dinner – pezzo forse sottovalutato, anche se con la voce graffiante di Liam era tutta un'altra cosa – If I had a Gun, The Masterplan, What a Life e Don't Look Back in Anger. Ogni commento è superfluo.
Noel Gallagher emoziona, invecchia magicamente come un buon vino, non sbaglia un colpo e riarrangia alla sua maniera pezzi da oasismania. Una performance con pochi orpelli, tanto britopop e poche parole, eccezion fatta per "fucking genius", "buonasera Roma", "grandi", "see you the next time".
God Bless Noel Thomas David Gallagher.

Daniele Sidonio 10/07/2015

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