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Max Ionata e Dado Moroni fanno risplendere le melodie di Stevie Wonder

Mar 29

Una gioia per le orecchie, un omaggio sentito a uno dei più grandi artisti nella storia della black music da parte di due fantastici musicisti jazz italiani. Alla Casa del Jazz, venerdì scorso Dado Moroni e Max Ionata hanno presentato al pubblico romano il loro ultimo lavoro "Two for Stevie", nel quale vengono suonate in versione jazz alcune delle composizioni più importanti di Wonder. L'album risulta piacevole, così come lo era il precedente "Two for Duke" dedicato a Ellington, ma soltanto dal vivo è possibile rendersi conto dello straordinario lavoro di rilettura che è stato compiuto dai due musicisti.

Max al sax e Dado al piano si cercano, si inseguono ma, soprattutto, sanno mettersi da parte quando è il momento di far risaltare lo strumento dell'altro. Il loro connubio è semplicemente esemplare, non c'è una nota fuori posta, non c'è mai alcun sospetto di virtuosismo fine a se stesso. Lo scopo è semplice e chiaro: far risplendere le incantevoli melodie, gli inarrivabili giri armonici dei pezzi di Stevie. E così si possono ammirare in tutta la loro perfezione le infallibili interpretazioni di "Have a talk with God", "Love's in need of love today", "Isn't she lovely". Da brividi l'esecuzione di "I wish": Dado lascia Max al suo sax e il risultato è un assolo di due minuti impressionante, di fronte al quale anche l'ascoltatore più bacchettone farebbe fatica a non muoversi e a non entusiasmarsi. Nella stessa maniera, Max esce di scena quando è il momento di "Ribbon in the sky" e il piano di Moroni ricambia il favore, emozionando in questo caso anche lo spettatore più sensibile. I due si conoscono, si vogliono bene, si amano reciprocamente dal punto di vista artistico: si vede e si sente. Commuove la dedica finale di Dado neo-papà al figliolo prima di "You are the sunshine of my life" e, alla fine del concerto, si esce dalla sala con la voglia di riascoltare "Don'you worry 'bout a thing" in questa sua nuova vita.

Tra un pezzo e l'altro, Dado e Max si scambiano confidenze e battute ma ricordano che la musica è arte e che necessita di essere difesa strenuamente, essa sia pop, jazz o blues. A riprova del fatto che forse esistono soltanto due categorie: quella della buona musica e quella della cattiva, e loro hanno dato una prova inconfutabile della sconfinata magia della prima.

 

(Emiliano Dal Toso) 

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