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Max Gazzè all'Obihall di Firenze: concerto ordinato con fuga in minore

Mar 01

Un palco a tre profondità, un gioco di luci sgorganti, un suono avvolgente, roboante, pulito nonostante l’acustica limitante, una discreta dose di istrionismo. Questi gli ingredienti con cui Max Gazzè cuoce a puntino l'Obihall di Firenze per la serata bis della tappa toscana.
Senti, senti da che pulpito parte il concerto. Due ore filate via lisce come l'olio, con qualche sbavatura emotiva nel finale. Il musicista romano apre le danze con "Mille volte ancora", secondo singolo del suo Maximilian lanciato al pubblico da un antro posto in alto alla sinistra del palco. Immobile e rintanato dietro gli strumentisti, Max esce fuori e comincia la declamazione dei suoi successi. L'elettronica “Megabytes” precede un trittico che accende – ci prova, almeno dovrebbe – un pubblico distratto: "I tuoi maledettissimi impegni", "Il timido ubriaco" e "Il solito sesso" sono tre tappe creative centrali del percorso di Gazzè – 2013, 2000, 2008 – che piazza subito in scaletta il brano scelto dai fan, "Su un ciliegio esterno". Il live avanza senza intoppi, l'atmosfera si arroventa con "Nulla", ballatona dell'opera ultima del bassista riccioluto.
Perfetto e riuscito il gioco di luci, che ingoia Gazzè in un prisma colorato e lo rigetta al pubblico a intermittenza, come a voler dare più importanza all'elemento sonoro e vocale e non alla presenza fisica. Che comunque conta, perché nei momenti di interazione coi fan Max è insuperabile. Momento topico? La laconica risposta a chi gli chiede "Teresa": Max accenna il primo verso, ma nessuno tra il pubblico continua. "Ma dai, non la sapete nemmeno!". "L'uomo più furbo" ed "Edera" – Max scende al secondo livello del suo palco, seduto sulle scale e senza basso – danno un tocco di raffinatezza a un'esibizione senza fronzoli, ordinata, pulita, rigorosa.
Sacrosanta la presenza di "L'amore non esiste", che simboleggia lo strascico amicale – lungo 20 anni, a dir la verità – del 2014 con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi, "che salutiamo". Azzeccata e potente l'altalena emotiva creata con l'accoppiamento di "Mentre dormi" e "La vita com'è", che chiudono la prima parte. ll tris di brani pescati dall'album d'esordio, di cui ricorre il ventennale – con simpatico video celebrativo – è forse più per Max che per il pubblico, che comunque non disdegna, anzi, applaude, soprattutto perché sa che è arrivato il momento di "Vento d'estate”, "Sotto casa" – geniale e divertente il siparietto con un finto prelato giunto a "benedire" l'Obihall – e "Una musica può fare", che avrà anche "nininni-nananna" nel testo, ma è una bomba a orologeria.
Certo, se il pubblico ti acclama a fine concerto sei costretto a rientrare e ringraziarlo con un'altra canzone, ma il finale in minore con "Comunque vada" finisce per svilire una scaletta piena di hit, praticamente impeccabile. Se si esclude "Teresa", per la quale bisognerà attendere l'estate. Parola di Max.

 

Per il report video clicca qui

Max Gazzè live all'Obihall, la scaletta:

Mille volte ancora
Megabytes
I tuoi maledettissimi impegni
Il timido ubriaco
Il solito sesso
Su un ciliegio esterno
Nulla
Ti sembra normale
Cara Valentina
La Favola di Adamo ed Eva
Sul fiume
Raduni ovali
L’uomo più furbo
Edera
L’amore non esiste [Fabi-Silvestri-Gazzè]
Questo forte silenzio
Mentre dormi
La vita com’è
Il bagliore dato a questo sole
Sirio è sparita
L’eremita
Vento d’estate
Sotto casa
Una musica può fare

BIS
Comunque vada

Daniele Sidonio 01/03/2016