Smesso il cappello vintage da cowboy – tributo al bluesman Eric Bibb - la rivelazione del pop britannico del 2015, James Bay, è di nuovo pronto a scalare le classifiche internazionali, ma con una evidente inversione di stile. "Electric Light", disco uscito a maggio, contiene alcuni brani in grado di rompere drasticamente con "Chaos and the Calm", del 2015. Un trucco commerciale o vera rivoluzione artistica? Bay sembra voler giocare sulla risposta che molti vorranno dare a questa domanda, nonostante scriva nel booklet di "Eletric Light" che questa sperimentazione è sinceramente voluta e fa parte della sua ricerca artistica, “is about accepting yourself through evolution, growth and change”.
Reduce da un brit award come artista maschile del 2016, Bay è tornato anche a calcare un palco italiano, ospite di Unaltrofestival al Circolo Magnolia di Milano, lo scorso 8 luglio. Dopo qualche ora dall’inizio ufficiale della serata con Adam Nass, Albin Lee Meldau, Andrea Poggio e Typo Clan, ecco che i fan di Bay si appostano sotto il main stage: non c’è massa, ma quel gruppo giusto per godersi il live. Qualche accordo di chitarra dopo che il sottofondo si abbassa e James Bay arriva subito sul palco. Look total black, jeans skinny e camicia anni ’50. Le movenze e anche il ciuffo ingellato (che dura fino a metà del primo brano) ricordano quasi Elvis. E da qui si capisce che Bay vuole giocare (sul serio!) con la sua immagine." Wasted on Each Other", con il suo riff rock è il brano di apertura, così come avviene nell’album; poi arrivano "Pink Lemonade" e "Craving". I primi tre brani scorrono, accendono la curiosità del pubblico, ma stranamente Bay non rivolge alcun saluto, se non il fugace “Ciao Milano”, alla fine del terzo brano. Decisamente freddo il suo rapporto con la folla. Forse a causa dei cambi repentini di chitarra (quasi ad ogni pezzo). Forse per estrema professionalità e concentrazione. Forse per timidezza o svogliatezza. Fatto è che non interagisce a pieno con i fan, se non quando si meraviglia della prontezza con cui cantano i suoi pezzi, vecchi e nuovi.
D’altro canto, Bay è davvero il cuore pulsante dello show. Pur contando su una band composta da 4 musicisti e due coriste afro, le chitarre che cambia, corrispondono ad altrettanti assoli. E un cantautore che non si trincera dietro la chitarra ritmica, ma padroneggia la lead guitar, va considerato come dettaglio non trascurabile. Eccome! Controllo vocale impeccabile, anche quando si abbandona a piccole variazioni. Il pubblico, cospicuamente formato da coppie e ragazze, si infiamma per "If You Ever Want to Be in Love", "Wild Love" e "Just For Tonight". Abbracciati e muniti di led di cellulare, gli spettatori ascoltano rapiti le ballad "Us e Slides". Ma una delle punte di diamante dell’esibizione è sicuramente "The Best" di Bonnie Tyler (portata alla ribalta da Tina Turner). Bay la sta inserendo da qualche mese nei suoi live e l’ha proposta anche in una session live per BBC Radio. Voce e Telecaster. Eleganza ed energia, per un brano davvero senza tempo che racconta l’amore con passione e graffio. Con quello stesso piglio che Bay ha saputo mutuare dagli anni ’90. Le strofe sussurrate, gli acuti in falsetto.
Poco più di 90 minuti di concerto fluiscono con leggerezza e si arriva al bis con "Hold Back The River", con la speranza che non sia l’ultimo pezzo. Qui Bay recupera il rapporto con il pubblico, creando una bella alchimia. Chiede ai fan di cominciare ad intonare la parte finale del brano, che recita “Lonely Water…Lonely Water”. Il pubblico lo segue. Dopo la lunga intro comincia la canzone. La hit che ha scalato le classifiche di mezzo mando parla di un fiume che non si vuole lasciare scorrere, di vivere ogni attimo con intensità, cogliendone dettagli e sfumature. Con la voglia di fermarsi a comprendere l’Altro, e la vera personalità che nasconde. Non c’è messaggio migliore per concludere un concerto fatto di voglia di vivere, amare ed emozionarsi. Con un inchino assieme alla band Bay si congeda dal suo pubblico, rapido così come era arrivato.
Le sonorità elettriche che hanno avvolto e pervaso parte dei 14 brani eseguiti, non tradiscono le melodie folk a cui Bay ha abituato il suo pubblico. E allora questo disco e il cambio di outfit non sembrano altro se non un cambio di “muta”, mentre il cuore del songwriter rimane immutato. In una continua ricerca di sonorità che intrattengano e divertano il pubblico.
SCALETTA
Wasted on Each Other
Pink Lemonade
Craving
If You Ever Want to Be in Love
Wanderlust
Sugar
Drunk High
Wild Love
Scars
When We Were on Fire
Us
Let It Go
Just for Tonight
Best Fake Smile
The Best (Bonnie Tyler cover)
Hold Back the River
Ilaria Vanni 16/07/2018