Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

Il Jazz italiano per L’Aquila: più di sessantamila persone per rendere indimenticabile la città e la musica

Set 08

Il Jazz italiano per L’Aquila: più di sessantamila persone per rendere indimenticabile la città e la musica

Camminare per le strade de L’Aquila e non riuscire a passare per la quantità di gente che le “invade” è una sensazione bellissima; un’emozione che ricorda la forza che ha unito l’Italia dopo il 6 aprile del 2009, quando da tutto il paese si mobilitarono volontari per aiutare le popolazioni colpite dal sisma.
Questa volta i volontari sono stati i musicisti, più di 600 jazzisti hanno suonato su ben 18 palchi, disseminati per tutta la città, tra qualche cantiere per la ricostruzione, i palazzi puntellati e le impalcature, segni indelebili del dramma che ha colpito il capoluogo abruzzese.
Ma la scorsa domenica però sembrava di essere in un sogno, mentre si passeggiava si sentiva la musica risuonare per le mura; tutti incantati davanti ai palchi: giovani, artisti, appassionati, turisti, cittadini aquilani, la maggior parte meravigliati davanti a tale affluenza.
La manifestazione, fortemente voluta dal Ministro Dario Franceschini, dal Sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, dal musicista e direttore Paolo Fresu, e sostenuta dalla SIAE e dal contributo di Puglia Sound, ha portato a L’Aquila oltre sessantamila persone. Una sorpresa per tutti, che fa ricordare questo evento di musica jazz, come probabilmente il più ricco e importante che si sia visto nel nostro Paese.
Lo stesso ministro Franceschini, entusiasta per la grandissima partecipazione di pubblico, ha affermato: “Di fronte a un successo talmente clamoroso, con il Sindaco de L’Aquila abbiamo deciso di rendere questo appuntamento fisso: si terrà ogni anno nella prima domenica di settembre”.
Un momento memorabile rimane il concerto di Paolo Fresu, direttore artistico dell’evento, musicista di spicco dell’ambiente jazz: la Scalinata di San Bernardino ricoperta di persone, e ai piedi il palcoscenico con Fresu e il suo quintetto. Ai bordi della scalinata, sul prato scosceso i giovani si arrampicano per riuscire a gustarsi il concerto da una buona visuale, anche qualche adulto più temerario si inserisce. Tutti sembrano uniti e trascinati dalla curiosità, dalla passione per la musica, da un sentire comune che lega le sensazioni di ognuno. Fresu stesso sembra sbalordito davanti a tale folla e alla fine esclama: “Vedere da qua questa scena è davvero emozionante!” La giornata di domenica ha “un alto valore concreto e simbolico per la città in ricostruzione e per il jazz italiano”, ha dichiarato poi il trombettista.
Tantissimi altri musicisti si sono esibiti, chi nelle piazze, chi nella meravigliosa Basilica di San Bernardino, da poco riaperta, nei parchi, sul ponte della Fortezza e in tanti altri luoghi storici della città. Tra tutti si ricordano Enrico Rava, Doctor 3 con Gino Paoli (tra i primi sostenitori dell’evento), Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, Antonello Salis, Gianni Coscia, Gianluigi Trovesi, Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli, Gianluca Petrella, Roberto Gatto, Rosario Giuliani, Stefano Battaglia, Paolo Damiani, Javier Girotto con gli Aires Tango, Pietro Tonolo, Tiziana Ghiglioni, Dado Moroni, Ada Montellanico, L’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi, Francesco Cafiso, ma anche i giovani talenti come Enrico Zanisi e Alessandro Lanzoni e i travolgenti Funk Off. Anche tanti giovani studenti di musica hanno avuto la possibilità di suonare nello spazio esterno all’Auditorium del Parco, cogliendo al volo l’occasione di farsi conoscere davanti a un pubblico nazionale.
Un’iniziativa ambiziosa e pienamente riuscita, un evento divertente, un’esperienza di condivisione da vivere e da ricordare, che, come ha affermato Pieranunzi citando il titolo di un suo brano, speriamo non resti “un castello di solitudine”, ma che costituisca le fondamenta per la ricostruzione, non solo degli edifici, ma di un tessuto sociale, della vita lavorativa, culturale ed economica di un’affascinante città.

Silvia Mergiotti 08/09/2015

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM