Sabato 11 novembre, al Covo Club di Bologna, c'era “Nebbia”. Fuori ce n'era talmente tanta che, in fila per entrare, non ci ricordavamo più con chi fossimo andati. Dentro, oltre a quella prodotta dall'incontro di menti (tra cui la nostra e quella del ritrovato accompagnatore), e bicchieri (tra cui il nostro e quello del ritrovato accompagnatore), era stata portata la personalissima dei Gazebo Penguins: “Nebbia”, il loro ultimo album, uscito a marzo per To Lose La Track. Avevamo già parlato, in queste pagine (link in basso), della validità di questo lavoro, senza nascondere che i precedenti “Legna” (2011) e “Raudo” (2013) erano stati dischi che ci avevano fatto emozionare.
Ma i 4 pinguini nati tra Correggio e Zocca non smettono mai di stupire. La delicata nomenclatura della loro discografia basterebbe a persuadere chiunque, ma quello che ci ha davvero convinto, sono proprio le loro radici. Così crude e feconde da sputare fuori un gruppo schietto che le ricorda in ogni gesto. Il live bolognese, infatti, ha dimostrato quanto siano belli i concerti dove c'è solo una cosa: la musica. Quella che con “Febbre” e “Bismantova” ci ha caricati di un'euforica malinconia. Sfociata su “Pioggia”, “Difetto” e “È finito il caffè”, brani capaci di risvegliare quella rabbia sopita di cui non sappiamo nulla, ma che si scatena e si risolve prima della fine di ogni singolo.
Capra, Piter, Sollo e Daniele sono andati avanti lisci, puliti, senza troppi fronzoli o digressioni. A loro piace suonare e hanno suonato. Tutto l'ultimo album più le immancabili storiche, cantate insieme, a squarciagola, come uno sgarbato coro dello Zecchino d'Oro. “Senza di te” ha calato il sipario sulla prima parte del sabato sera del Covo Club di Bologna e su un concerto che ci ha addirittura fatto apprezzare quella maledettissima compagna di viaggio di ogni traversata invernale: la “Nebbia”.
Per la recensione di "Nebbia" clicca qui: https://www.recensito.net/musica/gazebo-penguins-nebbia-recensione.html
Elena Pelloni 20/11/2017