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Erio in "Inesse": tra le origini e il mondo, l'urbe e la campagna, l'estetismo e la psiche

Giu 18

Frammenti di vita, reminiscenze passate, le strade della metropoli, un io diviso tra l'estetismo e l'interiorità penetrata in profondità, ridotta in pezzi, ricucita tra le righe: Erio è giunto al suo secondo album, "Inesse", uscito il 20 aprile 2018 dopo una tournée nei principali club italiani. Questo nuovo progetto riscopre l'intento arduo -e ben riuscito- di fondere in un unico corpo diversi generi con disparate intenzioni, spaziando dal sound contemporaneo per approdare all'elettronica fluida e distorta contaminata da atmosfere R'n'B e hip hop, stratificate e amalgamate su un fondale che richiama sonorità tipiche orientali, creando così un mix di regressioni e progressioni musicali non indifferenti.
Erio, che nel precedente album "Fur El" aveva ricoperto le vesti di interprete, autore e arrangiatore, in questo caso si cala anche nel ruolo di produttore, divenendo a tutti gli effetti una personalità musicale eccentrica, completa e autosufficiente. Viene affiancato da personalità di rilievo internazionale come Yakamoto Kotzuga -con il quale aveva solidificato il rapporto tramite la collaborazione sul palco di C.S. Rivolta- in “The Biggest of Hearts, A Glowing Gash”, IOSHI in “Kill it! Kill it!” e Will Rendle di Will and the People in “Limerence”. Il disco è mixato da Erio e Marco Gorini, sotto la supervisione di Paolo Baldini, con il master di Simone Squillario. La copertina dell'album è un dipinto ad olio realizzato interamente da Erio insieme a Lorenzo Santagada -Egg Creative Stuff- emblematico e pregno di significati nascosti.erio 1
Siamo tutti alieni ed alienati nel nostro rapporto con l'esterno e con gli altri: i tre ''Erii'' in copertina anticipano le diverse entità che convivono all'interno dello stesso individuo, celandone, tra le istanze della psiche, le sfaccettature, le contraddizioni, gli anelli di congiunzione, i malumori e i sorrisi spezzati; tutti tasselli di un unico grande mosaico. Gli sguardi dei tre sembrano invitare l'osservatore ad aprire il disco e scoprirne la realtà sottostante, un universo che tende a sdoganare la pellicola con cui ci proteggiamo e che riveste inevitabilmente il nostro ruolo al mondo.
"Inesse" è un progetto nato e prodotto tra le trafficate strade di Londra; racconta per l'appunto un viaggio metaforico e fisico improntato sulla volontà di collezionare momenti, relazioni, luoghi e attimi vissuti anche solo per pochi istanti. Erio punta il suo operato verso un simbolismo concettuale ben preciso: tutto ciò che è destinato a finire continua a vivere, ad esistere. Inoltre, come fosse un attento psicanalista, seziona con minuzia e sviscera tutte quelle realtà interiori che sono indipendenti dall'esterno, allontanandole e riavvicinandole a suo piacimento dal -o verso il mondo reale.
Erio gioca su un piano d'azione speculare: la sua musica vive e rivive in uno schema doppio contrastato e contrastante. L'arricchisce, sprigionando alternativammente scale cromatiche di grigi, tavolozze cupe o a tinte opache, che rievocano una Londra invernale, e scale policromatiche che richiamano inevitabilmente la periferia da cui proviene il ragazzo. Il tutto oscilla tra la terra d'appartenenza e il mondo, tra aspetto esteriore e la psiche, tra la città e la campagna.
In "The Biggest Of Hearts" c'è una vera e propria narrazione incentrata sul terrore di un giovane affetto da ipertrofia cardiaca. Lo stesso, dopo aver esageratamente fatto abuso di sostanze durante un rave, si ritrova a viaggiare all'interno delle proprie paure, erio 3scardinando completamente il contatto con l'esterno. "Limerance" narra di un incontro fugace avvenuto nei meandri del Chez Maman, locale di Bruxelles. Tutto il brano verte sul significato del titolo stesso, ovvero l'ossessività e la ferma illusione di aver trovato uno sconosciuto con il destino inevitabilmente intrecciato al nostro.
"Becalmed" è un inno all'autoconservazione, alla riscoperta di sé, l'unica vera responsabilità che si ha nei confronti della vita stessa. "Brief History of Se' and Fa'", unica canzone a tema prettamente amoroso, si incentra e si sviluppa nella fitta giungla delle relazioni 2.0, costellate da fenomeni inspiegabili e meschini come ad esempio il ghosting, prendendo una piega a tratti sociologica. In questo gioco di proiezioni mentali, la coscienza dell'altro viene del tutto annientata ponendo in primo piano esigenze, capricci, bisogni dell'Io. "Kill it! Kill it!" parla invece di incontri occasionali e liberazione sessuale. "Attic" abbraccia il sentimento di claustrofobia e prigionia che si prova nel condurre una vita prettamente sedentaria, chiusi tra quattro mura d' appartamento. Al tempo stesso sfiora il sentimento di liberazione e magia che si prova nel momento in cui si evade dalla prigione domestica, iniziando a vivere la città, la notte, Londra, nel caso di Erio.
Come ultima traccia dell'album ritroviamo un brano particolamente significativo, "The Church", che permette un sospiro, la quiete dopo la tempesta, il rintocco di una campana in lontananza, un letto sfatto e due corpi inermi, assopiti dalle luci del primo sole pomeridiano. Assaporiamo il silenzio. Per un breve frangente si ha la sensazione di essere a casa, quella casa esteriore ed interiore che Erio ricerca in sé stesso e nella sua musica.

Giorgia Groccia 18/06/2018