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Anna Bielli racconta il viaggio sostenibile dei Treetops: «La musica può cambiare le cose»

Mag 12

Quanto la musica può aiutare a rendere il mondo più sostenibile? Ne abbiamo parlato con Anna Bielli, chitarrista dei Treetops, band di giovanissimi nata nel 2017, che la sera del 12 maggio sarà sul palco del Monk di Roma per la prima presentazione live di "Demetra", il loro album d’esordio. Insieme ad Anna anche Marcello Tirelli alle tastiere, Luca Libonati alla batteria, Simone Ndiaye al basso elettrico, Andrea Spiridigliozzi alla chitarra elettrica, Eric Stefan Miele al sax soprano e Daniel Ventura al sax tenore. Groove, vitalità e improvvisazione: sono questi gli elementi che uniscono il settetto, tra i più promettenti della musica italiana, ma ciò che li lega più di tutto è l’idea di un futuro migliore, di un mondo più sostenibile, vivendo nel rispetto dell’uomo e della realtà che li e ci circonda.
Da questa idea nasce il loro primo concept album, uscito per Vagabundos records e prodotto da Pino Pecorelli dell’Orchestra di Piazza Vittorio: "Demetra". La creatura ancestrale immaginata dal gruppo, che apre il disco, si risveglia in un mondo completamente diverso da quello in cui era abituata a vivere. Tutto il lavoro della band si concentra su argomenti attuali, come lo spreco alimentare in Harvest, o l’uso della plastica in Neo Glass. I Treetops sono interpreti di una ricerca strumentale che gioca con leggerezza, consapevolezza e divertimento ma sempre con le radici ben piantate nella tradizione: dove loro, nel solido albero della musica contemporanea, si pongono “sulle cime più alte”.

Con Anna abbiamo parlato, in ordine sparso, di: ogm, Keith Jarrett, interplay, sperimentazioni sonore e del viaggio di Demetra: 10 episodi musicali, in cui l’ascoltatore si perde; tra ritmi jazz, atmosfere fusion e prog. In un’amalgama di stili e approcci morbidi e fluidi; ogni musicista è connesso all’altro.
«Ogni brano che esce parte da un’improvvisazione – racconta Anna – e quando arriviamo a un tema, a un giro di accordi, a una sezione di un brano ci arriviamo improvvisando in sala. Magari capita di avere un motivetto in testa, lo suoniamo in loop e gli altri si agganciano. Plasmiamo l’improvvisazione e la rendiamo composizione. La maggior parte delle volte accade così». Impronta jazz quindi che si mischia ad altri generi. «Il jazz è un vero e proprio linguaggio, c’è questa interazione, questo interplay, in cui ogni musicista è legato all’altro».
Da qui si sviluppano le idee musicali dei Treetops, che si stabiliscono nel tempo, per andare poi nella stessa direzione; la stessa che li ha condotti a Demetra. «La trama del disco si può idealmente dividere in quattro parti. La protagonista di questo viaggio è Demetra, che abbiamo immaginato come una supereroina, che si sveglia nei tempi moderni e si rende conto dei cambiamenti che si sono verificati. Ha come una presa di coscienza delle trasformazioni dovute all’agire umano». Un percorso che in realtà non si chiude, ma che lascia all’ascoltatore la possibilità di decidere: cambiare o meno le cose. I Treetops raccontano in musica quello che vivono; dal cibo, poco sano, che si consuma in tutta fretta, al poco rispetto per l’ambiente.
Quasi un disco politico, ci verrebbe da dire. «Ogni brano ha un messaggio finale – continua Anna – non voglio puntare il dito contro chi si comporta male, magari spreca o non ricicla, per esempio. È un modo per far riflettere in maniera un po’ più leggera su temi che sono forti, ma anche semplici. Perché da cittadini, per migliorare la nostra realtà basterebbe poco, banali quasi. Bere dalla borraccia, fare la raccolta differenziata, riutilizzare le cose. Il messaggio è di andare in un’altra direzione». Anche la musica diventa così uno strumento per agire. «Mi piace – confessa Anna – quando la musica oltre le note si porta dietro significati importanti». A noi piace che siano i più giovani, i portatori di questi significati.

Carola Mazzia Piciot e Alessandra Mammoliti 12/05/2022

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