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Musica

#Rubik - Public Service Broadcasting: il satellite si emoziona
Come viaggiare dentro una nebulosa di suoni e storia, l'iconografia si reinventa nel ricordo fantasmagorico rimasto impigliato nelle onde radio degli anni Ottanta. Gli occhiali spessi, la camicia a scacchi, la giacca marrone, la riga di lato, pure il papillon a castigarli. Insomma sì, lo state pensando anche voi, una manica di hipster. I Public Service Broadcasting riescono in qualche maniera a sollevarsi inspiegabilmente da tutto il resto perché stanno portando avanti una specie di percorso inverso. La loro musica non sperimenta l'elettronica mettendo le mani in pasta nella creazione; loro sembrano essere venuti dal passato, citano il “ritorno al…
Yundi Li a Roma: uno Chopin cristallizzato in note troppo perfette
Il peso delle aspettative è un macigno che le persone in odore di celebrità devono trasportare tutta la vita. La paura di deluderle, se possibile, ancora di più.Sarà forse questa la ragione per la quale Yundi Li, il pianista che insieme all’amico - rivale Lang Lang è considerato la punta di diamante del pianoforte cinese, ha deciso all’ultimo secondo di cambiare il programma di sala del suo primo concerto romano, organizzato da IUC (Istituzione Universitaria dei Concerti) e tenutosi nell’ Aula Magna dell’Università “La Sapienza” sabato 12 marzo 2016.Da una programmazione spaziante tra notturni chopiniani, sonate di Beethoven e la…
#cantautore-da-spiaggia: l'EP d'esordio di Stefano Palmieri
Spesso il “Mal di settembre” ho incontrato. È "un'eruzione di pensiero inconcludente, la depressione con la maschera sorridente". L'ha detto Stefano Palmieri, cantante e chitarrista tarantino che con l'EP “Cantautore” da spiaggia segna il suo debutto nel parco della musica nostrana.La sua è un'autoproduzione – procedura ormai sempre più frequente tra gli esordienti – che sembra volersi inserire nel solco del pop d'autore, a cui però aggiunge qualche schizzo di blues, due punte di reggae e una chiazza di melanconia nel cantato e nei testi, radicati ai ricordi d'infanzia e aggrappati alle figure familiari. Come in “1/4 di me”, che…
Il Brasile in musica: la voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria
Non è necessario sapere cosa sia la bossanova per apprezzare un concerto. Non è indispensabile essere stati in Brasile per lasciarsi trasportare dalle sue musiche. Al teatro Palladium è bastato veramente poco per respirare un'altra atmosfera. È stato sufficiente assistere all'entrata sul palco del gruppo Brasil '87, seguire con gli occhi la camminata sicura e spensierata di Noemi Nori che si avvicinava al microfono per capire che la teoria poteva aspettare e che era tempo di lasciarsi guidare dalle emozioni.“Il Brasile in musica: Tom Jobim e Vinicius de Moraes” è un omaggio a due grandi maestri brasiliani, considerati i padri…
“Migrant”: Sandro Joyeux unisce i popoli
Le migrazioni sono prima di tutto esperienze umane. Aiutano a vedere l’altro non come diverso da sé, bensì come tramite per conoscere meglio se stessi. Il sociologo contemporaneo Zygmunt Bauman sostiene che le migrazioni siano processi inevitabili, movimenti necessari dell’evoluzione umana e storica. In un mondo multiculturale, in cui si assiste a una migrazione di idee, di credenze e di valori, i migranti diventano “walking dystopias”, distopie che camminano. Le migrazioni quindi possono amplificare la paura dello straniero, ma anche unire i popoli, creare aperture, in cui sperimentare nuove forme di partecipazione, di condivisione.La musica di Sandro Joyeux è la…
#Rubik: Bob Moses, house per palati raffinati e non
I Bob Moses sono di fronte a noi, e la prima cosa che viene da pensare è che siano svedesi. Di tanto non ci siamo sbagliate: Tom Howie e Jimmy Vallance sono canadesi, di Vancouver (freddo per freddo).Ma il loro sound può essere definito proprio come loro, svedese dentro. Elettronica e deep house commistionate, suoni puliti e martellanti, bassi sparati, una chitarra, tastiere sintetizzate e la voce netta senza sbavature di Jimmy.La cosa più sorprendente di questo duo americano, al loro disco di debutto nel 2015 con “Days Gone By”, non sta tanto nella loro proposta musicale ( Paul Kalkbrenner…
Weird black: “Hy Brazil” terre perdute e ritrovate
I Weird Black ci raccontano “Hy Brazil” attraverso le loro allucinazioni uditive. Un nome, un aggettivo, un solitario nella nebbia, una voce opaca che ci fa cadere nell'oblio psichedelico degli anni Settanta, con i suoi colori intiepiditi dal sole, le corone di fiori, i capelli spettinati, il languore di chi, estasiato, sembra scoprire come godere delle emozioni umane per la prima volta. Tutto questo ritorna a rallentatore, raccontato in filastrocche. O forse sarebbe più lecito parlare di favole. Sembra essere esistita un tempo una sorta di Atlantide perduta, un'isola incantata di nome Hy Brazil che sembrava generasse magia e bellezza…
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