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“Zootropolis”: l’incontro con i creatori del film e i doppiatori italiani

Nel corso di novantadue anni di storia i Walt Disney Animation Studios hanno portato avanti una lunga tradizione di film incentrati su animali parlanti: dal cortometraggio esordio di Topolino, “Steamboat Willie”, a film d’animazione come “Bambi”, “Dumbo”, “Il Libro della Giungla”, “Robin Hood” e “Il Re Leone”. Nel 2016 la casa di produzione statunitense torna nel regno animale con “Zootropolis”.
È stato il regista Byron Howard a voler celebrare questa tradizione in modo originale e differente, scavando ancora più a fondo per raccontare una storia interessante che potesse non solo divertire e commuovere, ma anche esprimere concetti profondi. Per Rich Moore, secondo regista del film, “Zootropolis” è nel profondo un buddy movie, una detective story in cui due individui opposti sono costretti a collaborare. Durante la conferenza stampa sia Howard che Moore hanno affermato che per la realizzazione di questa pellicola d’animazione si sono ispirati ai film polizieschi e ai noir più famosi della storia del cinema, tra cui “48 Ore”, “Beverly Hills Cop”, “L.A. Confidential”, “Chinatown”, “Il Terzo Uomo” e “La Fiamma del Peccato”. L’intento era quello di far avvicinare per la prima volta (se si esclude Basil l’investigatopo) il pubblico dei più piccoli al cinema di genere nel miglior modo possibile.
Dieci anni fa i produttori di “Zootropolis”, Clark Spencer e John Lasseter, hanno infatti cambiato radicalmente l’approccio alla lavorazione dei lungometraggi d’animazione grazie allo “Story Trust”, una vera e propria famiglia di collaboratori che ha ridato pieni poteri agli sceneggiatori e ai registi, ai veri realizzatori di questi film, spingendo ciascuno di loro a dare sempre il massimo.
Per l’ultima pellicola di casa Disney Howard ha affermato di aver dedicato diciotto mesi allo studio degli animali e delle loro comunità individuali. Zootropolis è infatti una città diversa da ogni altra, composta da quartieri che celebrano culture differenti. L’elegante “Piazza Sahara” è abitata dagli animali del deserto, “Tundratown” ospita gli orsi polari e gli alci, il caldo e umido “Distretto di Foresta Pluviale” è simile a una foresta tropicale, a “Little Rodentia” vivono i roditori più piccoli, mentre “Tana dei Conigli” è abitata da milioni di tenerissimi coniglietti. E poi c’è il centro della città, “Savana Centrale”, un crocevia nel quale i mammiferi provenienti da qualsiasi ambiente naturale vivono insieme serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono.
Moore ha affermato di aver cercato di realizzare una città che non ricordasse solamente una tipica cittadina americana o la solita New York, ma anche altri agglomerati come Shangai, Hong Kong, Barcellona, Parigi e Roma. Il gruppo di lavoro del film è infatti costituito da ben ottocento persone provenienti da tutto il mondo, un melting-pot di etnie diverse che ha cercato di conferire ai quartieri di Zootropolis delle caratteristiche specifiche che consentissero a qualsiasi spettatore di trovare all’interno di questo mondo di animali qualcosa con cui identificarsi e rapportarsi. Si tratta di un universo estremamente realistico che fa da sfondo alla storia di maturazione individuale e sociale di Judy, una coniglietta che sogna di diventare poliziotta e che dovrà lavorare al fianco di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.
Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche i doppiatori italiani della pellicola, a cominciare da Massimo Lopez che ha prestato la voce a Lionheart, il nobile sindaco e capo di Zootropolis. Il conduttore e attore Paolo Ruffini è invece Yax, un bue muschiato naturista e figlio dei fiori, mentre Frank Matano è Duke, una piccola faina truffaldina. Infine, Diego Abatantuono è Finnick, la volpe fennec complice di Nick Wilde e l'attrice comica Teresa Mannino è Fru Fru, la figlia di Mr. Big, il più pericoloso boss criminale di Tundratown.
I doppiatori hanno confessato di essersi divertiti parecchio nel prestare le loro voci a questi animali perché tutti loro hanno sempre amato i film Disney e in particolare “Zootropolis” perché riesce a raccontare una realtà che ha mille sfaccettature. Inoltre hanno sempre tentato di non esagerare nel doppiaggio e di trovare una sorta di equilibrio cercando di essere autentici e di adattare al contempo la propria voce alle qualità intrinseche di ciascun personaggio.
Non resta che attendere l’uscita ufficiale del film nelle sale italiane, prevista per il 18 Febbraio.

Andrea El Sabi 02/02/2016

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