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Wes Anderson e Virna Lisi: la Festa del Cinema di Antonio Monda

È una questione di qualità, varietà e discontinuità. Così Antonio Monda e Piera Detassis presentano la decima Festa del Cinema di Roma all'Auditorium Parco della Musica. Nonostante abbia a disposizione un giorno e una sala in meno dello scorso anno – mancherà la Santa Cecilia – Monda ha evidenziato con decisione ed entusiasmo le novità della sua edizione (16-24 ottobre) tra cui spicca la collaborazione con il Festival di Londra, nata per mettere fine alla boriosa caccia all'anteprima.
Discontinuità rispetto al passato: sarà una Festa, non un Festival. "I film che sono arrivati qui hanno già vinto", afferma il Direttore, che rimarca l'assenza di giurie e meccanismi di competizione – come nel formato newyorkese – e precisa di aver scelto solo opere dal linguaggio non banale, dicendo anche dei "no" dolorosi in nome della qualità. Il clima disteso della kermesse sarà enfatizzato dalla sigla, che ospiterà sequenze di festa tratte da film celebri.
La varietà si trova nel programma e nelle sfaccettature di genere, ma anche nell'origine dei 37 film selezionati – l'anno scorso erano 51 – provenienti da 24 Paesi diversi.
Quattro le opere italiane: "Alaska" di Claudio Cupellini, melò con Elio Germano e Valerio Binasco, "Dobbiamo parlare" di Sergio Rubini, "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti e "Registro di classe – parte prima 1900-1960", documentario sulla scuola di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani.
Aprirà le danze "Truth", una storia sul sottile equilibrio tra giornalismo, politica e faziosità interpretata da Cate Blanchett e Robert Redford. L'opera segna l'esordio alla regia di James Vanderbilt, sceneggiatore di "Zodiac" e "The Amazing Spiderman". "The End of the Tour" di James Ponsoldt racconta la figura di David Foster Wallace – "passione personale", confessa Monda – morto suicida nel 2008. "Junun" è il documentario che Paul Thomas Anderson – il Direttore raffredda gli animi: "PTA non ci sarà" – ha girato in India con Jonny Greenwood dei Radiohead. "The Walk" di Robert Zemeckis racconta la storia del funambolo Philippe Petit, mentre "Freeheld" di Peter Sollet parla della storia d'amore tra Laurel Hester e Stacie Andree, interpretate da Julianne Moore ed Ellen Page, sul red carpet insieme a Monica Bellucci, protagonista di Ville-Marie di Guy Édion. Cospicuo lo spazio dedicato al cinema indipendente e al movimento orientale, ma guai a chiedere anticipazioni sugli ospiti: "si parla di cinema, non di moda, con tutto il rispetto". Monda è refrattario alle quote e ci tiene a sottolinearlo: "condividiamo un'emozione al buio, il resto è orpello".
Il fermento è legato agli incontri: Joel Cohen e Frances McDormand, Jude Law, William Friedkin e Dario Argento, Todd Haynes, Carlo Verdone e Paola Cortellesi, Renzo Piano, Riccardo Muti, Paolo Villaggio, ma soprattutto Wes Anderson. Il regista, tra i più ammirati nel panorama contemporaneo, duetterà con il Premio Pulitzer Donna Tartt; infine, Paolo Sorrentino presenterà una versione più estesa della Grande Bellezza.
Le tre retrospettive, curate da Mario Sesti, saranno dedicate alla Pixar, Antonio Pietrangeli – "un regista che abbiamo dimenticato" – e Pablo Larraín. Tantissimi gli omaggi, da Ettore Scola a Paolo e Vittorio Taviani (presenti in sala) passando per Pasolini, Francesco Rosi – omaggiato con la fiaba sociale "C'era una volta", presentata da Matteo Garrone – Ingrid Bergman, ricordata dalla figlia Isabella Rossellini, Buňuel, Kubrick, Sinatra, e il documentario Hitchcock/Truffaut di Kent Jones.
Costata 4 milioni di euro, la Festa del 2015 avrà come unica madrina Virna Lisi, in memoria della quale è stato istituito un Premio che verrà consegnato, l'8 novembre, alla migliore attrice italiana dell'anno.
Dopo la proiezione della sigla composta sulla scena del ballo de "La leggenda del re pescatore" di Terry Gilliam, Monda saluta la Sala Petrassi citando 8½: "è una festa la vita, viviamola insieme".

Per i dettagli su biglietti e programma consultare il sito: www.romacinemafest.it.

Daniele Sidonio 30/09/2015