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Venezia 75, The Favourite di Yorgos Lanthimos

Inghilterra, primi anni del ‘700. La regina Anna, ultima regnante Stuart e prima sovrana del Regno di Gran Bretagna dopo l’annessione della Scozia, si trova a regnare durante una guerra contro la Francia che non è in alcun modo in grado di gestire. Lontana dai campi di battaglia e dai morti provocati dalla guerra, Sua Maestà – interpretata da Olivia Colman – si aggira incerta e zoppicante nel suo palazzo anche a causa della gotta di cui soffre e lascia che a tenere le fila del regno sia la sua dama di compagnia e intima confidente Sarah Churchill, duchessa di Marlborough – Rachel Weisz – che intende far proseguire a oltranza il conflitto. Gli equilibri di corte mutano quando Abigail Masham – Emma Stone – cugina di Sarah, giunge a palazzo in cerca di un’occupazione qualsiasi dopo la bancarotta della sua famiglia. Yorgos Lanthimos si inserisce sorprendentemente all’interno di tali vicende storiche e racconta con spietata ironia le mosse e contromosse che le due cugine attuano a vicenda per conquistare i favori della regina. The Favourite 1


Il triangolo amoroso messo in atto dalle tre donne è perfettamente riuscito grazie alle prove sorprendenti delle tre attrici: Olivia Colman, che ha di recente preso il posto di Claire Foy nella terza stagione di The Crown vestendo i panni della regina Elisabetta II, interpreta qui una regnante totalmente diversa. La regina Anna è infatti una donna insicura, sofferente, volubile, capricciosa e bisognosa di affetto, provata dalla morte di diciassette figli – abortiti o nati morti – e dagli attacchi di gotta che riescono talvolta a sopraffarla, e la sua interpretazione da parte della Colman è sempre deliziosamente sopra le righe senza mai essere eccessiva. Calibratissime le interpretazioni di Emma Stone e Rachel Weisz, cugine spietate e senza scrupoli che ambiscono ad essere la favorita, per l’appunto, e sfruttano la debolezza psicologica della regina per ottenere potere e sistemazione economica, infilandosi tra le sue lenzuola e cercando entrambe di ottenere il suo affetto. Eppure, l’amore non è affatto protagonista della vicenda, a meno che per amore non si intenda quello malato della regina per il suoi 17 conigli – uno per ogni figlio morto prematuramente o non nato – o quello fasullo di Abigail per l’uomo che sposa unicamente per ottenere una rendita. Persino la relazione di lunga data tra la regina e la sua confidente Sarah, scoperta ben presto da Abigail, pare piuttosto dettata dalla vorace necessità di attenzioni di Sua Maestà piuttosto che da vero amore. The Favourite 2


Lanthimos, insomma, mette in scena una vera e propria satira del potere, che è forse il tema principale della storia: sorprende notare che le decisioni infantili e prese d’impulso dalla regina possono provocare migliaia di morti sul campo di battaglia e che un suo solo cenno della mano o una frase pronunciata in maniera incurante possono infliggere al popolo nuove sofferenze o lievi benefici. In questa storia tutta al femminile, poco spazio è riservato agli uomini: quelli rappresentati non sono quelli dei campi di battaglia ma i nobili imparruccati e imbellettati che si divertono a banchettare e a far correre anatre all’interno del palazzo. Il regista greco, insomma, sorprende ancora una volta con una pellicola di cui per la prima volta non firma la sceneggiatura – gli autori sono Deborah Davis e Tony McNamara –, e giunge al Festival del cinema di Venezia con quella che è stata definita una dramedy o una commedia nera, impreziosita dalla fotografia di Robbie Ryan e dai costumi di Sandy Powell.


Pasquale Pota 04-09-2018