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"Ted 2": il ritorno dell'orsacchiotto dissacrante

L’orsacchiotto creato da Seth MacFarlane, già papà di "Family Guy" ("I Griffin"), "American Dad!" e "The Cleveland Show", torna in un’altra avventura a tre anni di distanza dal suo debutto cinematografico. L'idea apparentemente delirante su cui si basava il primo film aveva conquistato tutti: Ted (interpretato dallo stesso MacFarlane) è un peluche che prende vita dopo che il suo proprietario, John Bennett (Mark Wahlberg), ha espresso il desiderio di vederlo dotato di coscienza. I due crescono legati da un legame indissolubile e delle stesse passioni: la cultura pop e le sostanze stupefacenti.
Se la prima opera di MacFarlane era completamente dominata dall'elemento nonsense, in "Ted 2" questo elemento è, se possibile, ancora più significativo e decisivo.
Lo spettatore è subito catapultato nell'atmosfera surreale del matrimonio, celebrato da Sam Jones, tra Ted e Tammi-Lynn (Jessica Barth), la cassiera che l'orsacchiotto aveva conosciuto durante il primo film. Ted, dopo un anno travagliato di matrimonio, decide di avere un figlio con lei, sperando che un pargolo possa riavvicinarli. Compilando la documentazione necessaria per l'adozione però il governo degli Stati Uniti si accorgerà di non aver mai legiferato sulla condizione di Ted.
L'orsacchiotto dotato di coscienza è da considerarsi un essere umano o un bene?
La sceneggiatura, che vede Ted e il suo "rimbombamico" lottare per i diritti del peluche, diventa esplicitamente un pretesto per mettere in scena le situazioni più assurde e inverosimili: l'opera intreccia elementi di citazionismo della cultura pop, a momenti politicamente scorretti, sconvolgenti e decisamente disarmanti.
John perde il suo status di protagonista, Ted da spalla dissacrante diviene, assieme alla sua grottesca lotta per essere riconosciuto come umano, il fulcro su cui ruota la narrazione.
La mancanza di Mila Kunis è abbastanza palpabile, l'attrice che presta la voce a Meg Griffin in Family Guy è stavolta sostituita da Amanda Seyfried, nei panni di Samantha Leslie Jackson, un giovane avvocato chiamato a difendere i diritti del peluche. Forse il personaggio della Kunis era l'unica traccia di normalità della prima opera e tendeva a creare un conflitto maggiore tra la realtà e l'universo in cui vivono Ted e John, l'introduzione del personaggio di Sam rende il tutto ancora più fuori di testa e disarticolato, ma non è detto che questo sia un elemento che metta fuori fuoco il contesto del film.
MacFarlane quindi ci riprova: in questa sua ultima opera non mancano alcune cadute di stile, ma la commedia grottesca rimane comunque un'esperienze godibile, impreziosita da svariati colpi di genio dal carattere postmoderno e citazionistico, imperdibile per gli amanti del primo film e delle serie animate dell'autore e regista statunitense.
 
Antonio Savino 28/06/2015