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“Calò il silenzio. A ogni fruscio di lenzuola, a ogni respiro o colpo di tosse mi svegliavo di soprassalto. Mi girai su un fianco. Avevo sempre difficoltà ad addormentarmi senza la televisione, senza il mormorio continuo dei talk show che mi facevano passare la paura dell’inferno a suon di chiacchiere.”

Jared ha 19 anni, vive in una piccola cittadina dell’Arkansas insieme a suo padre, pastore battista e concessionario, e sua madre, una donna buona innamorata di suo figlio quasi quanto del suo Dio. Ha un promettente futuro come scrittore, è intelligente, sportivo ed è omosessuale. locandina boy

Lo sa da sempre, lo nasconde da sempre. La sua vita fatta di piccole cose e grandi aspirazioni, in cui l’intera comunità si aspetta che segua le orme del padre, gli impone di soffocare senza esitazioni una parte di sé che non può rinnegare, lo costringe a reprimere la sua sessualità dietro ad una maschera di “integrità” e “mascolinità”; artefatta e dolorosa come qualsiasi maschera indossata a forza. I suoi genitori decidono di aiutarlo a “guarire” dall’omosessualità mandandolo in un centro di recupero per una “terapia riparativa”, per fare di lui un ex-gay con una vita soddisfacente e con l’amore di Dio dalla sua parte.

Esce oggi nelle sale italiane Boy Erased, tratto dal romanzo autobiografico di Garrad Conley (anno 1985), Boy Erased: A Memoir, pubblicato nel 2016 e tradotto nel 2018 da Leonardo Taiuti per Black Coffee. Oggi l’autore insegna letteratura inglese, scrive articoli per CNN, BuzzFeed, The New York Times, The Huffington Post, TIME e VICE, ma è reduce da un’esperienza di “recupero e cura” in una struttura chiamata Love in Action (Lia), più precisamente nella sede di Memphis, dato che l’organizzazione già alla fine degli anni ’80 poteva vantare la presenza in più di duecento comunità evangeliche statunitensi. boy er

È il 2004 e Garrad viene chiuso in una struttura in cui diventa vittima di una violenza, psicologica e non, perpetrata senza sosta contro qualsiasi principio di uguaglianza o diritto civile: se in un primo momento l’unico desiderio è tornare ad essere un bravo studente apprezzato da tutti, lentamente una ferma consapevolezza assume forma dentro di lui, e decide di fuggire da un luogo che lo ha punito, frustrato, spezzettato, portandolo a dubitare di ogni fibra di sé stesso.

Nel film il volto di Garrad/Jared è affidato all’attore Lucas Hedges, i genitori del ragazzo, Nancy e Marshall Eamons, vengono interpretati da Nicole Kidman e Russel Crowe. Il regista, nonché attore nel ruolo del “terapeuta” John Smid, è Joel Edgerton.

È un lavoro asciutto, privo di virtuosismi o parafrasi: segue fedelmente il romanzo e ne mantiene l’essenza. Unica pecca, mentre il libro inizia lieve, facendosi spazio inesorabilmente nel lettore, per poi irrompere violentemente lasciando una ferita aperta, colma di rabbia e risentimento, il film sceglie di rimanere equilibrato perdendo un po’quella cruda lucidità presente nel lavoro di Conley. Ogni dettaglio è studiato attentamente e compone un quadro preciso che tende però a lasciare da parte l’ironia dello scrittore, spiazzante e consolatoria.

Nonostante l’inefficacia formale però, si costituisce come una visione imperdibile, in quanto ha il valore di una testimonianza diretta: Garred Conley è un “sopravvissuto” che oggi racconta la sua esperienza nelle scuole americane, e dove la versione cinematografica non ha il coraggio di colpire, dritto nel petto, il suo “interlocutore”, il romanzo vi si scaglia con forza.

Qui è possibile vedere il trailer del film

Photo credits: © 2018 Focus Features

Silvia Pezzopane 14/03/2019

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