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Mercoledì, 22 Maggio 2019 08:30

Aladdin: l'Oriente magico e pop di Guy Ritchie

Chissà se tra i Mille e uno racconti nelle altrettante celebri notti in cui la bella Shahrazād riuscì ad intrattenere il re Shahriyār, facendolo così desistere dalla litania di uccisioni di donne, che ogni sera sposava e l’indomani faceva uccidere, il racconto di Aladino e la lampada lo colpì.
Di certo convinse il team di Walt Disney che nel corso del suo periodo migliore, gli anni ’90, decise di avviare da quella storia la produzione di uno dei cartoni animati più amati della storia Disney.
Quasi 30 anni dopo, quei cartoni rappresentano ancora la dorata rendita della casa di produzione americana che, infatti, da qualche anno a questa parte (e ancora se ne prevedono in programma), ha deciso di riproporre i suoi “classici” di successo in versione “live-action”, con protagonisti attori veri e propri e l’immancabile ausilio delle più recenti acquisizioni in ambito di design e computer grafica.
Così, dopo Alice nel Paese delle Meraviglie, Cenerentola, La bella e la bestia, Dumbo, ecco Aladdin con la regia del britannico Guy Ritchie, da oggi in sala in Italia e da venerdì 24 maggio negli Stati Uniti.aladdin3
La sceneggiatura, firmata dallo stesso Ritchie e John August, non tradisce la trama originale del cartone, aggiungendovi dei dettagli: Aladdin (Mena Massoud), un giovane ladruncolo di buon cuore che, orfano, insieme alla sua fidata scimmietta Abu, ha imparato a vivere come meglio può, tra espedienti e innocenti furti nei vicoli segreti e caotici, “tra spezie e bazar” nella vivace città di Agrabah.
Per caso, incontra e si innamora della bella principessa Jasmine (Naomi Scott), figlia del sultano (Navid Negahbad), costretta alle rigide regole della legge e della tradizione, che la vogliono sposata. Nel film la principessa può contare non solo sulla compagnia della tigre Raja, ma anche su quella che è molto più di un’ancella, un’amica, Dalia (Nasim Pedrad).
Il gran visir Jafar (Marwan Kenzari), fidato consigliere del sultano, nonché stregone, è avido di potere e per realizzare la sua brama vuole ricorrere ai tre desideri che solo un Genio (Will Smith) intrappolato in una magica lampada ad olio può realizzare.
Una fiaba affascinante in un luogo come l’Oriente legato alle tradizioni e al passato, che il regista ricontestualizza con modernità, muovendosi su tematiche già presenti nel cartone, ma su cui viene posto l’accento in maniera più decisa.
Così, la coscienza di classe, l’auto-determinazione femminile e l’importanza di essere sempre se stessi conferiscono spessore al racconto e delineano personaggi veramente umani.
jafar in the new aladdin movieJafar è un malvagio self-made man, con un passato da ladro ed emarginato, è riuscito a diventare visir del sultano, ma vive nel complesso di essere sempre secondo a qualcuno, egli non accetta la sua condizione e se nel cartone costituisce un sodalizio ironico con il suo pappagallo Iago, qui è solo la bramosia che lo guida; Jasmine non è la principessa annoiata dalla vita di corte e dai mille pretendenti, ispirata solo dal vero amore.
Ella vuole che il suo privilegio di nascita, unito alle doti della mente, alla tempra decisa e all’amore del popolo, la portino ad essere guida politica di Agrabah, a prescindere dall’amore e dal matrimonio con un uomo: il suo carattere indipendente è sottolineato anche da un’inedita canzone (è la cantante Naomi Rivieccio, reduce da X-Factor, a dare voce alle note della principessa).
Persino Aladdin, abituato ad essere considerato una nullità, si lascia andare, seppur per amore, alle lusinghe di un apparente benessere, non sapendo di essere già un “diamante allo stato grezzo”.
Il Genio, che possiede invidiabili poteri, subordinati però alla presenza di un “padrone”, desidera essere libero e vivere come tutti gli esseri umani. dalia
Non mancano, ovviamente, la magia e l’allegria che le fiabe portano con sé: il Genio-Smith è sicuramente una carica di ironia, carisma e mimica preponderante in tutto il film, riunendo in sé le doti dei due poliedrici attori che nella versione americana e italiana hanno dato voce al personaggio, Robin Williams e Gigi Proietti.
Sicuramente Will Smith ammicca il pubblico con un personaggio che è nelle sue corde di carismatico interprete, ma anche il resto del cast regge bene la prova dello schermo: Mena Massoud e Naomi Scott, giovani e belli, sembrano essere usciti dalle matite dei disegnatori Disney, ballano, cantano, emozionano mentre planano sull’incantato tappeto volante.
La “new entry” Dalia alias Nasim Pedrad, temprata dagli anni al Saturday Night Live, colora con verve un personaggio solo apparentemente banale, con un ruolo determinante nel futuro del Genio. Navid Neghabad è un sultano saggio e dimesso, con la calda e matura voce di Gigi Proietti, un delicato e sentito cameo nel doppiaggio. Il Jafar di Marwan Kenzari è tutto d’un pezzo, forse non così tagliente e magnetico come riusciva ad essere il personaggio d’animazione.
aladdin 5Se per sprigionare magia basta sfregare un po’ la lampada, ad Alan Menken basta invece sfiorare i tasti di un pianoforte: è lui che, come nel ’92, cura la colonna sonora del film che tra classici ri-arrangiati (Un amico come me, Il mondo è mio) ed inediti, unite a coreografie grintose tra pop e breakdance, ma anche ai costumi e alle scenografie curate nei dettagli e quasi degne di un kolossal, mette il “la” a quello che ritengo il miglior live action Disney finora realizzato.aladdin 2
Certo, per apprezzare a pieno il lavoro degli interpreti, il film andrebbe visto in lingua originale: il doppiaggio italiano se nelle parti canore è buono, nelle parti recitate mostra qualche difetto e come in tutti i film doppiati, non permette di recepire a pieno la performance dell’attore, pur facendo emergere le qualità dei nostri invidiabili attori-doppiatori. 
In ogni caso, Guy Ritchie avrebbe spodestato sicuramente per fantasia la bella Shahrazād nell’harem del re.

 

Noemi Riccitelli 22/05/2019

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