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Come ogni supereroe che si rispetti anche Deadpool ha diritto ad una nemesi. Sin dalla sua nascita cartacea però Wade Wiston Wiston - questo è il suo vero nome - si è palesato come diverso da tutti gli Altri: teledipendente, ironico, omnisessuale, politicamente scorretto e soprattutto logorroico, tanto da essere soprannominato: “the merc with a mouth”, che più o meno suona come “il mercenario chiacchierone”. È da un’idea di Rob Liefeld e Fabian Nicieza che nel 1991 nasce il più eccentrico supereroe Made in Marvel. A contraddistinguerlo anche in “Deadpool 2” - da martedì 15 maggio nelle sale italiane - è l’avversione a tutti gli schemi ed i codici di comportamento socialmente accettabili. Una peculiarità che gli permette di prendersi delle libertà che nessun altro dei suoi eroici colleghi sognerebbe mai di concedersi, ad esempio un’irriverente parodia di Superman. In questo secondo capitolo imitando lo stile di Kal El, Deadpool entra in una cabina telefonica per indossare il suo costume ma impiega così tanto tempo per farlo, che nel frattempo la povera vittima viene brutalmente uccisa dal rapinatore. Come se non bastasse una volta uscito si trova davanti niente meno che Mr. Stan Lee. “Bel costume!” asserisce quest’ultimo che viene prontamente ammutolito dal supereroe con uno “Stai zitto, Stan Lee!”. Non è certo una novità che il fondatore della Marvel si conceda per brevissimi camei nei suoi film, ma sicuramente è la prima volta che qualcuno lo interpella per nome rompendo, o meglio frantumando, ancora una volta quella quarta parete che ci separa da Lui. 

Dopo un incipit decisamente tragico - vietato dilungarsi oltre in merito visto l’elevato allarme spoiler - che ha per protagonisti Deadpool (Ryan Reynolds) e la compagna Vanessa (Morena Baccarin), l’antieroe per eccellenza ritrova la forza di andare avanti per proteggere Russell (Julian Dennison), adolescente mutante dai poteri inarrestabili, perseguitato dal terribile Cable (Josh Brolin). Con l’aiuto del fedele amico Weasel (T.J Miller) Deadpool mette su il più sgangherato team di X-Force - “perché suona più inclusivo di X-Men”- che si sia mai visto, spicca per minime competenze raggiunte Domino (Zazie Beetz) - volto noto della pluripremiata serie Atlanta - il cui superpotere è un’incredibile fortuna.

In “Deadpool 2” David Leicht sostituisce alla regia Tim Miller. Sulla vicenda sono susseguiti nutriti rumors nei mesi precedenti all’uscita del film. La motivazione di questo prematuro divorzio sarebbe da ricondurre ai forti contrasti fra il regista statunitense e il protagonista e sceneggiatore Ryan Reynolds. I due, dopo essere stati a tutti gli effetti i veri fautori di questo progetto cinematografico adults only - negli Stati Uniti il film è vietato ai minori di 17 anni - avrebbero avuto pareri piuttosto discordanti sulla forma da far prendere al secondo capitolo. Ad oggi possiamo affermare che fortunatamente ha prevalso la quota dell’attore canadese, “Deadpool 2” è infatti uno dei sequel di genere più divertenti e sorprendenti degli ultimi anni. Grazie al suo poliedrico contributo Reynolds - sceneggiatore, produttore e interprete del primo e secondo capitolo - è riuscito nell’ambizioso progetto di trasformare un ‘sottoprodotto’ Marvel Comics in un blockbuster da 783 milioni di dollari.

Luisa Djabali 15/05/2018

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