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Domenica, 10 Giugno 2018 12:25

Ippocrate: il medical drama made in France

Parigi, 2013. Benjamin Barois (Vincent Lacoste) è un giovane medico tirocinante atteso al suo primo giorno nel reparto di medicina interna diretto dall’autoritario padre (Jacques Gamblin). All’interno di questo caotico e sovraffollato ospedale il giovane è costretto a scontrarsi con le enormi difficoltà della sua professione: i dilemmi etici, il rapporto con i colleghi, le ristrettezze di mezzi a disposizione, il peso schiacciante delle responsabilità. Attraverso l’esempio fornito dal più maturo ed esperto collega Abdel Rezzak (Reda Kateb), medico algerino costretto ad un periodo di internato in Francia, Benjamin compirà il suo viaggio all’interno della professione medica dove verrà a contatto con le sue paure per poi trovare il coraggio di superare i sui limiti.   A2

Ippocrate”, nelle sale dal 7 giugno - distribuito da Movies Inspired - è il secondo lungometraggio del regista e medico francese Thomas Lilti, noto al pubblico italiano principalmente per “Il medico di campagna”, interpretato da François Cluzet. “Hippocrate” - titolo originale del film - è un romanzo di formazione in corsia che include all’interno della narrazione alcune delle tematiche sociali più care al regista: immigrazione e rivendicazioni sindacali. L’ambientazione ospedaliera rappresenta per Lilti, un ex internista donatosi al cinema, il naturale territorio di ricerca e sperimentazione narrativa. Il carattere fortemente autobiografico costituisce infatti il punto di forza del film. L’approccio stilistico essenziale, lontano ad esempio dall’estetica patinata di “Dr. House” - la serie interpretata da Hugh Laurie viene citata e parodiata più volte all’interno della narrazione -, connota l’opera di spiccato realismo. La dimensione romantica che caratterizza solitamente il racconto di formazione, non prevarica sull’assetto generale del film, anzi lo impreziosisce bilanciando il peso specifico apportato dalla tematica sociale. Lilti concentra la sua attenzione sul tema precarietà delle condizioni di lavoro all’interno del settore sanitario, sia attraverso il malinconico personaggio di Abdel - che restituisce appieno il senso di sradicamento subito dai medici stranieri espatriati - sia attraverso le rivendicazioni portate avanti con caparbietà dalla popolosa équipe medica che popola il reparto.

Realizzato nel 2014, ma distribuito solo oggi nelle sale italiane - con tutta probabilità sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno da “Il medico di campagna” - “Ippocrate” è un film schietto, asciutto, che va dritto al punto, una valida alternativa europea al medical drama statunitense. La sceneggiatura programmatica e l’eccessiva staticità delle scelte registiche - soprattutto per quanto riguarda i movimenti di macchina - non sottraggono interesse a questo racconto in bilico fra romanticismo e tematiche sociali, impreziosito dalla prova di due giovani e brillanti interpreti del cinema francese, Lacoste e Kateb.

9/6/2018, Luisa Djabali

 

 

 

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