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Con il rilascio di Disney+, dal 24 marzo disponibile anche in Italia, la casa di Topolino si pone come diretto competitor di Netflix ed Amazon, e si prepara a divenire leader anche nel campo dell’intrattenimento in streaming.

Il processo che ha portato la Disney a decidere di lanciare una propria piattaforma on line è stato lungo e costellato da una serie di acquisti decisivi. 

Nel 2006 avviene l’ acquisizione della Pixar, per circa 7 miliardi di dollari. La Disney veniva da un periodo di alti e bassi e decide con questa mossa di rinsaldare il proprio potere e la propria posizione. Ma non finisce qui: nel 2009 rileva la Marvel Entertainment (nel 2015 entreranno nella sua industria anche i Marvel Studios) e nel 2012 la Lucasfilm, per 4 miliardi. Ed infine, dopo lunghe battaglie legali e problemi sollevati dall’ente antitrust americano, nel 2018 acquista parte delle azioni della Fox (per 71 milardi), arrivando ad inglobare al suo interno gli studi cinematografici e televisivi della casa di produzione.

Inevitabile, quindi, il passo successivo, ovvero il lancio di un sito di streaming, in cui poter includere  le produzioni di cinque colossi dell’intrattenimento, che hanno dato vita a classici intramontabili e a universi fra i più prolifici ed amati. L'interfaccia di Disney+, che ricorda molto quella di Netflix, suddivide infatti i prodotti in base alla casa di produzione di afferenza: Disney, Pixar, Marvel, Star Wars (Lucasfilm) e National Geographic (Fox). Disney+

La Marvel annovera in catalogo anche pellicole molto recenti, fra cui Avangers: Endgame e Captain Marvel, mentre mancano (ancora) all’appello quelle dedicate a Spiderman (forse per un annosa questione di diritti cinematografici sul personaggio) ed Ant-Man and The Wasp. Non pervenuto nemmeno il secondo film del MCU, L’Incredibile Hulk, probabilmente poiché non ritenuto coerente con il resto della saga, a causa del cambio di attore da Edward Norton a Mark Ruffalo. Presenti invece i titoli che non fanno propriamente parte dell’universo cinematografico, ma che costituiscono dei filoni a sé stanti, ovvero quelli dedicati agli X-Men e ai Fantastici 4 (sia la versione del 2005 e relativo sequel, sia il criticato reboot del 2015).

Anche la saga di Star Wars è praticamente al completo, ad esclusione dell’ultimo capitolo, L’Ascesa di Skywalker, che però verrà rilasciato successivamente. i film sono inseriti in ordine cronologico di narrazione, compresi i vari spin-off e prequel.

Per entrambe le produzioni sono presenti anche molte delle serie, animate e live action, che hanno contribuito all’ampliamento trans e (cros) mediale dell’universo raccontato, fra cui Agent Carter.

Per quanto riguarda la Disney e la Pixar il catalogo comprende quasi tutti i classici, sia d’animazione che live action, oltre a molti altri film più o meno conosciuti, dalle prime pellicole frutto dell’ibridazione di entrambi, come Mary Poppins o Pomi d’ottone e manici di scopa, a Nightmare before Christmas o Flubber, passando per i titoli dedicati ai Muppet.

Ma mancano titoli illustri, ovvero Mulan, La spada nella roccia e gli Incredibili II (anche se la Disney rassicura sulla loro presenza in futuro), oltre al classico meno noto Musica maestro e a pellicole recenti che il pubblico si aspettava di trovare sin dal primo giorno di rilascio, Toy Story 4 e Frozen II. Altra assenza evidente è quella della serie Marvel Agent of Shield, interamente interconnessa con le vicende del MCU.

L’offerta è arricchita anche da moltissimi prodotti Disney Channel, fra cui alcuni veri e proprio cult del canale, come la trilogia di High School Musical, Camp Rock e sequel, Raven, Hannah Montana, Lizzie McGuire, Zack e Cody al Grand Hotel, Kim Possibile o DuckTales. Non mancano anche film e serie tv più recenti e moltissimi cartoni animati per bambini.

Uno dei punti di forza della piattaforma, però, risultano essere sicuramente le produzioni originali, create unicamente per lo streaming, alcune delle quali presenti già in catalogo. Fra esse spiccano le serie tv The Mandalorian, afferente al mondo Star Wars e collocabile cinque anni dopo Il ritorno dello Jedi e venticinque anni prima de Il Risveglio della forza, e quella reboot di High school musical, oltre al film live action di Lili e il Vagabondo e Togo, che narra la vera storia dietro al celebre cane Balto. In particolare questi due titoli completano il ricchissimo catalogo di prodotti live action, che include anche pellicole recenti come Aladdin e Mary Poppins Return, a cui si aggiungeranno quelle uscite a breve nelle sale, oltre ad altri  contenuti originali. Disney+

Ma fra i prodotti più attesi rientrano sicuramente le serie targate Marvel, annunciate sin dalla prima presentazione della piattaforma, che mirano a colmare alcune lacune del MCU e ad approfondire la storia di alcuni personaggi “secondari”, in un’ ottica sempre più transmediale. Le prime ad essere inserite saranno WandaVision, The Falcon ad the Winter Soldier, Loki ed Hawkeye. La prima introdurrà un nuovo stile narrativo all’interno del mondo cinematografico e televisivo Marvel, raccontando, quasi in un format da sit-com, la vita quotidiana della coppia formata da Wanda Maximoff\Scarlett Witch e Visione. Le altre tre, invece, si collocano dopo gli avvenimenti di Endgame: Falcon ha ormai preso il posto di Captain America, mentre Occhio di Falco (Hawkeye) cerca qualcuno che possa sostituirlo, forse la giovane Kate Bishop. Per quanto riguarda Loki, invece, il suo filone ruoterà intorno alla realtà alternativa creatasi all’altezza del 2012, nella quale il Dio dell’inganno riesce a rubare il Tesseract. In tutte le produzioni torneranno i volti storici dei personaggi: Elisabeth Olsen, Paul Bettany, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Tom Hiddleston e Jeremy Renner. Le produzioni di alcune di esse sono state interrotte a causa dello stato di emergenza dovuto al dilagare del virus Covid-19, quindi al momento non è certa la data di rilascio per nessuno di questi prodotti (inizialmente previsti fra metà 2020 e fine 2021), né se gli episodi verranno rilasciati a cadenza settimanale, come quelli delle serie originali già caricate, o in un’unica soluzione.

Il catalogo è completato da alcuni documentari che raccontano aneddoti, dietro le quinte e storie legate alla Disney e alle produzioni presenti in streaming, oltre ad una serie di cortometraggi legati a vari protagonisti di Toy Story, che arricchiscono l’elenco dei numerosi corti, soprattutto Pixar, già disponibili.

Infine, per quanto riguarda il quinto colosso, la Fox, troviamo l’intera serie de I Simpson, oltre ad alcune pellicole per famiglie, come Mamma ho perso l’aereo, la saga de L’Era glaciale e Mrs. Doubtfire. Il fiore all’occhiello, però, è sicuramente il ricchissimo catalogo di documentari National Geographic.

La piattaforma sarà fruibile su diversi dispositivi. Esiste infatti una app scaricabile sui principali medium e strumenti di visione, fra cui Firetv Amazon, PS4, XBOXONE e i modelli più recenti di Smart Tv, compatibili con Apple o con Android. La visione è consentita fino ad un massimo di 4 programmi differenti e un unico account può contenere 7 profili, ad un costo di 69,99€ all’anno o di 6,99€ mensili, oltre ad alcune offerte specifiche in accordo con altri sistemi on demand, per esempio TIMvision. 

Disney +, quindi, si prepara a conquistare la rete grazie ad un ricchissima e variegata offerta di prodotti e ad un modo facile ed intuitivo di fruizione. Rivolta sia ai fan delle principali saghe cinematografiche, sia ad adolescenti e bambini, mira a colmare una lacuna presente nel mondo dello streaming e a divenire un prodotto irrinunciabile per quanti vogliono rimanere al passo con le produzioni più prolifiche degli ultimi anni o gustarsi film che hanno accompagnato l’infanzia di moltissime generazioni.

Claudia Silvestri 25\03\2020

Come ogni supereroe che si rispetti anche Deadpool ha diritto ad una nemesi. Sin dalla sua nascita cartacea però Wade Wiston Wiston - questo è il suo vero nome - si è palesato come diverso da tutti gli Altri: teledipendente, ironico, omnisessuale, politicamente scorretto e soprattutto logorroico, tanto da essere soprannominato: “the merc with a mouth”, che più o meno suona come “il mercenario chiacchierone”. È da un’idea di Rob Liefeld e Fabian Nicieza che nel 1991 nasce il più eccentrico supereroe Made in Marvel. A contraddistinguerlo anche in “Deadpool 2” - da martedì 15 maggio nelle sale italiane - è l’avversione a tutti gli schemi ed i codici di comportamento socialmente accettabili. Una peculiarità che gli permette di prendersi delle libertà che nessun altro dei suoi eroici colleghi sognerebbe mai di concedersi, ad esempio un’irriverente parodia di Superman. In questo secondo capitolo imitando lo stile di Kal El, Deadpool entra in una cabina telefonica per indossare il suo costume ma impiega così tanto tempo per farlo, che nel frattempo la povera vittima viene brutalmente uccisa dal rapinatore. Come se non bastasse una volta uscito si trova davanti niente meno che Mr. Stan Lee. “Bel costume!” asserisce quest’ultimo che viene prontamente ammutolito dal supereroe con uno “Stai zitto, Stan Lee!”. Non è certo una novità che il fondatore della Marvel si conceda per brevissimi camei nei suoi film, ma sicuramente è la prima volta che qualcuno lo interpella per nome rompendo, o meglio frantumando, ancora una volta quella quarta parete che ci separa da Lui. 

Dopo un incipit decisamente tragico - vietato dilungarsi oltre in merito visto l’elevato allarme spoiler - che ha per protagonisti Deadpool (Ryan Reynolds) e la compagna Vanessa (Morena Baccarin), l’antieroe per eccellenza ritrova la forza di andare avanti per proteggere Russell (Julian Dennison), adolescente mutante dai poteri inarrestabili, perseguitato dal terribile Cable (Josh Brolin). Con l’aiuto del fedele amico Weasel (T.J Miller) Deadpool mette su il più sgangherato team di X-Force - “perché suona più inclusivo di X-Men”- che si sia mai visto, spicca per minime competenze raggiunte Domino (Zazie Beetz) - volto noto della pluripremiata serie Atlanta - il cui superpotere è un’incredibile fortuna.

In “Deadpool 2” David Leicht sostituisce alla regia Tim Miller. Sulla vicenda sono susseguiti nutriti rumors nei mesi precedenti all’uscita del film. La motivazione di questo prematuro divorzio sarebbe da ricondurre ai forti contrasti fra il regista statunitense e il protagonista e sceneggiatore Ryan Reynolds. I due, dopo essere stati a tutti gli effetti i veri fautori di questo progetto cinematografico adults only - negli Stati Uniti il film è vietato ai minori di 17 anni - avrebbero avuto pareri piuttosto discordanti sulla forma da far prendere al secondo capitolo. Ad oggi possiamo affermare che fortunatamente ha prevalso la quota dell’attore canadese, “Deadpool 2” è infatti uno dei sequel di genere più divertenti e sorprendenti degli ultimi anni. Grazie al suo poliedrico contributo Reynolds - sceneggiatore, produttore e interprete del primo e secondo capitolo - è riuscito nell’ambizioso progetto di trasformare un ‘sottoprodotto’ Marvel Comics in un blockbuster da 783 milioni di dollari.

Luisa Djabali 15/05/2018

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