Si è aperto il 18 luglio il Salento Finibus Terrae Film Festival con la prima serata di proiezioni organizzata a San Vito dei Normanni (Br). La giornata ha visto la proiezione in mattinata dei corti della categoria Ambiente e del film “Perfidia” del regista sardo Bonifacio Angius che ha ottenuto il premio Safiter. Una storia sulla solitudine e la noia di un giovane d'oggi, malessere e mancanze che trovano origine nel rapporto con i genitori e nell'inesistente dialogo con loro. I corti della categoria Ambiente hanno affrontato temi universali raccontati per immagini da opere come “Thriller” di Giuseppe Marco Albano, già vincitore del David di Donatello in cui si racconta la storia di Michele e del suo sogno di ballare in televisione, ostacolato però dalla mobilitazione per la chiusura della fabbrica tarantina dove lavora il padre e “The Ocean Maker” corto scritto e diretto da Lucas Martell, nel quale una coraggiosa aviatrice combatte contro gli infidi pirati dei cieli per il controllo dell’ultima rimanenza d’acqua dopo la scomparsa dei mari, ossia le nuvole. Tre invece i cortometraggi presentati per la sezione “Diritti umani” che hanno concluso il primo giorno della rassegna organizzata da Romeo Conte.
Nella serata del 19 luglio sempre a San Vito sono stati presentati i corti della sezione Corto Italia e il film “Perez”, lungometraggio fuori concorso di Edoardo De Angelis con la partecipazione di Luca Zingaretti e Marco D'Amore e che ha come protagonista una Napoli inedita, mancata promessa di progresso e prosperità. Il 22 luglio il festival ha fatto tappa a Castellana Grotte con proiezioni di alta qualità. A calamitare l'attenzione è stata la prima prova dietro alla macchina da presa dell'attore Mimmo Mancini con l'opera “Ameluk”, presentato fuori concorso alla presenza del regista e di alcuni membri del cast. La pellicola è ambientata in un piccolo paese della Puglia, Mariotto, dove con toni tragi-comici vengono presentati i preparativi della via crucis. L'interprete di Gesù, il parrucchiere Michele, si siede però per sbaglio sulla corona di spine. E questo segna l'inizio del calvario: Jusef, detto Ameluk, che è il tecnico delle luci viene incaricato dall'amico parroco di sostituirlo nel ruolo di Cristo ma è un musulmano. La notizia desta scalpore facendo il giro del mondo e spaccando in due l'opinione pubblica del piccolo paese pugliese. Questi personaggi esilaranti fanno da sfondo alle disavventure del povero Ameluk che cercherà di riportare la pace nel piccolo paese tra numerosi colpi di scena.
Il 23 luglio il festival ha raggiunto il territorio fasanese facendo tappa nella suggestiva Savelletri, a due passi dal mare. Qui sono stati proiettati i corti della categoria Corto Italia: “Baùll”, diretto da Daniele Campea, che sotto forma di fiaba ha raccontato il dramma della perdita e dell’abbandono. Protagonista è Nennè, otto anni, affascinata dalla leggenda di Baùll, un orco delle antiche tradizioni abruzzesi, abitante delle vecchie case abbandonate, che cattura i bambini, gli tira via la pelle e poi li nasconde dentro un sacco; l’unico mostro però si rivela essere un uomo in carne e ossa. “L'ultimo proiezionista”, per la regia di Vito Palmieri e con Paolo Romagnoli che interpreta un proiezionista; da quando i film non sono più distribuiti in pellicola, le sue giornate sono scandite dai ricordi di un lavoro meraviglioso. “Nuvole”, di Pietro Freddi, è la storia di un sognatore che guarda per tutto il giorno le nuvole fino a fare un incontro che lo riporta con gli occhi sulla terra. “Non senza di me”, diretto da Brando De Sica, è la storia di un famoso genetista interpretato da Max Tortora, che, dopo la scomparsa per otto anni di suo figlio, al suo ritorno lo uccide con le sue mani. “Sinuaria”, regia di Roberto Carta, racconta la vita di Michele Murtas, un detenuto semilibero del carcere dell’Asinara che, grazie al suo talento nel tagliare i capelli, diventerà il parrucchiere prediletto dalle donne che vivono sull’isola. “Ultimo giro” di Giuseppe Sansonna e interpretato da Giorgio Colangeli, è dedicato al gioco delle tre campanelle, una forma di raggiro anacronistica e quasi estinta, che in questo corto porterà alla vendetta e alla morte dell’ultimo giocatore di un paesino fermo nel tempo.
Nella serata del 24 luglio sono stati presentati a Selva di Fasano otto corti della categoria Reelove. “La porta del destino” di Alessandro Zizzo in cui una donna misteriosa, attraverso un citofono, invita un passante a raggiungerla per un incontro passionale. Pur di trovare la ragazza, l'uomo bussa a tutti gli appartamenti, perdendosi tra le storie degli inquilini del palazzo e perdendo la sua occasione. Ma forse la chiamata della donna misteriosa era solo un escamotage messo in atto dal destino affinché si realizzasse il suo piano originario. “At 7 o' cloth – l'uomo che cuce il tempo” dei registi Ezio Azzollini e Lucia Perrucci è ambientato in un piccolo camposanto, dove il custode poco prima dell'alba smuove la terra, apre le casse, e da ognuna di essa prende alcuni indumenti che cataloga, etichetta e ripone all'interno di un armadio.Ogni mattina in vista di una giovane anima in difficoltà, il custode recupera dall'armadio la giacca per portarla da un artigiano molto particolare. In “Suki”, il regista Maxime-Claude L’Ecuyer racconta la storia dell'amicizia tra un uomo e il suo cane e il drammatico momento che precede la loro separazione. In “Boulevards des italiens” di Matteo Querci, presenta una nuova figura professionale: una donna che si prende cura del proprio cliente come se fosse sua madre, servendolo e viziandolo, ironizzando sui maschi italiani ancora molto legati alle mamme. “Ritornello d'amore” di Silvia Capitta, Francesca de Bassa, Ludovica di Benedetto e Alessandra Atzori racconta della particolare storia d'amore tra un clochard e una radio, simbolo dell'attaccamento dei nostri tempi alla tecnologia e alle cose materiali. Nel corto spagnolo “Valentina” i registi Moisés Romera e Marisa Crespo, affidano a un cane le sorti di due giovani innamorati in difficoltà. In “Nuvola” per la regia di Giulio Mastromauro, Filippo insegnante in pensione non riuscendo a superare il dolore per la perdita di sua moglie, decide di togliersi la vita ma qualcuno suona alla sua porta e un piccolo scricciolo di bambina gli ridona la speranza e la voglia di vivere. L’ultimo cortometraggio proiettato, “Rosa”, di Alessio di Cosimo, è la storia di due anziani che si incontrano e si sposano in una casa di riposo a dimostrazione che l'amore arriva quando meno te lo aspetti e quando ormai non lo stai più cercando.
Krizia Ricupero 29/07/2015