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“The King’s Choice”, pellicola di Erik Poppe nominata agli Oscar 2017 come Miglior Film Straniero apre il Nordic Film Fest

Dal 2011 le ambasciate dei Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia), il Circolo Scandinavo di Roma e i Film Institutes dei rispettivi paesi collaborano con il Comune di Roma per creare una rassegna che promuova la loro cultura e le loro produzioni cinematografiche: il risultato è il Nordic Film Fest. Il compito di aprire le danze della settima edizione della manifestazione, in corso alla "Casa del Cinema" di Roma fino al 6 maggio, è spettato a The King’s Choice, film diretto da Erik Poppe, presentato al 67° Festival del Cinema di Berlino ed entrato tra i “magnifici nove” candidati agli Oscar come Miglior Film Straniero nel 2017.
Con la sua quinta opera, Poppe decide di fotografare un momento di storia poco conosciuto al grande pubblico ma che ben rappresenta lo spirito norvegese. All’alba del 9 aprile 1940 la neutrale Norvegia viene sorpresa dall’attacco della Germania nazista che con l’operazione Weserübung era decisa a prendere pieno controllo dei porti per prevenire sia un eventuale blocco di questi da parte degli Alleati che per assicurarsi il rifornimento di minerale ferroso, necessario per l’industria bellica del Reich, che dalle miniere svedesi arrivava al porto di Narvik. L’esercito norvegese riuscì a bloccare l’attacco nemico affondando un incrociatore tedesco nel fiordo di Oslo, dando così il tempo necessario a re Haakon VII e alla famiglia reale per raggiungere ad Hamar i 150 membri del governo capeggiati da C.J. Hambro e decidere le sorti del paese. Le truppe tedesche raggiunsero Hamar, costringendo la resistenza norvegese a spostarsi ad Elverum, luogo dove avvenne l’incontro tra il re e l’ambasciatore tedesco Curt Bräuer, deciso a far firmare la resa alla Norvegia. Haakon VII, primo re eletto democraticamente dal popolo, si trovò di fronte una scelta drammatica: arrendersi al Reich appoggiando il governo collaborazionista guidato da Quisling, che nel frattempo si era insediato con un colpo di stato, oppure opporsi all’invasione ed entrare in guerra al fianco degli Alleati mettendo a rischio al benessere della sua gente.
Avvalendosi di uno stile documentaristico, il regista di “Mille volte buonanotte” mette insieme un racconto fatto di immagini traballanti e fuori fuoco, a cui l’alternanza del piano oggettivo al soggettivo e la scansione temporale tramite intertitoli conferiscono un ritmo tale da proiettare lo spettatore al centro della vicenda. Se con Dunkirk Christopher Nolan aveva stupito il pubblico a colpi di piani sequenza e non con la sua narrazione di un evento fondamentale nella storia europea, al contrario gli sceneggiatori Harald Rosenlow-Eeg e Jan Trygve Royneland fanno emergere i conflitti interiori dei personaggi grazie ad uno stile narrativo vicino alla drammaturgia norvegese, quella di Ibsen su tutti. Complici una regia originale, una sceneggiatura ben strutturata e le interpretazioni di Jan Christensen, Anders Baasmo Christiansen e Karl Markovics, il film di Erik Poppe emerge come un ritratto fedele e privo di retorica di una popolazione e  di un governo che fece “Tutto per la Norvegia”.

Mirta Barisi 05/05/2018