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Munzi trionfa ai David di Donatello 2015

Il critico giornalista Mario Sesti di lui un giorno disse: “si farà”. E alla fine si è fatto per davvero Francesco Munzi che con “Anime nere” ha portato a casa ben nove statuette dei David: miglior film, regia, sceneggiatura, produttore, fotografia, montaggio, canzone originale, colonna sonora e fonico in presa diretta. Il giovane regista, che ha messo a nudo con questo film la malavita dell’Aspromonte, si è mostrato durante la cerimonia visibilmente emozionato, quasi imbarazzato da cotanto successo. Commosso, ha ringraziato fra gli altri (in quella che si potrebbe definire come una pausa tra le continue ascese e discese dal palco) il suo cosceneggiatore Fabrizio Ruggirello, venuto a mancare lo scorso anno.
Dopo “Anime nere” è “Il giovane favoloso” di Mario Martone ad aggiudicarsi il maggior numero di premi. Un barbuto Elio Germano, che così ricorda vagamente una versione giovanile di Nanni Moretti, anch’egli in concorso, dedica il suo titolo come miglior attore protagonista al Teatro Valle Occupato. La pellicola sulla vita di Giacomo Leopardi ha vinto anche i riconoscimenti tecnici come miglior truccatore, acconciatore, scenografo e costumista. In campo femminile è “Mia madre” del suddetto Moretti a conquistare i premi per le migliori attrici, protagonista e non, rispettivamente a Margherita Buy e Giulia Lazzarini. Quest’ultimo film, nonostante le glorie disattese a Cannes in cui comunque ha ottenuto il Premio Ecumenico, vantava già del resto, assieme alle prime due opere citate, un buon palmarès tra l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il Ciak d’oro e il Nastro d’Argento.
Anche la divertente commedia di Edoardo Leo “Noi e la Giulia” si è ritagliata il suo spazio fra i “grandi” con l’assegnazione del miglior attore non protagonista a Carlo Buccirosso oltre al David Giovani, titolo conferito al miglior film votato da una giuria di ragazzi delle scuole superiori e delle università. E se si parla di grandi come non citare la notevole presenza di Quentin Tarantino il quale ha ritirato i due premi per la categoria dei film stranieri, “Pulp Fiction” (1995) e “Django Unchained” (2013), riportando la memoria indietro di anni quando ha mimato verso il pubblico il celebre ballo di John Travolta. Fatto non di poco conto: dopo la serata lo stesso Morricone ha affermato che ci sarà una collaborazione in futuro con Tarantino.
Posato e sobrio, il conduttore Tullio Solenghi ha gestito anche l’intervista con Gabriele Muccino al quale è stato conferito un David Speciale e che, in un tweet dopo la cerimonia, ha rimarcato la dubbia capacità della giuria di premiare il migliore, chiedendosi il senso di vincere questi premi speciali se poi lui stesso, che ha spopolato a Hollywood, non riceve più candidature ai David da 12 anni. Gli altri riconoscimenti: a “Il ragazzo invisibile” di Salvatores sono andati soltanto gli effetti speciali mentre il miglior regista esordiente è Edoardo Falcone per “Se Dio vuole”. Infine miglior documentario a “Belluscone una storia siciliana” di Franco Maresco e miglior film straniero al già osannato “Birdman”. Toccante, in chiusura, il messaggio registrato del maestro Ermanno Olmi che ha salutato il pubblico con una vena di malinconia per non essere lì con gli altri a festeggiare a causa della sua età avanzata.

Nicolò Vignati 16/06/2015