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Matteo Garrone riceve il premio “Vento d’Europa” al “Ventotene film festival”

Il premio “Vento d’Europa”, istituito nel 2013 in occasione dei settanta anni dalla nascita del movimento federalista europeo fondato da Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell’unità d’Europa in confino a Ventotene, si inserisce all’interno della rassegna cinematografica “Ventotene film festival”, proprio per il valore culturale e europeo della piccola isola pontina.
Quest’anno il premio, che ha ricevuto anche il patrocinio del parlamento europeo, è stato conferito al regista Matteo Garrone “per la sicura e serena falcata con la quale è partito da un cinema indipendente e semi documentario per arrivare al prezioso madrigale fantastico del “Racconto dei racconti”: sia che scoperchi i sottoboschi più nascosti, aberranti e gremiti dell’attualità come ne “L’imbalsamatore” o in “Gomorra”, sia che trasformi il mondo in una fiaba mediatica e allucinatoria come “Reality” o prenda la fiaba, come nel suo ultimo film per rispecchiare trasfigurata come in un caleidoscopio la nostra realtà contemporanea, il suo occhio non perde mai la presa sulle cose, pieno di stupore ed empatia”, sottolinea Mario Sesti nella motivazione.
Così il regista, dopo aver ritirato premio, è stato poi protagonista di un incontro con il pubblico a cura di Sesti, in cui ha parlato dell’ispirazione, della nascita, della realizzazione e creazione del suo ultimo film, di questa fiaba meravigliosa che è “Il racconto dei racconti”. Un film innovativo per il regista che da sempre si era dedicato a storie che si ispiravano alla realtà: un film che è un inno alla libertà della fantasia. Si rifà alla fiaba ma ha riferimenti al contemporaneo, soprattutto alla condizione femminile nel mondo. Afferma Garrone: ”In ogni film che faccio esploro nuovi generi, in questo caso il fiabesco, ma il fiabesco è in realtà presente in tutti miei film. Qui però parto dal magico per portarlo ad una dimensione di realtà, negli altri, compreso Gomorra che è una fiaba nera con immagini di una realtà che sembra quasi fantascienza, è il contrario. Il mio percorso registico quindi non ha avuto grandi scossoni. Sono nato come pittore e tutti i miei progetti nascono dalla suggestione visiva che mi crea un classico, un evento. In questo caso sono rimasto colpito da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, primo libro di fiabe scritto in Europa del 1600 , e poi saccheggiato da tutti gli atri scrittori che noi conosciamo, i fratelli Grimm per primi.” Il regista ha selezionato con dolore tre delle 50 fiabe, ha scelto di raccontare tre storie al femminile con tre età diverse.
Le protagoniste del film sono infatti tre donne, un’adolescente, una donna di mezza età e un’anziana. Sono fiabe dure, talvolta crudeli, con immagini di forte violenza, perché nel seicento le fiabe non erano realizzate per i bambini, ma semplicemente per intrattenere il pubblico. “Il Racconto dei racconti” è un viaggio emozionale, emotivo, da guardare lasciandosi portare del flusso delle immagini, abbandonandosi ad esse. E’ un film in cui la ricerca del paesaggio ci riconcilia con un paese che non ci piace moltissimo, sottolinea Garrone:” la ricerca dei luoghi è centrale in tutti i miei film perché raccontano molto dei personaggi, l’idea guida era quella di cercare dei luoghi veri che sembrassero ricostruiti a teatro. Il film è un omaggio alle origini del cinema, allo spettacolo puro, all’intrattenimento, si voleva creare stupore nel pubblico con immagini che non è abituato a vedere.”
Si ricerca il punto di vista femminile in un epoca che vede il presidio maschile, soprattutto nell’ultimo racconto, che diviene un mezzo per parlare della violenza sulle donne degli ultimi anni, poiché le fiabe si basano su archetipi che partono sempre dalla realtà e descrivono sentimenti che parlano di noi. Già nel 1600 si parlava di chirurgia estetica e del desiderio di essere sempre giovani, di donne che desideravano diventare madri e non ci riuscivano.
“Il Racconto dei racconti” è quindi un film che in qualche modo con la fantasia descrive la nostra realtà, affrontando temi molto attuali. E’ una lunga fiaba moderna con la quale Garrone riesce a esprimere al meglio quello sguardo sempre attento alla contemporaneità per il quale ha ottenuto l’importante riconoscimento del premio “Vento d’Europa”.

Maresa Palmacci 03/08/2015