Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

La paranza dei bambini, tra lo “spaghetti gangster” e il racconto di formazione

Paranza è la barca che va a caccia dei pesci piccoli da ingannare con la luce. Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O'Russ e Briatò, piscitiell abbagliati dal vuoto di potere lasciato dai clan camorristici, vorrebbero fare la vita agognata da molti quindicenni: vestire di marca, entrare nei privé dei locali, passare interi weekend a farsi le canne e a giocare alla playstation. Tutto questo è a portata di pistola: bastano una manciata di semiautomatiche per conquistare le piazze di spaccio del rione Sanità a Napoli. PARANZA FOTO ARTICOLO
Per dirigire il film tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano (La paranza dei bambini) forse non c'era persona più adatta di Claudio Giovannesi, avvezzo alle storie di emarginazione giovanile come Fiore (2016) e Alì ha gli occhi azzurri (2012) e regista di due episodi della serie Gomorra. Il suo sguardo non giudicante, privo di velleità moralistiche, si posa sui volti puliti dei paranzini – primi piani fotografati da un ottimo Daniele Ciprì – e non è inquadrabile in un'ottica soltanto noir, alla Gomorra, ma abbraccia il racconto di formazione, con i suoi riti di iniziazione (il falò con i visi pitturati alla Signore delle mosche), le tappe dolorose della crescita e infine la perdita dell'innocenza.
Il lavoro di casting è durato mesi ed ha coinvolto più di 4000 ragazzini, cercati nei rioni periferici di Napoli. Degli otto protagonisti nessuno di loro si è presentato spontaneamente, sono stati scovati tutti in miezz'a via, sullo scooter o tra le comitive. Si respira infatti l'aria del realismo da strada, quello che necessita dei sottotitoli per farsi comprendere e che fa parte del filone Gomorra-Suburra-Romanzo Criminale, un genere all'italiana (finalmente) che verrebbe da chiamare spaghetti gangster.
la paranza dei bambini 2La paranza dei bambini, al cinema dal 13 febbraio e unico rappresentante nostrano in concorso al Festival di Berlino, si dimostra un più che degno appartenente a questo prolifico genere nel raccontare l'ascesa dei baby padrini con le ore contate. Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. La didascalia del capolavoro L'odio (La Haine) definisce perfettamente il film di Giovannesi e il suo finale che fa presagire un sequel: Saviano nel 2017 ha scritto Un bacio feroce, il secondo capitolo della Paranza. Si spera che lo spaghetti gangster continui ad attestarsi su questi livelli. Fino a qui tutto bene.

Alessandro Ottaviani – 13/12/2018

Fonte immagini: movieplayer.it

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Digital COM