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"I nostri ragazzi" raccontati da Luigi Lo Cascio al Tuscia Film Fest

Due fratelli, Massimo e Paolo: l’uno avvocato e l’altro pediatra; l’uno alto, fisicato ed elegante in giacca e cravatta, l’altro basso, minuto, con la barba e sportivo. Il primo interpretato da Alessandro Gassman, il secondo da Luigi Lo Cascio. Loro sono i protagonisti maschili del film di Ivano De Matteo “I nostri ragazzi”, proiettato al Tuscia Film Fest nella serata del 13 luglio, dove era presente Lo Cascio per un dibattito finale col pubblico. Ebbene sì, l’attore siciliano ha ammesso di essere quello brutto dei due, narrando anche, simpaticamente, la sua totale meraviglia quando il regista vide in lui una certa somiglianza con Gassman. Massimo e Paolo sono anche due mariti e padri di famiglia, forse troppo impegnati per stare dietro alle questioni familiari. Una, in particolare, sconvolgerà le loro vite benestanti facendoli capitolare nel dramma più nero: i rispettivi figli (Benedetta e Michele), adolescenziali, sono rei di aver commesso un omicidio nei confronti di un barbone, colpito a calci e pugni, dopo una serata passata a bere fiumi di alcol.
I due cugini non sembrano essere per niente turbati, poiché trascorro le giornate successive come se nulla fosse accaduto; fino a quando la madre di Michele, Chiara (Giovanna Mezzogiorno), viene scossa dal video mandato in onda sul programma tv “Chi l’ha visto?”, che immortala gli attimi della feroce aggressione.
La donna si renderà presto conto dell’identificazione del figlio e Massimo si accerterà, nel frattempo, della loro effettiva responsabilità. La stabilità delle due famiglie viene messa, così, a dura prova da una scelta complicata: denunciare i figli alla polizia o proteggerli e coprirli fino in fondo? E le intenzioni dei padri iniziano a vacillare così tanto che sorprende la decisione finale: Paolo, che sembrava quello più convinto per la segnalazione spontanea si dichiara essere determinato alla copertura a tutti i costi, minacciando a morte il fratello per una diversa possibilità. E l’epilogo lascia davvero lo spettatore senza fiato: Massimo attende la moglie Sofia (Barbora Bobuľová) fuori dal ristorante e, nell’attimo in cui i due sguardi si incrociano, si sente forte il botto di un’auto in corsa.
Tragica la fine quanto l’inizio, che rievoca un fatto realmente accaduto al regista Ivano De Matteo: una banale lite tra due automobilisti al semaforo risolta a colpi di pistola. Eventi come questi appartengono, purtroppo, all’attuale cronaca nera. Nell’insieme la trama del film racconta vicende che possono, tranquillamente, accadere nella realtà: il pestaggio selvaggio da parte di minorenni; l’apatia e il nichilismo che affligge gran parte delle nuove generazioni; l’impossibilità o anche l’incapacità dei genitori di relazionarsi coi figli. Uno specifico tema, poi, è stato al centro del dibattito: cioè, la caduta delle certezze, che porta all’annientamento della personalità; pensare di essere in un modo quando, invece, si è tutt’altro. Questo è “I nostri ragazzi”, un romanzo per adulti e bambini.

Simona Maiola 15/07/2015

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